I have to go from here.

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Il ragazzo era entrato nel bagno da più di venti minuti... 'Sarà caduto nel cesso.' Pensai. Siccome ancora non usciva cominciai a cercare i vestiti. Cercai per tutta la stanza ma non trovai nulla. L'unico posto dove non avevo visto era sotto il letto. Così mi piegai. Alzai le coperte che non mi permettevano di vedere e vidi il mio reggiseno e il mio vestito. Mi allungai per prenderli quando sentì un fischio. 'Ora doveva uscire questo deficente?'
Non mi mossi ero come pietrificata. Sentii le sue mani su i miei fianchi e mi tirò su. Lanciandomi poi sul letto. Facendomi stare a pancia in giù.
"Non dovresti provocarmi." Sentii le sue mani sulle mie cosce piano piano salire per poi stringere il mio sedere. Mi girai di scatto. Incrociai le braccia al petto. Mi lanciò uno sguardo divertito mentre si leccò le labbra. Allargò le mie gambe e ci si sistemò in mezzo. Sussultai e lui ridacchiò. Si avvicinò al mio volto e instintivamente poggiai le mie mani sul suo petto, nudo. Indossava ancora solamente i boxer, ma era diverso, i ricci erano umidi e profumava di miele.
"Ch-Che cosa vuoi fare?" Chiesi.
Sorrise malizioso avvicinandosi al mio orecchio. "Voglio raccontarti quello che è successo ieri."
"Mi mentirai?" Chiesi.
"Perchè dovrei?" Feci una faccia infastidita. "Ok... ti dirò tutta la verità. Cosa è l'ultima cosa che ricordi?"
Ci pensai su. L'ultima cosa che ricordavo era quella di aver bevuto un bicchiere che mi davano sulla pista da ballo e poi di aver baciato un ragazzo. "Beh.. mi ricordo di aver baciato un ragazzo sulla pista da ballo, in discoteca."
Annuii sul mio collo e una scarica di brividi percorse le mia schiena. "Il ragazzo con cui ti stavi baciando era lo stesso che ti aveva offerto il drink. Lo avevo gia visto e aveva messo delle goccie in quel drink..." Mi lasciò un bacio sul collo. "Erano goccie di GHB." Sussultai a quelle parole. "Esatto, la droga dello stupro. Subito dopo che tu bevessi ti fece girare e tu cominciai a baciarlo con molta passione e lui lasciava libere le sue mani sul tuo corpo. Ti strusciavi in modo molto sensuale addosso a lui, e mi stavi facendo eccitare solo a guardarti." Sussurrò alzando il viso, guardarmi negli occhi e allungarsi verso l'altro orecchio. "Poi ho visto che lo stavi trascinando via. Vi ho seguiti. Sapevo che non sarebbe finita bene. Lo hai portato in una stanza, non avevate chiuso la porta. Così riuscii a vedere tutto. Vi siete spogliati subito. Fino a che lui non ti ha legato le braccia..." Mi accarezzai i polsi di entrambe le mani. "Entrò subito in te in modo rude e tu hai cominciato a urlare. Così sono entrato in fretta e furia e mi sono scaraventato addosso a quel ragazzo per evitare che ti facesse del male. Lo ho picchiato per un bel po' fino a che non perse i sensi. Tu eri sdriata a terra, nuda..." Sussurrò con la sua voce rauca provocandomi brividi per tutto il corpo. "Ti ho slegata, ti ho messo le mutande." cominciò ad accarezzare la pelle sopra le mie mutandine. "E ti ho coperta con una mia felpa. Ho preso il tuo vestito, il tuo reggiseno e la tua pochette. Ti ho portato a casa mia, qui. Ti ho portato qui nel mio letto, eri ancora svenuta. Ti ho tolto la felpa di dosso e l'ho messa a lavare. Poi ho preso i tuoi vestiti e li ho lanciati. Mi sono fatto una doccia e quando sono tornato in stanza tu eri sveglia." Sussurrò ribaciandomi il collo. "Ti sei avventata su di me. Eri dannatamente sexy con solo le mutandine. Io avevo solo l'asciugamano su i fianchi e tu me lo hai tolto cominciando a massaggiare il mio ami-" Lo interruppi.
"Non lo dire..." Sussurrai.
"Cosa amich-"
"Si. Ora dimmi, dopo abbiamo...?"
Cominciò a ridere. Togliendo il viso da mio collo, disse "Scopato? Lo puoi dire mica mi spavento." Poi riabbassò il viso nell'incavo del mio collo. "Comunque, si... Un sacco di volte. Non sono riuscito a dormire. Ma dopo la quinta volta che lo abbiamo fatto tu ti sei addormentata subito dopo." Baciò il mio collo e io arrossì dalla vergogna. "Anche se io ero pronto per il sesto round." Lo spinsi via e corsi al bagno, da dove lui era uscito, lasciando perdere il dolore al mio basso ventre. "Lo abbiamo usato il preservativo stai tranquilla!" Lo sentii urlare e lì rabbrividì ancora di più.
"Non è quello il problema! Tanto anche se fosse io prendo la pillola!" Urlai a mia volta. 'Ma perché l'ho detto?!' Mi chiesi mentalmente.
Entrò in bagno con uno sguardo divertito. "Buono a sapersi." Ridacchiò per poi posare un paio di mutande e un reggiseno sul lavandino insieme a dei vestiti. "Sono di mia sorella maggiore, spero ti stiano bene." Per poi uscire.
"Grazie." Non lo ringraziai solo per i vestiti, ma forse anche un po' per avermi salvato ieri sera.
Aprii l'acqua della doccia. MI spogliai e mi infilai nella doccia. L'acqua era fredda ed era perfetta. Quando uscii fuori mi asciugai e chiusi i miei capelli in un asciugamano. Infilai il reggiseno e le mutande che erano perfetti. Misi la maglia e i pantaloncini, mi asciugai i capelli, per poi uscire. Il ragazzo era seduto sul letto e quando mi vide si leccò le labbra.
"Grazie." Sussurai mentre mi sedevo affianco a lui. Annuì. "Senti... ma almeno puoi dirmi come ti chiami? E magari dove ci troviamo?" Chiesi.
Annuì nuovamente. "Mi chiamo Harry. E siamo a casa mia." Rise.
Lo guardai male. "Lo so che siamo a casa tua... Mica sono stupida." Mi guardò divertito e così lasciai stare. "Senti... Harry... ma dove è la mia pochette? Vorrei chiamare la mia amica e sapere come sta..."
Annuì semplicemente prima di uscire. 'Ma cosa è successo il gatto gli ha mangiato la lingua che parla così poco?'.
Rientrò in stanza dopo dieci minuti con in mano la mia pochette. Me la porse.
"Stava nella mia macchina. Fai quello che devi fare, ti aspetto in cucina al piano di sotto."
Questa volta io non dissi una parola. Uscì dalla stanza e io presi in fretta il telefono e digitai il numero che ormai sapevo a memoria.
"Alicia Lucia Steven!" Ok quando diceva il mio nome completo erano cavoli.
"Jane..." Sussurrai in modo dolce.
"Non cominciare! Dove sei? Sono impazzita ieri sera! Simon me la pagherà per questo! Dimmi dove sei!" Continuava a urlare.
"Non so dove mi trovo!" Urlai a mia volta. Silenzio. "Jane?" Sussurrai. "Scusa..."
"No non scusarti... Scusami tu. Sono arrabbiata... Ieri Marco stava esagerando... Lascia stare..." Sbuffò. "Comunque... come fai a non sapere dove ti trovi?" Chiese preoccupata.
"Ieri mi hanno messo del GHB in un drink... mi.. Senti possiamo non parlarne al telefono? Aiutami..." Gli occhi cominciarono a pizzicarmi pensando a quello che sarebbe successo se Harry non fosse intervenuto.
"Hei... respira... Aspira ed espira..."
"Non sto avendo un infarto!" Urlai ridendo e lei mi seguì.
"Allora ora accendo il computer e vedo." La sentii accendere il computer.
Lei era tipo un genio con queste cose, riusciva a fare di tutto e di più. Non mi sorprenderei se da grande fosse diventata una spia. Ce la vedo troppo con una tuta mentre si arrampica. Pensato questo ridacchiai.
"Perchè ridi?"
"Oh... niente!" Ridacchiai più forte e lei sbuffò infastidita.
"Alicia..." Sussurrò il mio nome e mi preoccupai. "Siediti." Feci come mi disse e mi sedetti sul letto di Harry. "Sei a Holmes Chapel..." Dopo che disse quelle parole il mio cuore perse un battito e cominciai a tremare. "Alicia ora so che stai per avere un infarto. Respira con calma..."
"Come faccio a respirare con calma?!" Urlai. "Io non devo stare qui! Non posso! Come faccio per andarmene nel modo più veloce, cazzo!" Urlai non sentivo nemmeno più la voce di Jane dall'altra parte del telefono.
Feci cadere il tefono e così la telefonata si chiuse. Harry entrò in stanza e corse ad abbracciarmi.
''Sh Sh... Cosa è successo? Calmati...'' Mi abbracciò e mi calmai abbastanza.
''Harry me ne devo andare da qui.'' Sussurrai sul suo petto, lo sentii irrigidirsi.
Mi strinse più forte, ma non capivo perchè lo facesse... ''Ok... Ma voglio il tuo numero.''
Annuii. Me ne frego di quello che devo dare... me ne devo andare da qui.
Prese la mia mano nella sua. Mi trascinò fino a fuori. Cominciai a guardarmi intorno, per vedere se quel mostro mi vedeva. Montammo sulla sua macchina e partì subito.
''Dove dobbiamo andare..?'' Chiese.
Sospirai. 'Da qualsiasi parte ma lontano da qui' pensai. ''A Londra.''
Guidò per mezz'ora fino a che lessi quel cartellone che diceva. 'Arrivederci.' Da lì mi rilassai e senza nemmeno accorgemene mi addormentai.
''Alicia sveglia. Sono a Londra... ma non so la via... Alicia, dai svegliati.'' Una voce dolce cercava di svegliarmi e ci riuscì. Gli dissi la via e gli spiegai come arrivarci. Si parcheggiò nel vialetto.
''Grazie... Senti Harry, mi dispiace.''
''Tranquilla, sono io che ti ho portato fin laggiù e ti dovevo anche riportare.''
''Si ma tu lo hai fatto per salvarmi. Ti invito a pranzo dai noi, dai.''
Annuì, scendemmo dall'auto. Tirai fuori le chiavi dalla pochette ed entrai. Appena entrai qualcosa, o meglio qualcuno mi venne addosso.
''Alicia! Stai bene. Grazie Signore, grazie!'' Cominciò a dire. Ricambiai l'abbraccio.
Appena si allontanò mi prese per un braccio e mi portò in salone, non si era nemmeno accorta di Harry. ''Ora dimmi tutto.''
''Lo farò questa sera, abbiamo un ospite.'' Le si illuminarono gli occhi. Tornai difronte alla porta di ingresso e presi il braccio di Harry, chiudendo la porta.
''Harry lei è Jane la mia migliore amica, Jane lui è Harry.'' Si salutarono. Quando chiesi. ''Ma Clare e David?''
''Sono entrambi a lavoro, tornano questa sera.''
Annuii. Harry era davvero simpatico e Jane sembrava averlo preso in simpatia. Si fecero le 12 così a Harry venne l'idea di cucinare. Cercò di preparare la pizza, ma a momenti non rischiava di dare fuoco alla casa. Ma alla fine non vennero male. Si fecero le 2 e Harry doveva tornare a casa. Salutò Jane e io lo accompagnai alla porta.
''Beh... mi sono divertito.'' Sorrise facendo comparire due fossette ai lati della sua bocca. Non resistetti e ne pressai una.
''Scusa non ho resistito.'' Ridacchiai. ''Sono stata bene anche io. Ciao Harry.''
''Ciao Alicia.'' Mi lasciò un bacio all'angolo della bocca. Stavo per chiudere la porta quando la bloccò con il piede. ''Non ti libererai di me così.'' Gli lanciai uno sguardo confuso. ''Devi darmi il tuo numero di telefono.'' Ridacchiai alla sua affermazione.
Ci scambiammo i numeri di telefono. ''Aspetto una tua telefonata.'' Urlai quando lo vidi montare in macchina, alzò il pollice prima di andare via. 'Chissà cosa succederà.' Pensai. Rientrai e salii in camera dove Jane mi aspettava.
Appena entrai in camera, Jane era sul suo letto a gambe incrociate e giocava con i suoi pollici. Mi sedetti difronte a lei nella stessa posizione. Sospirò e io feci lo stesso.
''Cominci tu o io?'' Chiese.
''Comincia tu.'' Risposi, lei annuì e alzò lo sguardo, come per contenere le lacrime.
''Come sai ieri sera mi stavo baciando con Marco.'' Annuì facendogli capire che poteva continuare. ''Quando ci allontanammo sulla pista da ballo cominciò ad allungare troppo le mani. Cercavo di fermarlo, ma diceva che voleva continuare e voleva he facessi come stavi facendo tu addosso a quel ragazzo sulla pista da ballo, ma visto che non lo facevo mi ha trascinato in una stanza. Stava esagerando e io non sapevo che fare così gli ho dato un cazzotto... facendogli uscire sangue dal labbro. Alicia giuro che non sapevo che fare... mi sento così in colpa...'' Cominciò a piangere, stetti zitta e l'abbracciai.
''Jane, hai fatto bene. Ti stava per fare del male. Nessun uomo deve permettersi del fare del male a una donna, ne psicologicamente ne in modo fisico. Hai fatto bene a dargli quel cazzotto.'' Continuai ad abbracciarla. Aveva gli occhi lucidi, rossi e gonfi. ''Lo avrei fatto anche io.'' Come poteva fare una cosa del genere a Jane. 'La prossima volta che lo vedo lo ammazzo.' Pensai.
Si allontanò dal mio abbraccio, si asciugò le lacrime e poi disse. ''Tu invece? Che cosa hai combinato?''
Cominciai a raccontarle quello che mi disse Harry. Rimase sconvolta dal mio racconto, non disse nulla anche lei, mi abbracciò.
''E' colpa mia.''
''Ma che stai dicendo?'' La guardai confusa.
''Se fossi stata più attenta ti sarei stata vicina e non saresti stata drogata...''
Le presi il viso tra le mani. ''Non provare a incolparti! Non colpa tua, ma mia. Se non davo retta a Simon, sarebbe andato tutto bene. Non dovevo fumare e bere tutta quella robba. Ho sbagliato, bere o drogarsi per divertirsi di più non è mai la scelta migliore.'' Lei annuì.
Ci abbracciammo, ci sfogavamo sempre e ci dicevamo sempre tutto.
''Comunque il tuo amichetto Harry è davvero carino, si vede che ha una cotta per te.'' Arrossii di colpo.
''Ma che dici, lui è un bel ragazzo... Non può interessarsi a me.'' Dissi tornurando le mie mani. Jane mise una mano sul mio mento e mi alzò il viso.
''Alicia tu sei una bomba sexy! Se non lo eri non ti avrebbe mai salvata e ospitata a casa sua per poi riportarti.'' Disse sicura.
''Lo ha fatto solo perché non gli piace la violenza sulle donne.''
''Si si certo chiamami per il matrimonio, voglio fare la damigella d'onore.'' Disse prima di scomparire dentro il bagno.
Le lanciai un cuscino. ''Stronza.''
La sentii ridere dall'altra parte. Mi andai a sdraiare, quando sentì il mio telefono squillare. Lessi un numero sconosciuto ma risposi.
''Pronto?'' Chiesi.
''Alicia? Sono Harry. Il ragazzo che ti ha salvata.''
''Oh... Hei, bastava che dicessi il tuo nome ti avrei riconosciuto.'' Sorrisi anche se non poteva vedermi.
''Va bene, dettagli.'' Cominciò a ridere e io con lui. ''Allora... ehm.. Che combini?''
''Oh niente, aspetto la mia damigella d'onore.'' Urlai l'ultima frase e la sentì ridere dal bagno.
''Come?''
Cominciai a ridere. ''No lascia stare, a Jane è entrato in testa il fatto che potrei piacerti, io le ho detto che non è così e ha deto che ci sposeremo e robbe varie.'' Lo sentii ridere. 'Ah bene perché non vorresti sposarmi? Ma che cosa pensi Alicia?!' Mi urlai mentalmente.
''Senti Alicia io devo scappare, ci sentiamo ok?''
''Certo. Ma sei arrivato a casa?'' Chiesi.
''Oh... da dieci minuti.''
''Oh... ok ci sentiamo. Ciao... Harry.'' Gli mandai un bacio.
''Ciao Alicia.'' Così cadde la linea.
Jane tornò in stanza con un sorriso sulle labbra. Le lanciai uno sguardo di fuoco e lei disse. ''Allora...'' Si dondolò su i talloni. Impugnai di nascosto un cuscino perché già sapevo cosa avrebbe detto. ''Tra quanto è il matrimonio...'' In quel momento le lanciai il cuscino addosso. Quando cadde la sua faccia mi fece morire dalle risate. ''Questa è guerra!'' Urlò a sua volta rilanciandomi il cuscino.
Ci stavamo ancora dando delle cuscinate, quando ci sentimmo chiamate al piamo di sotto.
''Jane! Alicia! Venite subito qui!'' Sentimmo urlare Clare.
Ci guardammo e corsimo al piano di sotto. Insieme a Clare, c'erano degli uomini grossi.
''Ragazze questa è una sorpresa. Avete presente la camera degli ospiti?'' Annuimmo. ''Bene, quella è la tua nuova stanza Alicia. La stavo preparando da un mese. Ogni mattina questi uomini venivano e la hanno sistemata, cercando di tenervi all'oscuro di tutto. Ora hanno portato i nuovi letti che sono più grandi.'' Un sorriso enorme si posizionò tra le mie labbra. ''Ora voi due..'' Ci indicò. ''Ci aiutate...'' Indicò se stessa e gli uomini posti dietro di lei. Annuimmo.
Erano le 21 e avevamo finito di preparare. La mia 'nuova' camera era bellissima. Le pareti erano di un giallo chiaro chiaro, mischiato un po' con il verde. In un lato c'era il letto matrimoniale e difronte a esso l'armadio a due ante di color legno. Affianco a esso una scrivania. Avevamo sistemato tutto, dai vestiti ai libri alle coperte, tutto. Eravamo distrutte, gli uomini se ne erano andati e così ci sdraiammo sul letto, buttandoci di peso.
''Mi tocca andare a preparare la cena. Voi rilassatevi.''
Senza nemmeno accorgemene stavo dormendo.
Con la sua solita delicatezza Jane mi svegliò. ''Alicia, dai cazzo svegliati!''
Sbuffai per poi alzarmi. ''Sono sveglia contenta?''
''Uh... Siamo acide eh? Comunque la cena è pronta.''
''Ok... aspetta che devo andare al bagno.'' Dissi sbuffando.
Entrai nel bagno della mia 'nuova' stanza. 'No cavolo... Non oggi... Ma perché? Cazzo...'. Ok già si è capito cosa è successo, queste cavolo di mestruazioni dovevano venire? 'Stupide ovaie.' Pensai. Mi sistemai e andai di sotto in cucina e quando mi sedetti misi una mano sul sedere per non fare andare avanti l'assorbente, lo facevo sempre.
''Agnese?'' Chiesero Jane e Clare. Annuì semplicemente, avevamo avuto l'idea di chiamare le mestruazioni con 'Agnese che viene ogni mese.'
Quando Clare portò i piatti sul tavolo, la porta pricipale si aprì e si chiuse, segno che Daviid era entrato.
''Ciao papà!'' Urlò Jane. Seguito da un 'ciao' generale mio e di Clare.
''Buonasera.'' disse baciando me e Jane sulla fronte e Clare sulle labbra.
Clare e David sono sempre stati dei romanticoni.

-Due settimane dopo.

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