Capitolo 3

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"<Hayden>

Mi girai di scatto. Non volevo parlare con nessuno, tanto meno con qualcuno che neanche conoscevo.

<Hey Hayden, aspetta>

<Cosa vuoi?> gli risposi alla fine in tono brusco.

<Tutto bene? Cosa ti succede?>

Mi irritava.

Non mi conosceva neanche e si prendeva la briga di chiedermi come stavo e poi a lui cosa importava.

<Non mi succede niente. Non lo vedi? E tutto rose e fiori, ci sono gli unicorni che volano nel cielo e gli uccellini che cinguettano sull'albero.>

dissi alla fine, ma lui ci rimase male e sussurrò uno SCUSA abbassando la testa.

Mi sedetti sulla panchina davanti scuola mentre lui sembrava come immobilizzato.
Mi sentivo in colpa. Forse lui ci teneva, forse avevo trovato una persona o un amico a cui importava di come stavo, di quello che facevo e di ciò che mi succedeva."

<Come ti sentivi?>

le chiesi mentre abbozzava un sorriso

<Mi sentivo felice. Non lo ero più stata da quando stava iniziando a nascere l'idea di trasferirci.>

Feci un cenno con la testa. Non sapevo cosa rispondere.
Non potevo dirle PROVO LA STESSA COSA perché io non avevo mai provato ciò che sentiva lei, quindi la lasciai continuare.

"Alla fine mi decisi e risposi

<Scusami tu. Io non av....>

non mi lasciò finire la frase che subito si alzò dicendo

<No scusami tu, non dovevo intromettermi. Beh.... Senti... Ciao>

Rimasi spiazzata da quella risposta è vidi che si stava allontanando, ma io non volevo che lui se ne andasse. O almeno non così.

<Alex. Alex?! Alex, dai aspetta>

dissi correndogli dietro. Si girò guardandomi negli occhi

<Cosa!>

Infatti, 'COSA!' ? Cosa volevo da lui?

Alla fine accorgendomi della sua espressione interrogativa farfugliai qualcosa poi risposi

<Non so come tornare a casa>

Iniziò a ridere ed io lo seguii a ruota.

<Allora>

disse mente giravamo l'angolo

<Posso chiederti una cosa?>

annuii debolmente e lui continuò

<Perché quel giorno sei scappata?>

disse fissando a terra.

<Ancora con questa storia? Scusa, ma non sono affari tuoi.>

gli risposi quasi urlando.
Poi mi fermai di colpo.
HO TROVATO UN AMICO pensai e lo stavo trattando male.
L'unica persona che mi parlava io la stavo trattando come un cane.

<Senti io sto male per quello che è successo, e proprio adesso non ho voglia di parlarne>

dissi guardandolo negli occhi.

<Beh allora quando hai voglia di parlare fammi un fischio>

rispose sorridendo debolmente.
Vedevo il mio riflesso ed una strana luce nei suoi occhi quando a un certo punto mi sfiorò debolmente la guancia.
Non sapevo che fare. Ero immobile."

<Perché non volevi baciarlo?>

dissi interrompendola.
Lei non mi rispose, anzi mi guardò come se fosse una risposta ovvia.

<Il tuo primo bacio!>

Stava a testa bassa fissandosi le scarpe, sembrava imbarazzata anche se non c'era niente di cui si doveva vergognare.

Beh in effetti una cosa c'era: stava raccontando la sua vita a una perfetta sconosciuta, seduta insieme a lei sulla panchina del parco.

Non mi azzardai a parlare, a chiederle perché stesse confidando un me: volevo scoprire come finiva la storia.

"Stava tentando di baciarmi e io non facevo niente per respingerlo, quando ad un certo punto gli suonò il cellulare.

<Dovresti rispondere>

dissi con voce tremante.
Diventò tutto rosso. Non avevo mai visto persona più imbarazzata di lui e non volevo trovarmi nei sui panni.

Ma la domanda è: come potevo piacergli io? Non ero poi niente di ché. Non avevo niente di speciale, mi sentivo una nullità, non avevo più amici..."

<O forse si?>
Mi guardò stranita.
Poi le si illuminarono gli occhi e sorrise.

"< Era Gennaro, diceva di vederci oggi al parco>

raccontava mentre si rimetteva il telefono in tasca. Io lo guardavo in attesa di risposte. Non sapevo chi fosse questo Gennaro e tanto meno cosa dovevano fare.
Poi sorridendo aggiunse

<Già,è vero. Tu non lo conosci. È il mio migliore amico, era quel ragazzo che era al funer... >

Non volevo che finisse la frase, era la terza volta che mi ricordava quel giorno e io non volevo più sentire una parola su quello.

<Quanto manca?>

<A cosa?>

<Quanto siamo distanti da casa?>

<Ah già > disse ridendo e dandosi una manata sulla fronte <Siamo quasi arrivati, anzi è proprio lì davanti>

Mi accompagnò davanti la porta e..."

<Ti ha baciato vero?Dim...>

<No no no, niente di tutto questo>

mi rispose diventando rossa, poi continuò col suo racconto.

"Mi sfiorò la guancia con le labbra, poi scappò via verso il cancelletto della sua casa, si girò un'ultima volta facendomi una smorfia e poi scomparve tra le meraviglie del suo giardino. Rimasi fuori per alcuni minuti, ferma, immobile, con un sorriso stampato in faccia e davanti gli occhi la sua buffa faccia.
Non sapevo cosa provavo veramente, ma quel ragazzo stava iniziando a piacermi"

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Ciao baelle/i
Spero che la mia storia continui a piacervi.
(Scusate eventuali errori)

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