22. Il tuo sguardo manca

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Dicono che il primo amore o te lo sposi o te lo porti dentro.

Lei sapeva che non avrebbe mai potuto dimenticare il suo di primo amore.

Lei sapeva che non avrebbe mai potuto dimenticare Ignazio.

Ma sapeva anche che avrebbe preferito sposarlo anziché portarlo dentro con la consapevolezza che non sarebbe mai stato suo.

Chi non lo penserebbe?

In quel momento tutti gli occhi dei presenti erano su di lei.

Lei che non poteva non essere spaesata in quel momento.

Lei che non sapeva cosa rispondere.

O forse si.

-Segui il tuo cuore, non la tua mente.- le diceva sempre la sua coscienza ed era ora di mettere in atto quelle parole.

"Mi dispiace Gian." riuscí solo a dire mentre in chiesa si sentivano vari borbottii.

Poi corse via, il più lontano possibile da quel posto.

Via, da tutto e da tutti.

Via, sotto lo sguardo sbalordito di tutti i presenti, tranne la madre che stava sorridendo sotto i baffi.

Era certa che la figlia non avrebbe mai sposato Gianluca.

Doveva solo capire.

Doveva solo ascoltare le richieste del cuore e non i comandi della mente.

Fu così che, quindi, si ritrovò a vagare tra le strade di Bologna senza una meta e per lo più sotto la pioggia.

Ogni persona che incrociava la guardava in modo alquanto strano.

-Hai appena rinunciato di sposarti e tutti l'hanno capito. Anche dei semplici sconosciuti.-

E la sua coscienza aveva perfettamente ragione.

In quel momento pensò allo stato d'animo di Gianluca, a come si sentisse.

Ma la risposta era ovvia.

Ed era tutta colpa sua.

-Hai fatto la scelta giusta.-
Lo spero...

-Chiediti il perché hai rinunciato a Gianluca. Poi potrai capire se hai fatto la scelta giusta o meno.-
Io ho capito che non lo amo.

-Perché ami qualcun'altro.-
Già...

E, mentre i suoi pensieri affollavano la sua mente, vide in lontananza una casa abbandonata.

Non aveva altra scelta che entrarvi e ripararsi dalla pioggia.

Corse il più velocemente possibile mentre versava sempre più lacrime.

Quelle lacrime che si con fondevano con le gocce di acqua che scendevano dal cielo.

Quel cielo che in quel momento aveva il suo stesso stato d'animo.

Una volta entrata in quella casa appoggiò la schiena contro la porta e trascinò il suo corpo verso il basso.

Continuava a piangere e non aveva la forza di smettere.

Ci riuscí solo quando, improvvisamente, sentì qualcuno suonare una dolce melodia.

Non era da sola in quella casa ed incominció ad avere paura.

Ma la sua curiosità era troppa per poter scappare da quel posto.

Non a caso si ritrovò a vagare per quelle stanze, per quei corridoi, seguendo il suono di quella melodia, così dolce, ma anche così triste.

Painfully Beautiful // Ignazio BoschettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora