In quel momento arriva il dolore; un dolore lancinante, che parte dal cuore e si irradia in tutto il corpo, facendoti piegare in due e facendo cadere il telefono. Trabocca dagli occhi sotto forma di lacrime roventi. Rimani per terra dondolandoti avanti e indietro, ripercorrendo quei pochi istanti dei quali ricordi solo il rumore delle tue ginocchia che impattavano con il terreno e dello schermo del telefono che si scheggia accanto a te. Piano piano raccogli il telefono e dopo averlo sbloccato, provi a dare un senso alle parole incomprensibili segnate come suo ultimo messaggio. Sono per forza insensate, ti dici, non è stato lui a scriverle, non può provocarti tutto questo dolore, pensi che dopo tutto quello che avete passato insieme, lui non può in nessun modo fare una cosa del genere, soprattutto per telefono, non può ridurti a un mucchietto di macerie tremanti, è inconcepibile. Velocemente, per quanto consentito dalle tue braccia stanche e tremanti, recuperi il telefono e digiti in fretta una richiesta di spiegazioni, che non tarda ad arrivare. È la conferma; e a quel punto, ti lasci completamente prendere dal panico. Ti dai un pizzicotto, il più forte possibile, non senti niente e non cambia niente e lì, in quel momento, arriva il crollo totale. Non capisci cosa stai facendo, senti solo i sordi colpi e i cupi rimbombi dei tuoi pugni che si schiantano contro il muro, sei solo vagamente consapevole della pioggia di lacrime che ti lascia solchi sulle guance e ti bagna la maglietta e delle urla lacere che ti fuoriescono incontrollabili dalla gola. Non sai per quanto tempo continua tutto ciò, sai solo che ad un certo punto lasci scivolare il tuo corpo lungo la parete e giaci immobile con le gambe strette al petto stanca e svuotata. Lentamente le lacrime smettono di scorrere e si asciugano sulle guance, dopo un po', inizi a renderti conto di ciò che ti circonda. Con immenso sforzo, cerchi di tornare lucida e di ricordarti del luogo in cui ti trovi. Ti guardi intorno e noti che sei in camera tua. Guardi le tue pareti così familiari, ma ora così irriconoscibili. Il muro al quale sei appoggiata, è un miscuglio del naturale azzurro, delle tue lacrime e del tuo sangue, che lo rende più cupo. È uno spettacolo inquietante, tu sei inquietante. Porti lo sguardo verso il tuo letto e poi lo fai scorrere lungo la parete in fondo, verso l'armadio e poi oltre, fermandoti allo specchio. Con passi malfermi arrivi lì vicino ad occhi bassi e socchiusi, poi prendi un profondo respiro e ti guardi. Quello che vedi ti mozza il fiato e ti fa torcere lo stomaco dal disgusto. Ti volti di scatto credendo di trovare qualsiasi altra persona davanti allo specchio, anche un mostro o un fantasma, ma quella non puoi essere tu. Ti dici che stai facendo la stupida e che stai scappando dalla realtà, quindi ti volti per affrontarla. Ti avvicini di più e inizi ad aprire e chiudere gli occhi. Ciò che hai visto non lo riesci a sopportare. Hai la faccia e gran parte delle braccia incrostate di sangue, la maglietta che tanto ti piaceva, è solo uno straccio sgualcito ed impregnato del tuo dolore. Te la sfili di scatto e la getti a terra, ma ciò non ti fa dimenticare quella visione perché il sangue gocciola sul tuo stomaco a causa dei tagli ancora aperti sulle nocche. Cerchi di pensare a qualsiasi cosa, tranne che all'orrore che vedi, ma poi, mentre cerchi di pensare ai più bei momenti, scorgi una piccola parte di te e ti irrigidisci. Avverti la tensione farsi strada dentro il tuo corpo e rendere ogni tuo muscolo. Senti una calma gelida è un vuoto senza fine, risucchiare il tuo cuore e ed espandersi raggiungendo il cervello , le ossa, i muscoli, la pelle; tutto il turbine di annullamento, lo vedi nei tuoi occhi marrone chiaro, li vedi incupirsi fino a diventare quasi neri a causa del vuoto presente dentro di te. Ti rilassi immediatamente e capisci tutto. Ti giri ed esci dalla stanza con una parola che si ripete nella tua mente all'infinito: MORTE. Si, la morte. Avevi diciotto anni e tutta la vita davanti, ma i tuoi occhi, da quel giorno, mostrarono solo la morte.
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Oggi mi è venuto in mente di scrivere questa sorta di descrizione, stavo pensando che potrei crearvi sopra una storia. Fatemi sapere cosa ne pensate così magari inizio a buttare giù qualche ideaGrazie per le visualizzazioni e per i mi piace
Questo testo volevo dedicarlo a Chiara Consoli4
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Dopo un fulmine, puoi aggrapparti ad un' ancora
PoetryPensieri che mi piovono addosso all'improvviso durante la giornata. Possono diventare poesie, prose brevi e possono sfociare in prologhi per eventuali racconti futuri. Spero che vi piaccia e che non diventiate pazzi entrando in contatto con la mia m...