Lamento di un uomo malato

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Uomo tormentato per mancanza d'amore

ansimi e squarci il silenzio della notte

una notte che pare vuota

come i tuoi occhi

una notte dove le nuvole hanno serrato come una cassaforte la città

facendo oscurare ogni viale.

Una città che rassomiglia ad un presepe in fiamme

dove non alloggiano pastori, pecore, uomini ubriachi all'osteria

ma persone malate, infette, circondate dal male.

Le loro mani, i loro gesti e sguardi sono colmi di ingratitudine.

Uomo fragile che percorre strade dissestate

cammini piano come un cacciatore che ha timore di far scappare la preda prescelta.

Una cerimonia: unione di folli pensieri disperati!

Attorno foglie secche calpestate da chi ha preceduto il tuo cammino verso quel pozzo amaro: "pozzo di schiavitù".

Quando il muro crolla nessuno lo rialza

solo ombre

bare vuote per accogliere vite andate!

Ci sono immagini dietro alberi

fuoco e carbone sparso verso quel luogo prosciugato

dei tuoi occhi fissi verso il cielo serrato

arido luogo dove i colori non riflettono e sono stati confusi con l'opaco.

Sbatti le ciglia per far crollare quell'immagine

ma è vero tutto quello che vedi

attraverso quegli occhi stanchi.

Ora la tua mente riflette, assimila

scavando sempre più nel profondo e annunziando al tuo inconscio

che sta per far luce nei ricordi tristi

quelli che hai preso a coltellate

depositandoli dove l'occhio interiore non può vedere.

Il muro crolla

quella barriera è fragile come un piccolo ruscello nei giorni aridi

non vedrà mai il mare, non assaporerà mai la libertà.

Ora il vento ti colpisce in faccia

e puoi vedere chiara la notte scura e ti accorgi che rassomiglia a quello che ti porti dentro.

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