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3 del mattino. Appartamento buio e silenzioso meno qualcuno che russava. Kayla dormiva rivolta verso il muro. Rumore di passi strascicati, accompagnati da un sibilo. Una porta socchiusa. Niente ferma quello strisciare. Una scura sagoma entrò senza smuovere la porta di un millimetro. Kayla si rigirò nel letto. Il suo sonno era leggero. Era infastidita dai rumori ma non ci badò più di tanto. La sagoma era a pochi centimetri dal suo corpo. Avvertì una presenza e spalancò gli occhi: aveva davanti lo Slenderman, in carne, ossa e tentacoli. I due si scrutarono, o così sembrava, malgrado il buio. Non sapevano di esser così simili, eppur così diversi. La ragazza non ci pensò due volte e disse allo strano e inquietante figuro: "Prendimi e portami via con te, tanto non ho niente da perdere, la mia vita non ha più senso, ho un tale vuoto, mi sento di troppo in questo mondo di merda.". Lo Slender rimase stupito dalla sua reazione. Cercò di leggere la sua anima e le sue paure ma non ci riesce. C'era qualcosa che glielo impedisce, ma cosa? Era spaventato, ma allo stesso tempo meravigliato di un animo così tormentato. Per lui era un onore aver trovato qualcuno che non lo teme e lo rispetti, malgrado la sua richiesta, quasi un ordine, sembrasse uno sfottimento. Così, dopo aver deciso sul da farsi, si inchinò davanti a lei porgendole il tentacolo, preso stancamente da chi non teme di aspettarsi il peggio, un'altra cosa che questo avverte come propria, ma non aveva idea di che fosse.

La Vera Storia di SlendyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora