Il silenzio era più che imbarazzante. Non si erano detti nulla da quando erano entrati in fila. Ed erano passate due ore. Sunny decise di prendere l'iniziativa.
"Quindi... perché hai due biglietti? Già uno solo è molto costoso."
"Beh, l'altro è di mio padre."
"E lui dov-" Sunny capì di star facendo una domanda sbagliata dall'espressione improvvisamente seria.
"Capisco. Anche i miei non ci sono."
"Mi dispiace." Adel assunse un'espressione ancora più seria.
"A me per nulla. Mio padre mi ha lasciata da loro quando ero ancora piccola. Avrà avuto i suoi motivi, a me non importa sinceramente."
Adel percepiva che non era così. Lui riusciva a capire molto bene le persone. Sapeva che le dispiaceva l'abbandono da parte di suo padre, ma decise di non andare oltre.
"Da dove vieni?" Adel cercò di fare una domanda intelligente.
"Perché me lo chiedi?"
"Beh, "Sunny" non è proprio un nome italiano."
"Non lo è nemmeno "Adel". Comunque mi sono data da sola questo nome. Loro mi hanno chiamato "recluta" per parecchi anni. Hanno detto che era più rispettoso aspettare e farmi dare un nome da sola."
Ad Adel stava iniziando a dare fastidio la situazione.
"Chi sono "loro"?"
"La mia famiglia. Quelli che mi hanno cresciuti. Quelli che mi hanno insegnato a vivere."
Adel fu sinceramente stupito dalla risposta. Il silenzio si era fatto ancora più imbarazzante.
Aspettarono un'altra ora senza parlarsi, quando finalmente arrivò il loro turno.
Si inventarono che erano fratelli e loro zio era arrivato prima di loro.
Era ora di pranzo. Sunny fece cenno di fermarsi. Si mise a scrutare una cartina. Rimase due minuti buoni a muovere rapidamente gli occhi tra un padiglione e l'altro.
"Buca di Sant'Antonio." disse Sunny improvvisamente.
"Eh?"
"Il ristorante con meno fila al momento. O meglio, tra mezz'ora. Considerando cosa dicono le guide e la mancanza di celebrità in zona al momento, è il ristorante con più probabilità di essere completamente vuoto. Ovviamente nel raggio di pochi chilometri."
Adel si mostrò fin troppo sbalordito, in quanto Sunny assunse un'espressione strana.
"Non te l'avevo già detto?" Chiese Sunny, comportandosi come se un calcolo del genere in pochi minuti fosse la cosa più normale del mondo.Il ristorante era un posto niente male, mentre non si poteva dire la stessa cosa del cibo. Il silenzio calò di nuovo.
"Mio padre è morto due mesi fa, salvandomi da un camion in autostrada che mi stava per schiacciare. Mia madre, che non mi ha mai voluto bene, o meglio, non mi ha mai voluto, mi incolpa per l'incidente. Ora è ancora più scontrosa con me." Adel assunse un'espressione quasi ironica, come se avesse accettato quello che è successo "È normale il modo in cui mi tratta. Lo amava molto."
A questa ultima frase, Sunny tirò un pugno al tavolo.
"Non devi scusarla. È per colpa di persone come lei, che avvengono i suicidi. È per colpa di persone come lei, che gli adolescenti passano gli anni peggiori della propria vita. È colpa di egoisti come lei, che il mondo sta cadendo in pezzi."
STAI LEGGENDO
Novembre - Ottobre
AdventureUna storia abbastanza leggera sul cambiamento radicale di un preadolescente. È la mia prima storia, ma cercherò di impegnarmi. Grazie della lettura!