Aprì lentamente gli occhi mentre mi asciugavo con il dorso della mano la fronte imperlata di sudore.
Era Agosto e qui a Londra l’aria era afosa e molto calda. Si moriva letteralmente dal caldo. La temperatura era sopra i 38 gradi e nonostante fossimo vicino al mare, la sera non tirava neanche un soffio di vento fresco. Ogni notte dovevo aprire le finestre nonostante avessi paura che qualcuno potesse entrare da lì.
Era la mia fobia.
Mi alzai dal letto e mi diressi in bagno, infilandomi sotto la doccia. Aprì il rubinetto e l’acqua gelida si impossessò completamente di me. Dio… mi sentivo molto meglio. Chiusi il rubinetto e mi avvolsi in un asciugamano. Andai in camera e indossai l’intimo, una canottiera bianca con scritto “Believe in yourself” e degli shorts.
Quel pomeriggio dovevo incontrarmi con Lydia ed Elena per decidere cosa portarmi in vacanza. Dopo quegli esami massacranti ed dopo essermi diplomato con 90 posso dire che una vacanza ci vuole…eccome!
3 settimane di puro divertimento e relax insieme ai miei 4 migliori amici a Bradford: non si poteva desiderare di meglio!
Lì Jackson e Scott hanno affittato 2 camere d’albergo in un villaggio turistico e quindi staremo lì per tutte le settimane. Una bellissima villa di due piani con piscina e giardino sul retro. PERFETTO.
Il villaggio turistico si chiamava “Holland’s Village” e ho letto su internet che molti hanno apprezzato il servizio ed inoltre la sera si organizzava un falò o un karaoke o addirittura una mini discoteca.
Presi la borsa con soldi, chiavi, acqua e cellulare e poi un borsone con le robe che mi sarei portata per la vacanza, poi scesi di sotto in cucina. Lessi il post-it che ogni giorno mia madre lasciava appeso al frigorifero con il solito messaggio “Torno questa sera tardi, un bacio” Presi una mela rossa come il colore del rossetto che mettevo ogni giorno, la addentai per poi uscire di casa.
Il palazzo di Lydia non distava molto dalla mia, c’erano massimo 15 minuti di distanza e inoltre Elena abitava al piano di sotto.
Amavo quelle ragazze. Ci conoscevamo ormai da 15-16 anni. Ci completavamo l’una con l’altra e inoltre avevamo quasi gli stessi gusti, ma caratterialmente eravamo completamente diverse. Lydia era la viziata, , quella con un mucchio di roba firmata e trucchi a non finire, mentre Elena era la classica ribelle con il guardaroba pieno zeppo di maglie con la croce o con gli scheletri, e poi c’ero io. Una ragazza molto semplice e sofisticata nel vestire.
Lydia si intendeva di moda, Elena di musica ed io di cibo, dovevo tutto a mia madre. Lei era una cuoca, una cuoca eccezionale infatti adesso è in Italia per girare una specie di show culinario(cosa che anche io vorrò fare da grande)infatti stavo cercando anche un lavoro su questi principi a Londra, ma con scarsi risultati.
Dovrò cercare ancora e ancora. Ma adesso dovevo pensare solo a questa benedetta vacanza, al resto ci penserò dopo.
Dopo un paio di minuti ,in compagnia del mio fedelissimo Ipod con canzoni da me tanto amate come “Give me love” di Ed Sheeran, arrivai al portone e citofonai.
-Si?-
-Sono io Li.. apri!-
Entrai dentro il palazzo e presi l’ascensore(altra mia fobia, ma era al 13esimo piano il suo appartamento…quindi, capitemi!)
Dopo 15 secondi contati arrivai al piano, suonai al campanello e appena la porta si aprì una ragazza dai capelli mori mi venne incontro buttandomi le braccia intorno al collo e facendomi cadere il borsone a terra. La strinsi forte a me.
-Ciao Lydia!-
-Amanda!-
Prese il borsone e mi diede un bacio sulla guancia per poi afferrarmi il polso e trascinarmi dentro l’appartamento. Come sempre Elena era seduta sul letto della mora a suonare la sua bellissima chitarra elettrica bianca e nera autografata dai Muse (un gruppo che anche io adoro).
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Dimmi una bugia.
RomanceLei è Amanda Robbinson, ha 19 anni ed è di Bradford, Inghilterra. E’ una ragazza con capelli biondi e occhi color ghiaccio una classica Barbie, ma ha un solo difetto: non è perfetta, anche se in molti credono il contrario. E’ alta circa 1.70 ed ha u...