•Capitolo 3•

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POV LUCAS
Guardai divertito quella buffa ragazza infuocarsi per la rabbia, uniformando così il suo volto alle fiamme rosse che aveva in testa raccolte in una coda disordinata. Le tesi una mano per aiutarla, ma lei la schiaffeggiò e si alzò velocemente da sola. Il suo corpo si irrigidì, il suo sguardo si assottigliò offuscando l'azzurro dei suoi grandi occhi che diventava sempre più scuro. Prese un respiro profondo e poi iniziò ad attaccarmi puntandomi un dito contro.

"Ma guarda dove vai brutto imbranato" trattenni una risata per il tono pieno di odio che aveva usato

"So di essere bello ma non mi era ancora capitato che una ragazza cadesse così ai miei piedi" le dissi sfoderando il miglior sorriso del mio repertorio

"Senti non è giornata, quindi levati dalle palle" disse tutto d'un fiato

"Ed ecco miss mestruo! Cosa hai mangiato oggi? Latte rancido e biscotti andati a male?"
Sembrava stesse per mollarmi un sonoro schiaffo sul viso ma quelle ultime parole la fermarono e sembrarono ferirla profondamente. I suoi occhi si fecero lucidi e sporse il labbro inferiore che iniziò a tremare.

"Si da il caso che oggi non ho fatto colazione perciò potrei morire da un momento all'altro" scoppiai a ridere vedendo la sua faccia seria.

Una scintilla le attraversò gli occhi. Poi cambiando totalmente atteggiamento, mi rivolse uno sguardo implorante e con voce quasi dolce, disse:

"Ti risparmio per avermi fatto cadere, se mi dai qualcosa da mangiare" sembrava disperata ed era la cosa più esilarante di sempre.
Stavo per controbattere quando congiunse le mani in segno di preghiera. Ridacchiando, frugai nello zaino e presi il mio panino. Spalancò adorante gli occhi, ma poi fu attratta da qualcosa dietro le mie spalle e prima che potessi aprir bocca, afferrò il panino e sfrecciò via diretta nell'aula di letteratura inglese seguendo il professore appena entrato.
Rimasi lì, impalato con la mano penzolante che un secondo prima porgeva un panino al burro d'arachidi ad una bellissima ragazza tanto quanto strana. Il suo sguardo sicuro e indifferente era disarmante in mezzo a quel mare blu, calmo e allo stesso tempo sfuggente delle sue iridi. Il pallido viso era tappezzato da piccole lentiggini marroni incorniciate da una chioma di capelli rossi. I larghi vestiti nascondevano il corpo slanciato, ma non mi erano sfuggite le sue lunghe gambe in costante movimento.
Una pacca sulla schiena mi distolse dai miei pensieri

"Oh amico riprenditi, hai per caso visto un fantasma?" Mi voltai e vidi quell'idiota di Cole. In tutta risposta gli diedi un pugno sul braccio e ci dirigemmo verso la caffetteria. Erano le 9 e il mio stomaco non faceva altro che brontolare.

POV AMY
Sfrecciai in classe subito dopo il professor Cooper, cercando di non sbavargli dietro come un cane. Il professor Cooper era giovanissimo ed era un gran figo. Era poco più grande di noi ma era parecchio ingenuo poiché pensava di essere seguito durante le sue lezioni, ma non si rendeva conto che in realtà eravamo tutte attente al suo bellissimo fondoschiena, compreso Michael.
Scacciai quei contorti pensieri dalla mia mente e finalmente rivolsi la mia attenzione a Michael che non faceva altro che richiamarmi.

"Ma si può sapere che ti è successo? Hai per caso partecipato ad una maratona venendo qui a scuola? Il tuo battito è così accelerato che lo sento io da qui"

Lo fulminai con lo sguardo e lui subito alzò le mani in segno di difesa.

"No coglione, per colpa tua mi sono svegliata tardi, non ho fatto colazione, ho perso il pullman e ho dovuto prendere un taxi per arrivare fin qui. E per completare il quadro, mentre cercavo di arrivare in orario a questa maledettissima lezione sono andata a sbattere ad un ragazzo per poi cadere a terra!"

"Uououo cosa?! Un ragazzo? Com'era? Cosa ti ha detto? Dannazione questa non me la dovevo proprio perdere!"

"Calmati Maik"

Quando si trattava di gossip o ragazzi Michael iniziava a sparare domande a raffica per sapere tutto nei minimi particolari. Era una ragazzina di 12 anni affamata di notizie nel corpo di un diciottenne con un paio di addominali e due occhi color pece. In realtà anche lui si riteneva una ragazzina...o meglio una ragazza, una donna. Michael si era dichiarato gay alla fine delle scuole medie, ma io l'avevo sempre saputo, anche perché all'elementari invece di indossare le mutandine dei supereroi metteva sempre quelle rosa confetto delle Winx di sua sorella Tatiana. Quando me lo confessò feci finta di essere sorpresa ma in realtà quel giorno fui così contenta. Era la conferma della sua fiducia nei miei confronti. Da quel momento la nostra amicizia si rafforzò e siamo tuttora inseparabili.
Michael fece un piccolo urletto carico d'entusiasmo e percepii gli sguardi insistenti di trecento persone girate verso di noi. Sentii il viso avvampare per la vergogna e mi nascosi dietro un libro. Per fortuna dopo qualche secondo tornarono tutti ad ammirare il professor Cooper spiegare Shakespear. Dio era così maledettamente sexy.
Mi ricordai di Micheal e gli diedi un pugno sulla spalla.
Ignorando il mio gesto di rimprovero, mi implorò:
"Dai ti prego, ti prego, ti preeeego!!"
Fece la faccia da cucciolo e non potei più resistere
"Maik calma i tuoi ormoni impazziti! È solo il solito ragazzo egocentrico e pieno di se"
"Oh già mi piace! E sentiamo... è alto? Muscoloso? Capelli? Occhi? La..."

Il suo interrogatorio fu interrotto da un cigolio e la porta dell'aula si spalancò rivelando l'esile figura di una ragazza dai lunghi capelli castani
"Oh mi scusi professore! Ho avuto un contrattempo. C'era molto traffico. Tra tutte quelle macchine ho visto uno scoiattolo. Era così spaventato e poi è scappato. Credo che gli scoiattoli siano gli animali più teneri che esistano con quei loro occhietti neri e le zampette piccine. Da piccola volevo uno scoiattolo ma mi regalarono un gatto con degli enormi occhi gialli. Era inquietante e molto spesso lo torturavo. Una volta gli diedi le rape stufate e insomma non è andata a finire bene... Da quel momento mi hanno impedito di avvicinarmi a tutti gli animali. Ah mia madre fa un'ottima pasta al forno. Ma..." Sputò quello strambo ed insensato discorso e subito dopo si portò una mano alla bocca come se si fosse accorta solo ora di ciò che stava blaterando. L'intera aula esplose in un'assordante risata e la ragazza a testa bassa venne a sedersi vicino a me.
Il suo colorito subito mutò in un rosso acceso per l'imbarazzo. Avrei voluto dirle qualcosa per metterla a suo agio. Non sembrava come le altre stupide bambole che giravano per la scuola, ma io non ero mai stata brava con le parole così per mia fortuna ci pensò Michael.

"Ei ciao,sei nuova da queste parti?"

"Uh si, mi sono trasferita qui da circa un mese , prima vivevo a Seattle e per motivi di lavoro abbiamo dovuto traslocare, ma per me questa città non è del tutto nuova anzi, passavo ogni estate qui è mi divertivo sempre un sacco, era angosciante lasciare una città così colorata come Chicago e ..."

Non potendone più la stoppai con un segno della mano. Cercai di trattenere un sorriso ma invano. Era troppo buffa.

"Come ti chiami?"le chiese ancora Michael sogghignando

"Oh che sbadata scusatemi. Io sono Denise, Denise Moore"

"Io sono Michael, ma puoi chiamarmi Maik, mentre lei è Amy. Se non ti parla, lascia stare è una persona molto acida" mi derise il mio migliore amico

"Beh hai parlato ininterrottamente per due ore, sei passata dal ritardo per il traffico agli scoiattoli, dal tuo strambo gatto a tua mamma che fa la pasta al forno più buona della storia che al sol pensiero mi è venuta fame e non hai mai parlato di vestiti, tacchi, trucchi o quelle altre cose orribili e inutili, quindi, diversamente da come ha detto Maik, mi piaci" Maik strabuzzò gli occhi al suono di quelle parole. In realtà ero sorpresa anche io, ma era la verità. Quella ragazza era così diversa dalle altre e mi piaceva davvero.

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