Riscatto

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-Cosa avreste intenzione di fare?...
Chiese Clarisse guardandoli cercando di avere una delle sue fantastiche idee, che stavolta, non arrivavano.
Era come se la sua mente si fosse fermata e non riuscisse più a pensare a niente.
-Smembreremo il tuo corpo...
Disse Nightmare
-E daremo loro in pasto la tua anima.
Trilló Fredbear indicando le sei anime.
Fu cosí che il primo dei due, protese in avanti la mano.
-Ecco a te.
Tutto si fece buio attorno a Clarisse non potè fare altro che aspettare...

Le luci si riaccesero e questa volta era in un giardino... Un giardino enorme, ma soprattutto buio.
Inizió a camminare, e a guardarsi attorno, ma nulla tranne gli alberi.
Ad un tratto, un sentiero, una luce.
La luce proveniva da un lampione rudimentale e sembrava che ce ne fossero altri lungo il percorso, ma la nebbia non permetteva di capirlo con certezza.
Clarisse arrivó lì e si fermó. Doveva capire cosa avevano in mente quando ad un tratto tutti i suoi pensieri vennero interrotti da dei passi.
Prima lontani poi sempre più veloci e sempre più vicini.
Si voltó di scatto e vide degli occhi luminosi che correvano verso di lei.

Lanciato un urlo inizió a correre.
Correre e correre e correre.
Il fiato non le mancava, non era stanca, non voleva morire.
In realtà non aveva una vera ragione per vivere, ma sentiva che doveva e l'intuito, dopo che ogni sua certezza e speranza era stata distrutta, era tutto ció che le rimaneva.
I suoi piedi si muovevano tanto velocemente da non toccare quasi tutti terra e nonostante non sapesse da cosa stava scappando, non poteva correre il rischio di girarsi, sentiva quasi il suo respiro.
Continuò a correre quando calò di nuovo il silenzio attorno a lei riuscì a riprendere fiato.
In lontananza vide una casa, e voltatatasi per cercare se dietro di lei ci fosse stato qualcosa, si rese conto che forse non ce l'avrebbe fatta.
-TI MANGIO TI MANGIO TI MANGIO.
Di nuovo si mise a correre, sta volta poteva essere la fine visto che stava usando le ultime forze che aveva nelle gambe.
Era quasi arrivata alla porta, la spalancó e si buttó sul pavimento di pancia, chiudendo la porta con un calcio. Rimase a terra ad ansimare tra la polvere, rendendosi conto di essere salva, si rialzó pulendosi  e sentendo i colpi di quel mostro sulla porta, ma sicura di essere al sicuro, si allontanó velocemente dall'entrata e svoltó l'angolo.

Quella casa era tutto un corridoio, un dedalo con qualche lampada ogni tanto, le finestre da cui filtrava la luce della luna e quadri con foto appesi ai muri, ma nessuna porta. Nessuna stanza.
Svoltó qualche angolo fino a ritrovarsi di fronte a un'altro di quei mostri.  Alzati gli occhi da terra, la guardó e inzió a correre verso di lei, d'un tratto Clarisse cambió completamente direzione. Si voltó e corse più veloce che poteva.
-TI PRENDO.
No. Non l'avrebbe mai presa doveva farcela, doveva salvarsi, in qualche modo.
Questo era essere umani, l'adrenalina e il risvegliarsi preda dopo una notte da predatori.
Essere umani era uccidere e poi scappare da qualcosa di più grande.
Ma lei non sarebbe mai stata una preda.

Voltato l'angolo, trovó una mazza da baseball e la brandì.
Una strana forza la invase e trovatasi davanti al mostro lo ridusse letteralmente in pezzi.
Sentì rumore di bulloni che cadevano, pezzi di plastica che si spezzavano, ma non si fermò finché non fosse diventato un ammasso di piccoli pezzi di spazzatura.
Ripreso fiato, guardó bene ció che aveva fatto e si mise a ridere. Ridere sguaiatamente, ininterrottamente.
Sapeva che quello che stava facendo non era normale, ma decise di ignorare completamente questo fatto.
Le voci... Dov'erano le voci? Non c'erano! Solo l'eco infinito delle sue risate incontrollate.
-Sicchè non sono matta, non posso ragionare come un matto...
Disse lei guardando la foto che mostrava il bel viso del suo defunto padre, che tutti chiamavano pazzo, in preda alle sue risate convulse
-Peró capisco come ti sentivi Papà... E MI PIACE DA IMPAZZIRE! AHAHAHA!

Cominció a correre e si ritrovó in soffitta, da dietro ad uno scatolone balzó fuori uno di quei mostri, dalle sembianze di una volpe, ma lei non aveva più paura, come se l'adrenalina scorresse al contrario e aspettò che il mostro le venne vicino.
Tentò di saltarle addosso nella rincorsa ma con un colpo di mazza da baseball finì a terra, la cosa però non la soddisfó, perció si avvicinó ad un baule e dalla marea di attrezzi che vi era dentro prese un'accetta.
"Molto, molto meglio."
Si avventó contro il mostro metallico che andó in pezzi. Quindi scese correndo come mai aveva fatto.
Si stava divertendo e le sue risate lo testimoniavano.
HAHAHAHHAHAHAHAHAHAH.
Non si sentiva nient'altro.
Trovó anche quello nella cantina, ci volle un po' prima che smettesse di muoversi, era piuttosto duro, ma quando ebbe finito non ne rimasero che bulloni, aperta la porta, la gallina fece la stessa fine.

Non contenta prese a vagare per casa, non c'era nulla, solo i suoi passi pesanti e i suoi respiro affannoso interrotti dalle risate convulse che le esplodevano in gola ogni tanto e in sottofondo il rumore della mazza che strisciava per terra.
Arrivò al piano di sopra, e la sua attenzione venne catturata da un piccolo quadernino.
Lo aprì e tutte le pagine erano strappate, tranne l'ultima:

"Caro diario,
Non voglio essere la madre della creatura di un mostro. La figlia di quell'orco non voglio crescerla io.
Crescerà e diventerà un mostro come suo padre, è marcia. L'ho visto dai suoi occhi.
Preferisco morire, piuttosto che allevare una bestia."

Il foglio era firmato Caroline Schmidt.
Clarisse trasformò il suo sorriso da gatto del Cheshire ad una smorfia di disgusto e rabbia e strappò anche l'ultima pagina del diario.
-Ci vediamo all'inferno, mammina.
Si scosse dall'ira distrusse qualche altra finestra prima di ricominciare a ridere.

-Eheh... Nightmare... Fredbear... Sono morti... ORA TOCCA A VOI!
Apparsi davanti a lei, Nightmare tentó di darle una zampata che lei paró con l'accettà e poi sferró un colpo.
La parte colpita si dissolse, come fosse fumo.
Sorrise.
Corse verso Fredbear e saltatogli addosso lo fece sparire come vapore con dei colpi di accetta.
Nightmare la maledisse:
-PAGHERAI PER QUESTO.
-Potrei giurare vendetta anche io ma mi piace il modo in cui mi avete trasformata! AHAHAHA!
Clarisse, detto questo alzó l'accetta.
-non puoi fermarmi.

~~~

-Ti prego... Ti scongiuro...
Mathias era appoggiato al letto d'ospedale e teneva le mani di Clarisse.
-Svegliati...
Fu in quel momento che Clarisse aprì gli occhi.
-Oh dio mio... Clarisse!
-Mathias...
Seguì un'abbraccio.
-Eravamo tutti così preoccupati per te! Dimmi stai bene? Ricordi le cose?
-Ricordo... Ricordo tutto sì...

Presto tutti vennero a farle visita.
E lei sorrideva. Sorrideva sempre.

Scott sgranó gli occhi e guardó Mike.
-Mike... Quel sorriso...
-Ho visto.
-Perché mi guardate come idioti? Eheheh

Evil doesn't die.

PURPLE - Cursed DaughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora