Allucinazione

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Seduta ad un tavolo Clarisse guardava i bambini con le loro pizze, che giocavano assieme e si ricordava di quei momenti passati con i suoi cugini.
I pomeriggi passati a giocare a nascondino con Jamie e James, le lotte con Mathias, le battaglie di palloncini pieni d'acqua a ferragosto. La sua infanzia era stata come le altre, tutto era stato come doveva essere, ma per una bugia, ogni certezza era crollata come un castello di carte.
E adesso, non poteva nemmeno andare da Mathias e cercare il suo conforto o a giocare con i suoi cuginetti, in effetti come si poteva tornare indietro a 23 anni dopo?
Clarisse si strinse nelle spalle, chiudendo gli occhi.

Noi sappiamo chi sei, Clarisse...

La ragazza aprì gli occhi d'improvviso, guardandosi attorno. Chi era? Le era sembrato che qualcuno dietro le sue spalle le sussurrasse nell'orecchio.
Non notando nessuno pensó fossero le voci nella sua testa, o almeno cercó di convincersi di ció, pur essendosi accorta della differenza di queste voci da quelle solite.

Siamo noi che ti abbiamo portata qui...

Clarisse dapprima non capì ció che volevano dire poi lo ricollegó al salto temporale che aveva fatto.
"Non posso nemmeno dire che son sciocchezze" si disse.

Probabilmente ti chiedi perchè... Beh è la tua punizione. Capirai presto per quale increscioso e imperdonabile atto.

Sentenzió la voce.
Clarisse rabbrividì, chi avrebbe mai potuto volerle tanto male? Anche se stare con suo padre le faceva piacere dopotutto. Quindi allora cosa avevano in mente le voci? Quale era il suo crimine.

-Clarisse.
La richiamó alla realtà la voce di suo padre, che le porgeva un piatto di carta giallo con una fetta di torta glassata sopra.
Clarisse lo prese, e gli sorrise.
Era strano quanto sentisse quella sensazione di stare con qualcuno che condivideva lo stesso sangue.
Questo le fece tornare alla mente vecchi ricordi... Mike, il suo finto papà che le preparava la merenda, la spingeva sulla altalena, che le era stata accanto... Per un attimo si chiese se davvero Mike non era stato un padre per lei e se Vincent fosse veramente così speciale...  "ah vero..." Si disse Clarisse "Vincent è morto... Non è colpa sua..."

Andarono via quella sera sul tardi, erano circa le 23:30 quando entró la guardia notturna. Alto, capelli castani e degli occhi azzurro mare.
"Mike!" Sussultó Clarisse vedendolo, anche Mike le diresse uno sguardo, più che altro incuriosito.
Arrivata a casa, Clarisse si coricó sul letto, con la testa così pesante che se si fosse alzata sarebbe crollata di nuovo sul letto.

"Chissà cosa succederà domani..." Si chiese la ragazza "Se oggi mi sono risvegliata nel 93 chissà dove e quando saró al mio risveglio... Chissà pure se saró io al mio risveglio... Chissà se al mio risveglio saró viva..." Clarisse si giró su un fianco, dando le spalle alla luce della abatjoure.
"E poi Mike... Mike era guardia notturna... Sono sicura che..." Uno sbadiglio "Sono sicura che quel posto c'entra qualcosa... Che Vincent e Mike c'entrino qualcosa..." Un'altro sbadiglio "ma ora è inutile pensarci... Sono troppo stanca per ragionare..." Si disse sprofondando nel cuscino e chiudendo gli occhi.
Ed ecco. Di nuovi le presenze, le voci, le grida, i pianti sommessi, che come ogni notte tornavano e davano la buona notte a Clarisse, assottigliando sempre di più la linea che divideva la follia dalla realtà.

~~~

Mathias camminava nervoso per la stanza.
Jamie e James piangevano mentre Jeremy, loro padre, cercava di consolarli.
Scott parlava con i medici.
E poi c'era Mike.
Mike era seduto su una sedia, accasciato su se stesso, disperato. Gli occhi erano rossi di pianto e il bell'azzurro dell'iride era diventato un'orribile bluastro simile ad cielo inquinato.

-Mike...
Disse Scott irrompendo nella stanza con una calma che sembrava quasi violenta in quella disperazione che li circondava, interrompendo il tap tap prodotto dai passi di Mathias.
Quest'ultimo lo guardava con gli occhi lucidi.
-Parla, papà.
Scott sospiró, e quando si accorse di avere anche l'attenzione del quarantenne, prese un respiro profondo e parló:
-Coma. L'hanno mandata in cima farmacologico per stabilizzarla, ma adesso non si sa quando si risveglierà.
Sentenzió abbattuto.
Queste parole fecero sgorgare un mare di lacrime dagli occhi di entrambi. I singhiozzi di Mathias erano tanto rumorosi quanto dolorosi, mentre quelli di Mike erano quasi impercettibili per il fatto che era praticamente sprofondato fra le sue stesse braccia.
Clarisse invece, aveva i tratti ammorbiditi da un sonno profondo.

Chissà se ci sarebbe stato il suo risveglio.

PURPLE - Cursed DaughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora