Capitolo 4

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Finalmente aveva il sorriso sulle labbra, le guance asciutte e gli occhi senza lacrime.

"Quando endrai a casa mi sentii vuota.
Mi mancavano i sorrisi di quel ragazzo ma allo stesso tempo lo odiavo.
In giro per casa c'erano ancora sparse alcune foto di mia nonna da giovane e questo mi faceva male. Può sembrare il solito motivo ma io sentivo dentro nuove emozioni ogni volta che vedevo qualcosa di lei che io non avevo avuto la possibilità di conoscere.

Stetti tutto il pomeriggio seduta sul divanetto davanti la finestra a fissare la casa di Alex. Stavo ben attenta a non fare movimenti bruschi con la tenda per paura che qualcuno, in quella casa, se ne accorgesse.
Potrei sembrare pazza ma era da quando ero arrivata che ogni singolo pomeriggio non riuscivo a staccarmi da quella finestra.

Finché non lo vidi uscire.

Stava andando in contro ad un altro ragazzo. Era alto quanto Alex ma aveva gli occhi azzurri e i capelli castano chiaro. Mi precipitai alla finestra e mi accorsi che anche loro mi stavano fissando. Chiusi immediatamente tende e sbirciai da un lato finché non mi suonò il telefono.

<Pronto?!>

<Hayden ti vedo che sbirci dalla finestra, si vede l'ombra dietro la tenda>

Li sentivo ridere dall'altra parte della cornetta

<No mah... io...>

Cercai di inventarmi qualcosa ma lui mi interruppe

<Senti io e Gennaro stiamo andando al parco se vuoi puoi venire anche tu. Dai scendi ti aspettiamo qui.>

e mi staccò il telefono in faccia senza darmi tempo di rispondere.

Mi precipitai in bagno, misi un filo di trucco presi la borsa e corsi in salotto verso la porta.

<Hayden dove vai?>

disse mia madre cogliendomi alla sprovvista.

<S-sto uscendo>

dissi cercando di non diventare rossa.

Era la prima volta che uscivo dopo mesi da quando ero lì.

< Oh, bene. Mi fa piacere che tu esca con Alex>

lei sapeva che io stavo uscendo con Alex?

<Mah tu come...>

<Mi ha chiamato qualche ora fa dicendo che voleva il tuo numero di telefono. Secondo me gli piaci.>

disse mentre tornava in cucina.

Aprii la porta porta e me la chiusi alla spalle ma fuori non c'era nessuna traccia di quei due.

<Alex, ci sei?>

Non rispose nessuno. Poi sentii un rumore e mi avvicinai alla cassetta della posta..."

Scoppiai a ridere.

Non sapevo cosa gli avessero fatto quei due ma c'era un misto tra il terrore e tranquillità sul suo volto mentre la sua voce aveva un tono fermo.

Era come se il suo cuore avesse ancora paura di qualcosa,ma la sua testa avesse già superato quell'ostacolo.

< nascosero dietro i cespugli?> le domandai

<No.> disse ferma <Era solo il gatto>

Scoppiammo a ridere endrambe, poi lei riprese la sua storia.

"Li vidi correre verso di me, erano appena usciti da casa di Alex portando con loro una chitarra e alcune cose da bere. Avevo ancora in
volto un'espressione di terrore tanto che mi domandarono perché avessi un'aria così spaventata.

Mentre ci avviavamo per il parco gli raccontai la mia coraggiosa avventura e quando terminai scoppiarono tutti in una fragorosa risata.

Quando arrivammo era quasi il tramonto. Ci distendemmo sull'erba e iniziammo a parlare mentre osservavamo il cielo che dall'azzurro passava al rosso e all'arancione."

Mentre raccontava il suo viso si rilassava e guardava il vuoto come se avesse davanti a qual panorama.

Poi,dopo un lungo silenzio, scoppiò a ridere.

"<A presto Leo>

disse Alex ad un tratto.

<Già Leo, a domani>

disse Genn. Ed endrambi salutarono il cielo.

Io mi alzai per vedere chi fosse arrivato, anzi, chi se ne fosse andato, ma non c'era nessuno.

Pensai QUESTI DUE SONO STRANI FORTI.

Poi curiosa gli domandai chi avessero salutato.

<Il tramonto> disse Genn

<Il tramonto? Che senso ha salutare il tramonto?> risposi.

<Chiamo il tramonto per nome> disse guardando il sole calarsi sull'orizzonte.

Poi Alex aggiunse

<Lo so, è strano il mio amico. Ed io con lui del resto.>

Scoppiarono a ridere, ma io non ci trovavo niente di divertente, così, presa dalla curiosità, chiesi

<Ma perché?>"

fermò come se fosse indecisa su cosa fare, poi sorrise e mi chiese.

<Sai perché?>

fece un lieve sorriso

<Diceva che, secondo lui, il sole era diverso dalle altre stelle. Tutti le guardano la notte e a ogni una affidano il nome di un loro caro defunto. Però una stella la indicano miliardi e miliardi di persone, mentre al sole nessuno fa quasi più caso. Viene ogni tanto coperto dalle nuvole quindi è una cosa che vediamo ogni singolo giorno, in pratica, non va mai via, ma le altre stelle per vederle tutte dovresti essere fortunato.>

Non capivo dove volesse arrivare. Il suo discorso non aveva senso, almeno per me.

<Quindi?!> aggiungi perplessa.

< Affidò il nome di un suo caro al sole, cosicché potesse salutarlo ogni giorno all'alba, quando si svegliava, e al tramonto, quando si addormentava. Così invece di indicare Leo da molto molto lontano, lo indicava solo da meno molto lontano. Era il suo modo di ricordarlo>

sentiva realizzata da ciò che aveva detto, ma nella mia testa non aveva senso.

Poi senza preavviso continuò a raccontare.

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Ciao baelle/i ❤
Spero che il capitolo vi piaccia, non ho avuto molto tempo per aggiornare e spero che non capiti più👻.
Posterò il nuovo capitolo il prossimo lunedì👽.
(Scusate eventuali errori🙈)

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