lasciatemi

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Urlavo di no. Che non volevo. "Lasciatemi andare!" oppure "Voglio andare a casa!" e di nuovo "lasciatemi!". È sempre lo stesso sogno che si ripete. Ci sono degli uomini vestiti bene, con la giacca e tutto il resto, che mi tengono per le braccia mentre mi dimeno con forza, una forza che non pensavo di avere e che però non è sufficiente perché non riesco a liberarmi in alcun modo. Poi mi sveglio, sudata e con il respiro pesante, spaventata.
È sempre lo stesso incubo.
Al mio risveglio non so dove sono, mi ci vuole sempre un attimo per capirlo, ma quando me ne rendo conto mi sale l'ansia nello stomaco, attraversa il mio corpo, fino ad arrivare alla lingua. Non voglio stare qua.
Ho quasi diciotto anni e sono rinchiusa in un manicomio, ah no scusate qui si usa la parola ospedale psichiatrico, come se facesse differenza. Ma io non sono pazza, ve lo assicuro, non sono pazza, non sono pazza, non sono pazza.
"E questo come ti fa sentire" .
Come puoi tu, persona laureata che dovrebbe farti stare meglio, come puoi tu chiedermi come mi fa sentire il fatto di essere ritenuta mentalmente instabile a diciotto anni!
"Pazza".

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