"Avevo soltanto quindici anni quando i miei genitori decisero di trasferirsi da Milano, ad una città molto più piccola" raccontava Hayden "ed uno dei tanti motivi fu la malattia di mia nonna.
Le era stato diagnosticato il cancro e dopo l'intervento non si era mai ripresa del tutto.
Ritenevo che finalmente la mia vita fosse perfetta: avevo degli amici fantastici e che mi volevano bene, mi piaceva la scuola che avevo iniziato a frequentare, non litigavo mai con i mie genitori... insomma mi sentivo la ragazza più fortunata del mondo.
Anche se mi dispiaceva molto lasciare Milano tenevo tanto a mia nonna. Veniva spesso a trovarci e ricordo che quando ero piccola, in una delle nostre vacanze in Liguria, mi regalò un cuscino con su scritto il mio nome a lettere giganti. Ne andavo così matta che un giorno lo infilai dentro lo zaino e lo portai a scuola con me."
Sì fermava ogni tanto a sorridere tra se e se e poi riprendeva
"Avevo pochi ricordi vissuti insieme a lei e , anche se da una parte mi dispiaceva lasciare la mia città, era anche emozionata perché avrei potuto lasciarla andare ,un giorno, con un bel ricordo vissuto insieme,e che io ,allo stesso modo, avrei potuto portare con me.
Lasciammo Milano il pomeriggio del 2 settembre 2010 con un camion carico di mobili e valigie per una nuova città: Somma Vesuviana, vicino Napoli"
Prima che continuasse con la storia le diventarono gli occhi tutti rossi e tirò su col naso un paio di volte. Non sapevo perché stesse piangendo, così, le lasciai alcuni minuti e ricominciò a parlare.
"Eravamo quasi arrivati ,quando ad un tratto il telefono di mio padre iniziò a squillare.
Era mio nonno.
Mia nonna era morta...
Mi sentii mancare, mio padre era sbiancato in volto ed il viso di mia madre era solcato dalle lacrime.
Il giorno dopo ci fu il funerale ed i discordi che sentii quel giorno furono probabilmente i più belli mai scritti. Mi colpirono in particolare i discorsi di due ragazzi, non sembravano molto più grandi di me, ma le loro parole furono la ragione dei miei tirati sorrisi tra le lacrime."
Aveva i capelli incollati al viso e la voce strozzata poi fece un lieve sorriso e continuò.
"Fui felice di ascoltare quei due finché non sentii quella frase, quelle parole che temevo qualcuno potesse pronunciare.
<Non è stata soltanto una semplice vicina di casa, ma una terza nonna, nonché anche una seconda mamma>.
Ero così arrabbiata.
Furiosa.
Fuori di me.
Loro, persone che neanche conoscevo, avevano ricevuto l'amore e il bene di mia nonna, avevano passato con lei le loro giornate.
Ed io ,sua nipote, avevo solo il lieve ricordo di una risata, il calore del suo abbraccio che si affievoliva e adesso i suoi occhi chiusi ed il suo freddo corpo tra le braccia."
Sentivo che provava ancora il dolore della perdita, che quella ferita non si sarebbe ricucita così facilmente, ma io sapevo che c'era qualcuno che poteva aiutarla. E quel qualcuno erano proprio Alex e Genn.
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Ciao baelle/i
spero che la mia storia vi piaccia.
(Scusate eventuali errori)
Fatemi sapere anche se sia il caso di continuarla con una stellina o un commento.~urban_strangers_