Capitolo quattro

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Dopo il bagno la portarono in un'altra enorme sala per conciare le invitate e le pettinarono per una buon'ora i capelli sciupati, li annegarono in ogni tipo di olio e sostanza chimica per renderli decenti e le fecero una treccia provvisoria, per tenerli in ordine.
Attorno a lei una folla di donne vestite tutte nel medesimo modo andavano avanti e indietro indaffarate. Yana aveva una voglia matta di scendere da quel piedistallo su cui l'avevano fatto piazzare e andare ad aiutarle, quel posto non era per lei, di questo ne era sicura.
Le presero più volte le taglie, per sicurezza, e vide sempre quella stessa persona, preoccupata, parlare con altre tre ragazze con la stessa espressione.
« Scusate, cosa c'è che non va? » osò chiedere, indifferente.
Le tre ragazze sussurrarono quando la sentirono parlare.
« Siamo mortificate signorina, ma non ci sono più sarte disponibili » la ragazza sembrò prepararsi a una strage imminente provocate dalle urla dell'invitata, e si sorprese quando ella le sorrise gentilmente e le disse: « non ha importanza, aspetterò ».
In quel momento si avvicinò un'altra ragazza, probabilmente della sua stessa età, con i capelli color rame e gli occhi verde pistacchio e le sussurrò all'orecchio « potresti chiamare George ».
La serva si pietrificò nell'udire quel nome.
« Ma sei impazzita per caso? Sai come lavora, non sia da fare! Mai! »
Ma pensandoci un'altro po', non vi era altra soluzione, così mandò qualcuno a chiamarlo.

Yana vide dalla porta entrare un uomo alto, vestito con una camicia bianca e dei pantaloni di stoffa, ai piedi indossava delle scarpe di cuoio, camminava con portamento elegante, entrando, cominciò ad osservare le altre donne lavorare sulle ragazze, fece un ghigno.
Non c'era bisogno di un genio per tradurre quell'espressione in una sorta di disgusto e disprezzo.
Portava degli occhiali fini e rotondi, che nascondevano gli occhi profondi e malinconici, camminava lentamente, così che poté avere il tempo di guardarsi per bene intorno.
Si fermò davanti a Yana e la osservò per dei secondi.
Quel gesto la fece innervosire leggermente, era piuttosto stufa delle persone che la guardavano di continuo.
« Sono George, il tuo sarto » disse senza porgerle la mano e guardarla torvo.
« Yana, piacere » disse lei cercando di sembrare educata.
« Non ti ho chiesto di presentarti » fece lui, annoiato.
Yana rimase basita, ma George fu una delle prime persone a palazzo a non trattarla come se fosse chissà chi e questo lo rese simpatico ai suoi occhi.
Passarono il tempo parlando, o per lo più Yana ascoltava, mentre George dava sfogo alla sua superbia e continuava a vantarsi delle sue magnifiche doti e sottolineava il fatto che l'avevano chiamato "il sarto migliore che si poteva trovare nei paraggi".
Si stufarono presto entrambi della continuità nel gesto di prendere le misure per il vestito, tanto che più di una volta una o due ragazze furono soggette all'ira di quest'ultimo, che Yana notò non essere molto paziente.
D'un tratto lo vide buttare il metro per terra e battere le mani, ormai al limite della sopportazione.
« Parliamo del vestito » disse in tono pacato.
« Lo faremo lungo fino al bacino, anzi no, corto e senza le bretelle. Il corpetto sarà stretto e avrà uno spacco a V davanti, uno spacco alla gonna farà intravvedere la seta e sarà in nero, con dei fronzoli ai lati, o potremmo farlo corto come le mutande, qua sotto, vedi? Renderebbe tutto molto veloce e non ti dovresti preoccupare di attirare l'attenzione con le gambe che ti ritrovi... » cominciò a blaterare velocemente.
Yana dovette interromperlo, non capiva il disegno del vestito e li sembrava molto ridicolo dalla spiegazione dell'uomo.
« Scusa? » chiese George, evidentemente offeso.
« Ho detto che il vestito è ridicolo e molto provocante, anzi, direi piuttosto volgare, e non mi so addice, se già sono stata obbligata a partecipare almeno cerca di fare qualcosa di sobrio! Mi aspettavo di meglio dal "più grande sarto che si può trovare nei paraggi" » disse imitando la sua voce.
« Come osi? » urlò George alzandosi e facendo cadere lo sgabello su cui era seduto.
« Tu! Insulsa contadinella osi mettere in dubbio le idee di un grande artista! Tu che sei ignorante nelle arti della stoffa! »
« Ma chi vuoi prendere in giro? Con l'obbrobrio che mi stai presentando? Neanche lo scemo del villaggio ideerebbe una cosa simile! » ormai Yana aveva capito con chi aveva a che fare.
L'intera sala li stava fissando straniti.
« Tu! Nessuno ha mai osato contrad... » ma non finì la frase che entrambi scoppiarono a ridere sonoramente, l'intera sala li stava fissando ancora più confusi.
« Ok, basta con la sceneggiata, mi sono divertito abbastanza »
« Non sei bravo a fingere di essere quello che non sei »
George fece un ghigno divertito e assunse un comportamento diverso da quello precedente, più serio e gentile « Ti faccio i miei complimenti, fino ad ora ho cambiato undici ragazze diverse e tutte non hanno saputo stare al mio gioco »
« Sono onorata » disse scherzosamente Yana, mentre incrociò le braccia.
« Ora parliamo seriamente del vestito » ma venne interrotta da George che negò con la testa.
« No ,no cara, per segreto professionale il vestito sarà una...sorpresa »
« Come? » chiese stupefatta Yana.
« In pratica per tradizione, il vestito lo deve creare il sarto o la sarta che è stata assegnata alla ragazza, se no non sarei qui, e siccome potresti essere la possibile futura moglie del principe, prossimo al trono, questa cosa si rivela un po' una sfida anche per noi, perché se c'è la minima possibilità che vieni scelta porterebbe un'enorme vantaggio al nostro curriculum come stilisti. Capisci? »
Non poteva obiettare.
« Quindi? » non le rimase che chiedere.
« Dovrai aspettare, vestiti con questi nel frattempo » le disse porgendole una maglia e un paio di pantaloni di seta morbida. « La festa è domani sera, no? Avremmo tutto il tempo »
Ella si guardò attorno e notò che le altre invitate erano sul punto di finire i vestiti, le indicò con la mano e cercò di dire qualcosa ma George la interruppe.
« Devi solo fidarti di me, okay? Ora va' nella tua stanza, ho sentito che ti cerca qualcuno »
A Yana venne in mente subito Zelem.
E seguì Ambra, la serva muta che l'aveva accompagnata da quella mattina.

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