capitolo 6

531 34 7
                                    

-Io sono Zayn, Zayn Malik-

Il ragazzo dagli occhi color caramello mi porse gentilmente la mano, mentre con l’altra teneva un panino. Eravamo seduti accanto mentre guardavamo il fuoco in alzarsi in aria. Posai il panino con bacon e maionese sulle cosce.

-Amanda, Amanda Robbinson-

Sorrisi guardandolo negli occhi, stringendogli la mano. Era estremamente bello. Capelli corvini alzati in una cresta, pelle scura, magro, alto. Aveva degli occhi a mandorla, sottili come le sue labbra rosee. Il suo sorriso era seducente come il suo sguardo e la sua voce, inoltre aveva una leggera barbetta e dei baffi che gli circondava il volto.

-Devo dire che hai una voce eccezionale…- dissi timidamente, guardando altrove concentrandomi nel masticare il pezzo di cibo. Se il mio sguardo incontrava il suo, sicuramente mi ci sarei persa.

-Grazie…- sussurrò con il boccone in bocca. Prese una birra e ne bevve un bel po’, per poi riposarla e addentare il suo panino.

-Allora… Da dove vieni Amanda?-

Lo guardai timidamente.

-Londra.. tu?-

-Sono di qui, anche se ho origine pakistane paterne…-

-Ci sei mai andato in Pakistan?-

-Solo una volta quando ero piccolo… ma non è niente di che… preferisco l’Inghilterra… anche perché si possono conoscere delle bellissime ragazze come te-

Arrossì di colpo appena mi squadrò dalla testa ai piedi sorridendo. Fummo interrotti da un ragazzo dai capelli mori e dagli occhi color celesti. Un celeste limpido come il cielo di Bradford. Sorrise.

-Ehi Zayn..-

-Ciao bro-

Si diedero il pugno per poi abbracciarsi.

-Da quanto tempo… come va la vita Lou?-

-Benone! Io ed Eleanor ci siamo trasferiti a Londra un paio di giorni fa… abbiamo affittato casa vicino allo Starbucks-

-Le piacciono ancora?-

-Li AMA- rise.

Tossì. Zayn mi guardò per poi sorridere.

-Lei è Amanda..-

-Piacere, sono Louis-

Il moro mi porse una mano. La strinsi leggermente sforzando un sorriso.

-Piacere mio-

Zayn si alzò e buttò il panino in un cestino.

-E’ stato un piacere conoscerti..-

-Anche per me..- sorrisi triste abbassando lo sguardo. Lo sentì allontanarsi insieme a quel Louis.  Guardai nella loro direzione e incrociai lo sguardo intenso di Zayn. Si era fermato. Mi alzai anche io, facendo cadere il panino a terra e schiusi le labbra mentre lo continuavo a guardare. Era indeciso. Se venire da me o meno. Si morse il labbro, poi abbassò la testa, serrò i pugni. Lo guardai chinando la testa da un lato, come se non capissi. Sentì un respiro caldo sul mio collo e delle mani cingermi la vita. Delle labbra iniziarono a baciare il mio collo e mi fecero poggiare la schiena sul un petto possente, maschile. Chiusi gli occhi per poi poggiare la testa sulla spalla di Scott. Mi fece girare di scatto e incrociai gli occhi lucidi di desiderio di Scott, che sorrise maliziosamente. Aveva l’aria da ubriaco e il suo alito sapeva di un misto fra birra e gin. Mi cinse ancor più forte i fianchi, facendomi fare una smorfia di dolore.

-S…Scott… m…mi fai m…male…- sussurrai per poi essere ammutolita dalle sue labbra. Cercai di respingerlo, di liberarmi dalla sua presa forte.

-Voglio divertirmi un po’ piccola..- sussurra.

-S…smettila… s… sei ubriaco- dissi cercando di evitare le sue labbra, che andarono a finire sul mio collo per morderlo ripetutamente. Una sua mano mi palpò con violenza il sedere, facendomi gemere dal dolore.  Spinse la sua erezione contro di me.

Mi trascinò in una parte buia. Avevo la bocca tappata dalla sua mano, mentre l’altra era ferma sul mio polso.

Mugnai a lungo, mentre sentivo gli occhi bruciarmi dalle lacrime che ormai non smettevano più di scendere. 

Intorno a noi solo il buio e il silenzio più totale. Appena lasciò la presa dal mio polso iniziai a correre alla cieca, urlando aiuto. Ma non c’era nessuno. Mi sentivo in trappola. Lo sentivo dietro di me. Malvagio, oscuro. Un cacciatore pronto a farmi del male. L’adrenalina mi scorreva in corpo e mi spingeva sempre di più a correre, mi voltavo ogni tanto per vedere se mi aveva raggiunto , ma poi inciampai su qualcosa di duro.  Finii con il mento a terra. Qualcuno si mise a cavalcioni sopra di me e sentì delle labbra premere forte sulle mie spalle. Poi delle mani grandi iniziarono a togliermi il vestito, facendolo scendere lungo i miei piedi. Avevo freddo. Sentivo quel corpo opprimente sul mio, che cominciava ad ondulare dall’alto verso il basso. Iniziò a frustarmi con qualcosa sulla schiena. Una cintura. Le mie urla strazianti e angoscianti venivano infrante sull’erba.  Le mie mani strappavano fili d’erba per il dolore, mentre mi mordevo a sangue il labbro inferiore continuando a ripetere quanto mi stesse facendo male.

-Stai zitta!- ringhiò Scott.

-Aiuto! Aiuto!- urlai con la gola che mi bruciava.

Sentì il tessuto delle mutande calare tutte d’una volta. Provai ad alzarmi e a sgattaiolare via mentre gridavo e piangevo dal terrore. Ma subito lui entrò in me con furia. Inarcai la schiena, spalancai gli occhi ed un urlo disumano uscì dalle mie corde vocali. Si muoveva male ed inoltre spingeva troppo forte, per arrivare sino in profondità.  Lo sentivo gemere di piacere mentre la rabbia, il disgusto mi invadevano le fauci. Mi sentivo maledettamente debole, fragile, stupida. Continuava ad entrare in me, mentre mi distendevo come morta sull’erba.  Colpo di frusta, spinta, gemito di piacere ed io morivo sempre di più. Guardai in mezzo al bosco. Una figura nera che tendeva la mano verso di me. La tesi anche io, per prenderla, per afferrarla quell’ancora di salvezza.  Sgranai di poco gli occhi e mi parve di sentire chiamare il mio nome. La sua voce roca, grumosa. Lo conobbi subito.

-Papà…- dissi esausta e straziata dal dolore mentre le lacrime mi divoravano il volto.

Sentì dei passi. Veloci.  Una voce. Una voce familiare, piacevole da ascoltare. Sentì qualcosa rompersi. Ossa. Un urlo di dolore e il mostro uscì fuori da me. Sentivo le forze abbandonarmi, qualcuno mi alzò la mutanda e sentì un tessuto coprirmi le spalle.

-S…stammi l…lontano…- dissi a fin di voce in preda al panico.

Iniziai a sgattaiolare via per poi alzarmi e correre velocemente, ma una strattonata al braccio mi colpì all’improvviso. Mi ritrovai in braccio ad un ragazzo. Lo guardai meglio, ma la mia vista era offuscata dalle lacrime. Sentì il suo calore. Un calore che tanto desideravo un momento fa. Il mio corpo era invaso da scosse e da brividi, ed ogni tanto quelle labbra sottili mi baciavano la fronte.

Mi faceva male il basso ventre ed ogni volta gemevo incontrollabile dal dolore. Strattonai la maglia bianca come ribellione al ragazzo.

-Ti porto al sicuro..- sussurrò.

Spalancai gli occhi e la bocca.

-Zayn?-

-Tranquilla Amy..ci sono qui io-

“Amy”. Quel soprannome mi ronzò in testa e una piacevole sensazione di protezione mi invase l’animo. Papà. Papà mi chiamava così. Mi rifugiai nel suo petto chiudendo gli occhi respirando a fondo quel profumo di sigaretta che i suoi vestiti emanavano.

-G…grazie- sussurrai a mala pena.

 #SPAZIO AUTRICE

Saaaalve c:

Allora... vi è piaciuto?

Devo dire che è venuto meglio di quello precedente o almeno è quello che penso io.

Bacioni da Fede :**

Dimmi una bugia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora