8- Fuck you!

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-Ben tornata, Camila!- salutò la Signora Cabello, mentre era impegnata a cercare qualcosa tra i cuscini del sofa - Ti ho chiamato molte volte, perchè non rispondi mai al cellulare?- continuò, dandoci le spalle. 
Non sapendo come ottenere la sua attenzione, mi rivolsi a sua madre:-Buongiorno- 
-Lauren! E' un piacere riveder... Oh Dio, che è successo?- disse voltandosi, finalmente - non dovresti essere qui, i tuoi genitori saranno preoccupati!- mi disse, non per rimproverarmi, ma preoccupata per me.
-Mi scusi se mi permetto, però l'unica cosa di cui preoccuparci ora è sua figlia- ribatto subito, mantenendo un tono di voce tranquillo.
-La mia bambina!- esclama la donna di fronte a me, prendendola vicino - Ti accompagno in camera-
-Lauren, vieni-  Camila mi fa cenno di seguirla.
Entriamo in camera sua, sua madre insiste per farla sdraiare un po'.

-Mamma, sto bene, non c'è bisogno di andare a letto- cerca di spiegare la più piccola.
-Si ,invece- controbatte sua madre - vado a prendere le medicine in farmacia, visto che le abbiamo finite qualche giorno fa. Ti dispiace restare per darle un occhiata? Potrebbe non sentirsi bene.- Dice sua madre rivolgendosi a me.
-Non c'è problema, sarei rimasta comunque- la informo - E' il minimo che io possa fare.-
-Chiamerò io i tuoi genitori per assicurarle che va tutto bene e le spiegherò tutto-

La ringrazio e io rimango sola con probabilmente una delle persone più importanti che ho.
Trascorriamo alcuni minuti in silenzio, quando le domando se le va di parlarne.
-L'ho lasciato- dice semplicemente, dopo un lungo sospiro. Mi lascio scappare un sorrisetto, poichè questo vuol dire che lei non lo ama più.
-Come?- Non credo alle mie orecchie. Tra loro andavano così bene le cose.
-Mi dispiace che ti abbia rovinato un giorno così importante- accenno alla data che mi aveva comunicato il giorno prima.
-Importante?- domanda.
-Si, oggi è il 22 gennaio 2016... La stessa data con cui mi hai lasciata ieri, ricordi?-
Non sembra voler parlare di questo, cosi devia su un altro argomento:- E comunque non ha rovinato nulla, Lauren-
Cerco di giustificarla, ma invano:-Ma non è stata nemmeno colpa tua, Camila- 
-Non puoi capire, Lolo- 
Cosa c'è da capire? Deve credere in se stessa, non può sempre addossarsi colpe e problemi degli altri, non le fa bene.
-Se ti dispiace che io non riesca, è perchè mi dici cose prive di senso, senza nessun nesso logico tra di loro!-  Sto incominciando ad alterarmi e ciò non va affatto bene.
Vedendo che la ragazza sembra non calcolarmi minimamente, alzo la voce:- Ti chiedo perchè mi ripeti la data di oggi e non mi rispondi, poi mi scrivi sul diario la tua iniziale con quella del tuo ragazzo e per finire me lo ritrovo sbraitarti addosso. Puoi almeno spiegarmi cosa ti passa per la mente?-
Lo sapevo, sono finita ad urlare. Il fatto è che non ce la faccio. Non ce la faccio vederla con lui, non ce la faccio a vedere il male che le causa. Ho bisogno di capirla, ho bisogno di sapere quello che prova, di aiutarla. 
-Vaffanculo, Lauren! Questo è tutto quello che hai bisogno di sapere, cioè dove devi andare!  A fanculo!- sbraita la mia amica, contro di me.

Le guance rosee le stanno andando a fuoco, un incendio che presto viene spento dal suo stesso pianto che scorre lentamente lungo i suoi zigomi.
Rimango sbigottita dalla sua inaspettata reazione, non l'avevo mai vista così. Mi sento un idiota. Volevo farla sentire bene, ma l'unico risultato da me ottenuto,  è stato quello di farla sentire peggio.

Non ho più nè voglia nè coraggio di aprire bocca. Rimaniamo li impalate a fissarci per qualche istante, senza sapere cosa dirci, cosa fare. 

-Rimettiti presto, Camz- sono le uniche parole che riesco a dire.
La lascio sola in camera sua, scendo le ampie scale che portano in salotto, da dove poi raggiungo l'ingresso e me ne vado. Mentre percorro le poche vie che mi separano dalla stazione, ricevo una telefonata. Sullo schermo si illumina un nome : ''Chiamata in arrivo da: Camila''
  Lo fisso, chiedendomi cosa sia meglio fare, se rispondere o riagganciare. Titubante, decido di ...



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