Erano appena le 9:12 quando i miei occhi si spalancarono in quella stanza buia: le tapparelle delle finestre erano ancora chiuse e si iniziavano a sentire i primi rumori mattutini. Mi strizzai gli occhi e feci un sospiro, dopodichè mi avvolsi completamente nella mia vestaglia di pile bianco latte e mi diressi verso la cucina. Una luce abbagliante mi accecò all'istante e fui travolta da una valanga di strani profumi e di certo non potei non notare la scena di mio padre che canticchiava e ballava mentre preparava il suo solito frullato dietetico e delle frittelle. Inquietante.
-Sei di buon umore oggi,a quanto vedo.- Dissi ancora stupita da quella scena.
-Già sveglia? -Disse girandosi di scatto,facendo attenzione a non versare neanche una goccia del frullato verde pistacchio.
-Non sono riuscita a chiudere occhio stanotte e il russare di Helena non è il sottofondo musicale migliore per dormire.. -Replicai raccogliendomi i capelli in uno chignon improvvisato.
-L'essere migliori amiche non implica anche sopportare i difetti altrui?
-Puó darsi.. Ma resto dell'idea che dovremmo comprare una di quelle cuccette per cani e infilarcela dentro! -Aggiunsi.Nell'aria c'era un forte odore di caffè e zucchero filato, un misto di dolce e amaro tanto intenso da farmi venire l'acquolina in bocca. Il mio sguardo si posò per un attimo sul tavolo immacolato,colmo di ogni tipo di frutta e verdura: sembravano macchie di colore su un'immensa tela bianca.
-I tuoi pancake sono lì sopra, serviti da sola. -Mi disse indicandomi il ripiano più basso.
Presi il piatto di porcellana e mi accomodai al bancone accanto alla finestra,contemplando quello che era il piccolo paesaggio di casa mia: il cielo era di un azzurro molto intenso, con solo qualche nuvola sparsa qua e là,gli alberi che rifiorivano per l'arrivo della primavera e coprivano appena l'orizzonte, dando spazio alla mia più fervida immaginazione, un mucchio di casette tra il bordeaux e il marrone scuro erano ammucchiate una accanto all'altra e il rumore delle foglie secche sull'asfalto che venivano portate via dal vento, come una dolce coperta autunnale.
-Sei nervosa per oggi?-Aggiunse mio padre, strappandomi al mio mondo delle fantasie.
-Direi..
-Nulla che dei pancake fatti in casa non possano risolvere! -replicò.
Ne iniziai a sgranocchiare uno, mentre lui riprendeva i suoi esperimenti culinari..
-Allora.. -Farneticai. -Come va con Juliet? È un po' che non la vedo in giro per casa..
-Ultimamente abbiamo avuto un po' da fare, ma l'ho invitata a cenare da noi stasera.
-Mi sembra una buona idea. -Dissi dando un morso al pancake. -Ugh! -Feci un verso di disgusto sputando nel piatto. -Beh,papà, se la tua intenzione era di sperimentare dei pancake salati.. Ci sei riuscito.
A quell'affermazione non rispose, ma si limitò a fare una sonora risata sorseggiando il suo frullato. Lo fulminai con lo sguardo e lui si coprì la bocca con la mano cercando di non far vedere la sua risata, facendomi innervosire ulteriormente.-Se vuoi la guerra.. Sarai accontentato. -Mi fiondai su di lui, facendogli il solletico nei punti dove lo soffriva di più.
-Sally! Dio, no! Sai che lo odio! -Disse ridendo. La sua risata echeggiò in tutta la stanza,ampliandone il suono; era il tipo di risata che non si poteva dimenticare, perché faceva ridere anche te.
-Basta! Mi farai arrivare in ritardo! -Il suono di quelle parole uscì alquanto strano: se non avessi conosciuto mio padre non sarei mai riuscita a decifrare quello che aveva detto,dato che aveva la grande abilità di parlare e ridere contemporaneamente.
-Signor Michael, si sta forse arrendendo? -Dissi pizzicandogli la pancia. Cercó di liberarsi dalla mia morsa, ma fu un tentativo del tutto invano.
-Okay, okay.. Sei penoso. Puoi andare adesso.Lasciai la presa e lui si precipitò a prendere la giacca blu appesa all'appendiabiti.
-Allora, come sto? -Mi disse, toccandosi il colletto della camicia bianca che portava sotto.
-Li stenderai tutti, come al solito. -Aggiunsi ridendo.
Mio padre era un uomo davvero affascinante: alto, occhi azzurri, capelli biondi, il tipo sportivo.. Essì, proprio il tipo di uomo che tutte vorrebbero. E infatti era così, la sua nuova compagna Juliet non era solo una della sua grande lista.
Ad ogni modo, dopo averlo ammirato in tutto il suo splendore, mi diede un bacio sulla guancia e uscì di casa alla svelta.
L'orologio fece un ticchettio: erano le 9:31 e i test di ammissione per l'università non sarebbero cominciati prima di tre ore. Mi diressi in camera, mentre Helena dormiva ancora in un sonno profondo. Era così dolce quando dormiva, specie con quei capelli arruffati e la bocca aperta. Dovetti resistere parecchio nell'evitare di disegnarle un paio di baffi finti sulla faccia, visto che l'ultima volta non la prese bene. Avendoli disegnati con un pennarello indelebile,Helena non uscì di casa per una settimana, finchè il disegno non sbiadì del tutto. Ma in mia discolpa, posso dire che avevo solo cinque anni e non sapevo che l'inchiostro indelebile rimanesse tanto a lungo.Cacciai quel pensiero innocente dalla mia mente e andai ad aprire leggermente le tapparelle della finestra per riuscire a scavare qualcosa dall'armadio, poi, in punta di piedi andai in bagno cercando di evitare tutte le cianfrusaglie che c'erano sul pavimento: tra fogli, libri e vestiti.
Mi precipitai nella doccia insaponandomi per bene con il mio sapone preferito alla lavanda e muschio. Indossai un paio di jeans skinny, una maglia nera a maniche lunghe in pizzo e i degli stivaletti neri di pelle. Presi la mia borsa e lasciai un messaggio sul bancone per Helena, dove le dicevo di raggiungermi al bar non appena si sarebbe svegliata per fare una colazione come si deve,senza il rischio di avere dei dolori allo stomaco in tarda mattinata. Salì in macchina e sistemai la borsa accanto alla mia giacca, dopodiché feci partire l'auto sulle note di Just the way you are,di Bruno Mars.
Dall'auto notai che il bar era stranamente pieno, non che solitamente fosse vuoto, ma c'erano decisamente più persone del solito qul giorno. Forse c'era qualche inaugurazione o stavano festeggiando qualcosa,pensai.
Parcheggiai al solito posto e mi diressi verso la porta, che, con mia grande sorpresa, era bloccata. Feci forza per spingerla all'indietro, ma sembrava non voler cedere. Spinsi più forte,poi notai che sotto quest'ultima c'era incastrato qualcosa. Riuscì a toglierlo e forzai nuovamente la porta cercando di aprirla,ma non mi accorsi che in quell'istante un ragazzo stava per uscire. Lo colpì abbastanza intensamente da fargli fare un passo all'indietro e mortificata per l'accaduto, mi diressi da lui. Aveva i capelli neri abbastanza lunghi, pelle bianca come l'avorio, un paio di occhiali da sole neri ed era tutto vestito di un nero abbastanza aderente.
-Oddio. Perdonami.. Stai bene? -Gli dissi mettendogli una mano sulla spalla, mentre lui aveva la testa piegata verso il basso e si stava massaggiando in naso.
-Sono mortificata, non volevo... -Aggiunsi.
Alzó il suo viso bianco tanto da poter vedere i suoi piercing al lato della bocca e del naso e nonostante i suoi occhiali scuri,riuscì a scorgere una leggera nota di azzurro tra di essi,che mi lasciò letteralmente senza parole.
![](https://img.wattpad.com/cover/59690568-288-k687896.jpg)
STAI LEGGENDO
Deceptive Blood || Andy Biersack ||
FanficIl tuo Demone ha gli artigli e i denti aguzzi. Il mio ha gli occhi di ghiaccio e il cuore di fuoco. "-Rivestiti, non so per quanto ancora riuscirò a controllarmi. -Disse in tono severo, gettando la felpa sulla sdraio. Il suo sguardo si posò su di me...