Mamma!

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Natalie sbatté le mani sul bancone del bagno di casa sua. Si stava guardando allo specchio, quando i suoi occhi avevano iniziato a contrarsi per i tic nervosi.

«Non voglio farmi del male come fanno gli altri. Io posso sopportare». In mano stringeva un ago e del filo nero. «È inutile, non aiuta». Una strana sensazione emerse dal suo subconscio. Ridacchiò leggermente. «No, io lo faccio perché VOGLIO farlo». Alzò l'ago e afferrò il filo per l'estremità, e poi allargò un sorriso.

«Il tuo tempo è scaduto».

Pezzo dopo pezzo, taglio dopo taglio. Anche se ogni fibra del suo corpo stava fremendo per il dolore, non emise un lamento, un piagnucolio o un respiro smorzato. Non c'erano più lacrime da versare, tutto quello che fece, fu un largo sorriso.

Gocce di sangue cadevano sul lavandino e sul bancone. Quando ebbe terminato, ammirò il suo capolavoro. Le dita erano sporche di sangue caldo, poi aveva leccato un dito, assaporando in pura estasi il sapore ferroso del suo stesso sangue. Si interruppe, quando vide allo specchio il riflesso di sua madre, che la stava guardando con occhi sgranati e pallida in volto. Così come la vide, si sentì attanagliare dal dolore e allora, gridò: «Mamma?!».

Non si era mai sentita così confusa come in quel momento. Che cosa aveva combinato?

Creepypasta||Clockwork : Your time is upDove le storie prendono vita. Scoprilo ora