Scuola

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Il mattino seguente, fu svegliata dall'urlo arrabbiato di sua madre. Lei, aprì pigramente un occhio, giusto per capire il motivo per cui stava strillando.

«Non riesco a credere di aver dimenticato di portare via il laptop! Ci sei stata attaccata tutta la notte, non è così?!». Natalie sospirò e pressò la faccia contro il suo cuscino, stringendo forte a sé la sua giraffa.

Sua madre sbuffò e uscì dalla sua stanza.

Natalie si fece una doccia, si lavò i denti, fece una colazione leggera e poi si vestì. Indossò una felpa in tinta unita, grigio-blu, con un cappuccio rivestito di pelliccia sintetica all'interno. Non era uno dei suoi abiti preferiti, ma non aveva altra scelta, visto che il resto era a lavare. Si infilò un paio di jeans neri attillati e un paio di stivali di ultima 'tendenza'. Poi, finalmente scese le scale e uscì di casa, per essere accompagnata a scuola. Lei salì in macchina e sua madre accese il motore.

Nel mentre che si stavano avviando verso la sua scuola, ancora mezza assonnata, Natalie appoggiò la testa contro il finestrino e iniziò a ripensare ai suoi sogni, o per meglio dire, ai suoi incubi, i quali non erano altro che raccapriccianti ricordi del suo passato.

A partire dagli abusi che aveva subìto quando era bambina dal padre e poi, agli abusi sessuali di suo fratello, Lucas, che solo negli ultimi 4 anni, era riuscita a trovare la forza di respingerlo. Lei aveva iniziato a piangere e ad avere una serie di spasmi involontari durante il sonno. Ma sua madre non se ne accorse. Sua madre non si era mai accorta di nulla.

Poi, la voce di sua madre la svegliò.

«Siamo arrivati».

La macchina si era fermata davanti alla grande insegna della scuola, che recitava a caratteri cubitali – Walker Vill Istituto delle Belle Arti e Creative. Natalie sospirò stanca e sgusciò fuori dalla macchina, con lo zaino in spalla. «Ci si vede!». Disse, chiudendo la portiera.

Entrò a scuola e dopo aver chiacchierato con un paio di amici, si avviò al terzo piano, dove prese alcuni libri dal suo armadietto e prima che suonasse la campanella, corse in classe.

Creepypasta||Clockwork : Your time is upDove le storie prendono vita. Scoprilo ora