•Capitolo 7•

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POV AMY

"Amy non mi importa, tu verrai con me e Mike a questa dannata festa! Anzi sbrigati a prepararti e venire qui che ti devo sistemare i capelli, truccarti, magari solo un po di mascara e del lucida labbra o forse un ombretto che faccia risaltare quell'azzurro stupendo. L'altro giorno ho comprato un rossetto bellissimo, era a saldi in un negozio nuovo, molto carino e... Amy!!! Non mi far distrarre!! Non funziona! Vieni qui tra mezz'ora massimo che è già tardi."

Disse irritata chiudendomi il telefono in faccia così violentemente che mi sembrò di aver sentito qualche micro chip frantumarsi.   Erano le 5 e mezza ed era assolutamente inutile andare dopo solo trenta minuti. La festa era alle nove e non ci avremmo mai messo tre ore per prepararci. Ma non volevo sorbirmi la lunghissima ramanzina che mi avrebbe fatto Denise.  Dopo una ventina di minuti mi alzai dal letto e iniziai a cercare qualcosa da mettere nel mio armadio. Volevo stare comoda. Sapevo che Den mi avrebbe urlato addosso ma indossai ugualmente una felpa larga, dei leggins e delle scarpe da ginnastica.  Dave mi accompagnò con la macchina e arrivati davanti all'enorme casa, spense il motore. Prima che potesse fare qualche battutina o assurda scenata di gelosia, gli diedi un bacio sulla guancia e filai come una scheggia fuori dall'auto nera.  Suonai il citofono e dopo qualche secondo vennero ad aprirmi.  Un bellissima donna comparve da dietro la porta. Mi sorrise e mi fece entrare.

"Ciao mamma di Denise" le dissi sfoderando un sorriso a ottantatré denti

"Ciao bellissima! Finalmente qualcuno che non viene qui ed entra salutando formalmente con quegli odiosi 'Buonasera signora Moore' 'Salve signora Moore' e bla bla bla. Mi fanno sentire così vecchia. Insomma sembro vecchia? Sappi che se rispondi positivamente a questa domanda potresti essere fulminata, quindi per piacere sii sincera" mi trattenni dallo scoppiare a ridere. Quella donna era la versione quarantenne di Denise. Bruna, minuta, bellissimi occhi nocciola e parlantina sciolta ma più moderata della figlia.

"Bene allora le dico che se non l'avessi saputo avrei potuto scambiarla per la mia vicina trentenne" 

"Oh già mi piaci! Ma guarda che bei capelli! È un rosso così naturale e sono lunghissimi. Quando avevo la tua età e ahimè sto parlando del lontano mh.. 1989, volevo farmi crescere i capelli fino al sedere. La mia musa ispiratrice era stata raperonzolo. Da bambina adoravo quel cartone ma non capivo come facesse a non emettere suoni quando lui si arrampicava sui suoi capelli. Io avrei iniziato ad urlare come una matta e.. Oh scusami tanto, è successo di nuovo...vai da Denise tesoro. Devi salire le scale, la stanza di Den è in fondo al corridoio."

A questo punto non riuscii a trattenere una sonora risata e dopo averla ringraziata mi diressi verso le scale un po imbarazzata.  Percorsi il corridoio ma c'erano tre porte bianche identiche. Aprii la prima e trovai un lussuosissimo bagno. La richiusi e ne aprii un'altra.  Un ragazzo bruno con le cuffie nelle orecchie era steso sul letto.  Alzò il capo, mi guardò dalla testa ai piedi confuso, poi ad un certo punto spalancò gli occhi come se si fosse illuminato.

"Ehi ma tu sei la mestruata affamata giusto? Sei riuscita a trovarmi eh? Non me lo aspettavo però in fondo dovrei esserci abituato" disse da vero sbruffone e con quell'odioso sorrisetto impertinente sul volto, mentre i miei pugni si stringevano e la rabbia iniziava a salire vertiginosamente.  Ora me lo ricordo. Mi aveva dato un panino agli arachidi davvero delizioso.

"Ma guarda abbiamo mister steroidi e simpatia! Levati dai piedi non ho tempo da perdere!!"  "Cara mi dispiace dirti che sei tu quella che è piombata in camera mia come se fosse disperatamente in astinenza dalla mia bellezza"

Le nocche delle mie dite divennero bianche per la forza con cui serrai i pugni. Questo qui sapeva proprio come farmi arrabbiare e l'unica cosa che mi ballonzolava in mente era la sua immagine mentre gli sbattevo violentemente la testa contro un muro.

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