•Capitolo 12•

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POV AMY

Sentivo ancora il suo fiato sul collo, caldo ed insistente, mentre rimanevo impalata come uno stoccafisso sotto quel verde accusatore.
Sembravo gesso pietrificato a causa del forte, fortissimo disagio.

"Rilassati... Sei tutta.. tesa" disse con voce roca "Non fa bene ai nervi sai..?" strusciò il naso contro la mia pelle pallida lentamente, per poi passare le labbra morbide su e giù.
Un brivido gelido schizzò lungo la mia spina dorsale, amplificando il rossore delle mie guance.

Mi ero ammutolita da almeno due minuti e mi sentivo una delle sue anatre imbalsamate.
Dovevo fare qualcosa per uscire da quella strana situazione, per riuscire ad inalare nuovo ossigeno.
Cercai di divincolarmi iniziando a muovere le braccia imprigionate tra le sue mani.
"Lucas... L-levat-ti" biascicai poco convincente.

'Complimenti bel tentativo! Sembri un procione in calore senza un polmone'

Devo dire che sei sempre di aiuto tu..!

Una scintilla attraversò le sue iridi esattamente come prima che mi assalisse.
Mi sovrastava con i muscoli che pulsavano sotto la maglia bianca aderente, lasciata appena scoperta dalla giacca di pelle. Intravedevo lo stesso segno d'inchiostro su cui avevo deciso di non soffermarmi alla visione del suo corpo semi nudo qualche giorno prima, il giorno dello scherzo di Sasha.

"Togliti..." Cercai di urlare forte ma uscì solo un lieve sospiro che con tutta quella musica era inutile.

"Fai la brava.." Mi bloccò definitamente stringendo più forte i polsi che cercavo disperatamente di liberare.
Annullò ogni mio vano tentativo, riprendendo il contatto.
Iniziò a torturarmi il lobo dell'orecchio passandoci la punta della lingua e succhiandolo, per poi dare qualche bacio umido sulla pelle scoperta.

Deniiisee aiutami!!! Tuo fratello mi sta stuprando il collo!!

'Stupida, per quanto ancora vuoi fare la bella statuina spalmata sul muro sotto di lui? Reagisciii!'

Questo gorilla sta usando una forza spropositata! Non riesco a muovermii! Fatti venire qualche idea, sii utile per la miseria!

'Ma la tua lingua biforcuta è andata in vacanza? Cristo digli qualcosaaa'

Quando stavo per aprir bocca mi mise subito un dito sulle labbra zittendomi. Un vizio che odiavo profondamente come tutto ciò che riguardava lui.
Gliel'avrei spezzato quel dito, oppure meglio, morso..

Ma ciò che mi fermò e destabilizzò per qualche minuto fu il pulsare della pelle dietro il mio orecchio un secondo dopo il bacio di Lucas.
Spalancai gli occhi appena capii di cosa si trattasse, ma proprio nel momento in cui decisi di fare qualcosa, mi fermò ancora una volta iniziando a parlare.

"Piccola so che muori dalla voglia di prolungare questo momento ma...credo potresti avere un attacco asmatico, quindi ti lascio riprendere fiato. Ho altri impegni ora, alla prossima..." mi lasciò lì pronunciando quelle parole mentre sorrideva più vittorioso che mai e io quasi cadevo annaspando senza fiato.

***
Ero davanti ad un gigantesco fiume di cioccolata alimentato da cascate paradisiache di quel liquido marrone. Ai confini del fiume c'era gelato di ogni gusto sparso dappertutto, su cui ricadevano caramelle gommose come fiocchi di neve.
Nel preciso momento in cui stavo per tuffarmi in quella meraviglia dal trampolino di zucchero, un terribile suono a intermittenza prese a rimbombarmi nei timpani.
Il rumore coincise con l'apparizione di un'aspirapolvere di dimensioni cosmiche che risucchiò in un attimo il mio paradiso.

Allungai un braccio e schiacciai violentemente la mano sulla sveglia per farla smettere di trillare.
Le mie palpebre, pesanti come macigni, si alzarono appena, permettendo ai miei occhi di iniziare a mettere a fuoco qualcosa. Scostai le coperte e mi alzai di malavoglia mentre un freddo insopportabile congelava ogni singola parte del mio corpo. Mi diressi verso il bagno mantenendo la lentezza di un cadavere.
La mia faccia riflessa nello specchio fu la conferma che sarei dovuta restare a letto, ma ovviamente dovevo essere sottratta dal mio sonno prima di ogni altro normale adolescente.
Papà sarebbe tornato quella sera e la casa andava riordinata un po' prima del suo arrivo anche perché Lizzy, la nostra domestica, quel fine settimana era fuori città dai suoi parenti.

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