And I miss you more than I should

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Genn e Chiara si accordarono che la mattina successiva sarebbero entrambi andati a parlare rispettivamente con Giò e Francesca, così Genn si svegliò presto e lasciò un biglietto ad Alex che ancora dormiva, poi uscì e andò a casa di Giò, trovò il portone aperto quindi prese l'ascensore e arrivò all'ultimo piano, suonò il campanello e aspettò che l'amico gli aprisse, dopo due minuti nessuno ancora gli aveva aperto, quindi suonò nuovamente, questa volta a più riprese, dopo due minuti finalmente Giovanni aprì la porta con addosso solo un paio di pantaloni della tuta, i capelli arruffati e la faccia stravolta
-Ehi Giò- lo salutò Genn spostando il ragazzo ed entrando in casa, Giovanni si lasciò spostare e lo guardò entrare
-Che ci fai qua?- chiese il proprietario di casa chiudendo la porta e rimanendo li
-Dobbiamo parlare- rispose secco il biondo, poi spalancò gli occhi e prese dal divano un reggiseno rosso per una spallina -E questo?- domandò poi disgustato, Giovanni si mise una mano nei capelli
-Sarà di Natasha- disse tranquillo
-Natasha?- domandò l'altro sempre più sorpreso, Giovanni non fece in tempo a rispondere che una ragazza con dei lunghi capelli neri fece capolino dalla porta della camera del ragazzo, Genn la scrutò senza dire niente poi guardò l'amico e con il solo sguardo chiese delle spiegazioni
-Lei è Natasha- disse Giò indicando la ragazza
-Veramente sono Jessica- lo corresse piccata e a Genn venne da ridere, ma si trattenne, il nervoso aumentava ogni minuto di più
-Bene, allora grazie Jessica, ora te ne puoi anche andare, e intendo da questa casa- la invitò non troppo dolcemente Genn indicandole la porta -E non dimenticare questo- le disse lanciandole il reggiseno, lei senza dire niente prese la giacca ed uscì dalla casa con ancora il reggiseno in mano, Giovanni chiuse la porta alle spalle della ragazza e subito abbassò lo sguardo sui suoi piedi, Genn prese una maglietta che era abbandonata per terra e la lanciò al ragazzo
-Vestiti- gli intimò sprezzante, poi si sedette sul divano -Mi vuoi spiegare?- chiese poi retorico all'amico -Chi diavolo è Jessica? Che ci faceva qui? Dove cazzo sei finito negli ultimi tempi?- lo incalzò poi, Giovanni avanzò lentamente verso il divano
-Jessica è una che mi sono portato a letto e, sinceramente, non mi ricordo nemmeno come ci siamo arrivati fin qui- disse lentamente
-Cazzo Giò, ma che devo fare con te?- chiese Genn prendendosi la testa tra le mani -Ti pare che neanche sai con chi vai a letto?-
-Niente- urlò Giovanni -Sono stufo di tutti voi che mi giudicate, che volete? Ho 26 anni faccio quello che voglio della mia vita, quindi sei pregato di smetterla con questo tono da padre incazzato che non ne ho bisogno- aggiunse poi gesticolando
-Ma ti senti?- gli chiese Genn -Non sembri nemmeno tu! Dov'è finito il mio amico Giò?- domandò esasperato dal comportamento di Giovanni
-Sono sempre qui- gli disse lui
-No, tu non sei il mio amico, tu sei la sua brutta copia, quello che si ubriaca tutte le sere e va a letto con chiunque. Se è la popolarità che ti ha dato alla testa? Beh riprenditi perché avevi giurato che non ti saresti montato la testa!- urlò Genn aggressivo
-Ma tu chi sei per permetterti di venire a farmi questa ramanzina che non farebbe nemmeno mia madre?!- domandò retorico Giovanni alzandosi dal divano
-Sono tuo amico e ti voglio bene e non voglio che ti rovini la vita perché la popolarità ti ha fatto impazzire- continuò Genn immobile in mezzo al salotto
-La popolarità non c'entra un cazzo!- sbottò Giovanni guardando Genn dritto negli occhi
-E allora che cazzo è?- chiese Genn allargando le braccia rassegnato, Giovanni non rispose ma rimase in piedi, le mani sui fianchi e la testa in avanti, un espressione indecifrabile in viso, tanta voglia di parlare ma qualcosa che glielo impediva, Genn sbuffò -È Francesca?- domandò poi, Giovanni alzò le spalle e fece per andare in cucina ma Genn lo prese per un polso -È lei vero?- domandò ancora
-Non ne voglio parlare- disse Giovanni andando in cucina, Genn lo seguì
-E invece ne parliamo perché non ti puoi ridurre così- disse il biondo sedendosi su uno sgabello vicino al bancone che fungeva da tavolo, Giovanni scosse la testa e aprì il frigorifero per prendere il latte
-Non c'è niente da dire- sussurrò continuando a prepararsi la colazione
-Non è vero- commentò pacifico Genn appoggiando le mani sul tavolo, Giovanni si fermò e appoggiò la bottiglia di latte sul bancone in malo modo
-Ok, cosa vuoi sapere? Se ci siamo sentiti dopo il nostro discorso alla reunion? No, ovviamente non l'ho più sentita, ma era stata chiara, una relazione tra noi non sarebbe andata da nessuna parte, in fondo, io sono famoso, non ho tempo per una relazione seria, no?- iniziò arrabbiato, appoggiò le mani sul bancone, Genn rimase in silenzio, finalmente si stava sfogando -E lo stupido, il coglione sono io che dopo due mesi sono ancora qui che ci penso, che non riesco a pensare ad altro, che ogni volta che guardò una ragazza non sento e provo niente, ma se penso a lei... cazzo- lasciò la frase in sospeso e strinse i pugni sul bancone -Ma lei, cazzo, non mi vuole e io non riesco a farmela passare e non so più che fare per non pensarci- aggiunse rassegnato -Credo di aver scritto una cosa come venti canzoni diverse su questo argomento, io- disse indicandosi e ridendo nervosamente -Che predicavo che le canzoni d'amore vanno scritte solo se sono sull'amore in generale e che oramai tutti scrivono canzoni d'amore, vedi come mi sono ridotto?- domandò a Genn che lo ascoltava attentamente -E lei ha paura perché ha sofferto una volta per amore e ora non vuole più soffrire e la capisco perché anche io mi ero promesso di non ricascarci, ma lei non è Manuela e io non sono Pietro, cazzo, io sono diverso da quel bastardo che l'ha fatta stare male!- disse alzandosi dallo sgabello stizzito -E sai cosa mi ha risposto quando le ho detto che sono diverso da Pietro?- domandò con tono sarcastico, Genn scosse la testa -Che è vero io non sono Pietro, ma che io sono Giò Sada, l'ultimo vincitore di X Factor e idolo di tutte le donne- annunciò sconvolto -Ma vaffanculo tutte le donne, io voglio solo lei, delle altre non me ne frega un cazzo- disse lui infuriato
-E tu dimostraglielo- s'intromise Genn -Dimostrale che si sbaglia, che tu sei meglio di questo Pietro e che delle altre te ne sbatti il cazzo- continuò -E se vuoi una cosa, e la vuoi davvero, te la vai a prendere, in ogni modo- gli consigliò -Perché non serve a nulla continuare a piangersi addosso, perché se lei è convinta della sua idea non tornerà indietro, ma tu, tu puoi farle vedere che si sbagliava, che se ci tenete la storia dura anche a distanza, che le altre non c'entrano e che ci siete solo voi due per te- disse Genn -E questo lo puoi fare solo tu- concluse poi, Giovanni non rispose subito
-E se non funziona?- chiese poi
-E se funziona?- domandò di rimando accennando un sorriso il napoletano.

Author's corner:
Hola! Questo capitolo è un po' forte, ma del resto è difficile ammettere certe cose. Che ve ne pare? Vi piace ancora la storia? Perchè vedo che le visualizzazioni e le stelline sono diminuite negli ultimi capitoli allora volevo capire. Detto questo, mi frulla in testa un idea per una nuova storia su Genn e Alex stavolta, vi potrebbe interessare?
Ci sentiamo lunedì con il prossimo capitolo
Un bacio
Francesca

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