Capitolo due.

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Scendo al piano di sotto e trovo Niall davanti alle scale che mi guarda strano.
-E tu vorresti uscire così?- alza un sopracciglio e mi indica con la mano.
-Ehm.. Si, perchè?- chiedo scendendo l'ultimo scalino.
-Sei troppo bella, magari altri ragazzi ti guardano.- dice sempre serio.
-Ma papà.- ridacchio e lo abbraccio.
-Sei solo tu il mio uomo.- sorrido con il viso sul suo petto. Mi accarezza i capelli.
Non ero vestita volgarmente, avevo un vestito lungo,blu senza spalline.
-Dai vado che Kym mi aspetta qua fuori con la sua macchina.- gli sorrido staccandomi dall'abbraccio.
-Mi raccomando.- mi sorride. -Non fare tardi.-
-No, papà.- Gli do un bacio sulla guancia ed esco dall'abitazione.
Noto subito la macchina bianca di Kym e mi avvicino lentamente, a causa dei tacchi.
-Ehi- la saluto chiudendo la portiera.
-Non ti molla un attimo quel figo di tuo padre eh- mi dice.
-cosa?-
-guarda.- mi indica la finestra di casa mia, dove è affacciato Niall che mi saluta con la mano.
Ridacchio.
-Eh.. Che ci vuoi fare.-

Parcheggia l'auto davanti ad uno dei ristoranti più lussuosi di Mullingar.
-Ma Kym, io non ho molti soldi.- piagnucolo.
-È il tuo compleanno, e questo è il mio regalo. Una cena per noi due.- mi sorride per poi scendere dalla macchina.
Non me lo sarei mai aspettato da lei.
Ci avviciniamo al portone e solo qui noto com'è vestita lei.
Ha un vestito anche lei lungo, ma rosso. Molto scollato, con due maniche abbondanti.

-Buongiorno.- saluta lei al cameriere.
-Buongiorno a lei, avete prenotato?-
-Si, a nome di Stewart.-
-Ehm... Si.- dice mentre controlla su un taccuino. -Seguitemi.-
Il ragazzo inizia a camminare per l'enorme sala e noi lo seguiamo.
Arriviamo ad un tavolo da due e ci fa accomodare con un gesto delle mani.
-Ecco a voi, signorine.- ci sorride. -Torno tra poco per le ordinazioni.-
Se ne va.
Ci sediamo e lei inizia ad aprire il pacchetto di grissini affianco al menù.
-Non guardi il menù?- chiedo perplessa.
-Oh, no, so già cosa prendere.- mi sorride.

Mentre controllo i vari primi sento vibrare il cellulare, lo prendo e vedo che è un messaggio da mio padre Niall.

"Tesoro, come sta andando?"

Sorrido al messaggio. È troppo protettivo a volte.

"Tutto bene papà, stiamo per ordinare."

-Chi è?- mi chiede Kym. Alzo la testa dallo schermo e la fisso negli occhi azzurri.
-Mio padre.- dico.
-Non credi sia un po' troppo appiccicoso?-
-No.. Secondo me è solo molto protettivo nei miei confronti.- gli rispondo mettendo via il cellulare.
-Eccomi, avete deciso cosa ordinare?- dice il cameriere con un taccuino e una penna in mano, interrompendo la nostra conversazione su mio padre.
-Si, io vorrei spaghetti all'italiana al sugo e come secondo delle patatine fritte.-
-si.. E lei?- dice spostando lo sguardo verso di me.

E solo ora mi accorgo di non aver deciso.

-ehm.. Anche io come lei.- mi limito a dire sorridendo. Sento le guance andare a fuoco.
-Da bere?-
-Vino. Vino bianco.- dice lei.
Il cameriere annuisce e sparisce tra la folla.
-Non sapevo ti piacessero gli spaghetti.- dice Kym.
-Oh.. Si, mi piacciono.- mi invento al momento.
-Bene.- mi sorride.

Questa serata sta risultando imbarazzante, non parliamo quasi mai, se non per questioni 'amorose', dove io non posso raccontare praticamente nulla dato che sono single e non sono mai stata fidanzata, e di com'è il cibo.
-Sai.. Stavo pensando.- interrompe il silenzio tra di noi. -Forse dovremmo conoscerci di più. Insomma, non siamo proprio grandi amiche, e magari una conoscenza più approfondita ci farebbe bene, non credi?- questa sua domanda mi lascia spiazzata. Non so che rispondere.
-Oh.. Okay, si.- sorrido imbarazzata.

Ci alziamo dal tavolo dopo un'ora circa e ci incamminiamo nuovamente verso la macchina, dopo che Kym ha pagato.

-Allora ci si vede.- mi sorride Kym davanti casa mia.
-Si certo.- le sorrido anche io e scendo dall'auto.

-Ciao papà!- urlo appena entro in casa.
-Papà? Ci sei?- chiedo guardando in sala e in cucina.
-Si tesoro eccomi, mi stavo facendo la doccia.- dice entrando in cucina con solo un'asciugamano ad altezza della vita e tutti i capelli in disordine.
-Sono... Tornata.- dico scrutandolo.
-Bene.- mi sorride. -Che avete fatto?-
-Mangiato e basta.-
-Interessante.- ride. -Dai, vai a farti una doccia.-
-Si.- dico sorpassandolo. Appena raggiungo le scale mi viene in mente una cosa.
-Papà? Ma chi era oggi al telefono?-
-Gli assistenti sociali.- dice cupo.
Io annuisco e torno di sopra.

Abbiamo due bagni, uno in generale e uno in camera mia.

Mi dirigo verso il mio bagno e inizio a spogliarmi.

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My daddy. |Niall Horan|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora