Capitolo cinque

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Zelem guardò Yana allontanarsi con una donna, la osservava mentre, evidentemente in difficoltà cercava di comunicare con dei gesti della mano a Valence, che recepito il messaggio, lo fece presente anche a Dune, che le assicurò andrà tutto bene.

«Quindi oggi ci tocca fare anche da balie a questa graziosa principessa?» chiese Valence sorridendo.

«Ma io non sono una principessa!» si affrettò a ribadire Zelem, confusa sulla propria identità.

«Sei qui come nostra ospite, quindi come un'invitata e questo fa di te una principessa al castello» spiegò gentilmente Dune.

«Oh! Davvero?» chiese stupefatta lei.

«Certamente! Ma ora scendiamo, facciamo un giro» disse Valence ridacchiando leggermente.

Era impossibile passare per i cancelli principali, erano tutti soppressi dai preparativi per la cerimonia, Valence era sicuro che si sarebbe preso una bella sfuriata da qualche domestica se li avesse visti gironzolare in quel modo.

Così, per occupare un po' il tempo, decisero di svolgere il compito che aspettava ai stallieri, cioè di accompagnare Petunia e Ryle ai propri box.

«Pare che Zelem si sia affezionata a Ryle» osservò Dune mentre la guardava sulla groppa dello stallone accarezzargli affettuosamente la criniera e abbracciarlo al collo.

Il morello era ben disposto ad accettare le coccole della bambina e li porgeva spesso la fronte decorata con una particolare stella bianca, per farsela grattare.

Petunia, gelosa che le attenzioni fossero concentrate solo sul suo compagno, cercò di attirare a sé l'interesse della bambina sfregando il muso sulla pancia di essa, che, soffrendo il solletico, rise di gusto e abbracciò anche la fronte della giumenta.

«Pare proprio che i cavalli con te non hanno scampo» disse un uomo, vedendoli arrivare.

Rispondeva al nome di Visygota ed era uno dei responsabili che si occupava di una parte delle stalle, comprese quelle dei due equini.

Era anziano, sì, lo si poteva notare dai ciuffi di capelli color cemento che gli si presentavano fra la barba e i capelli color caramello, ma era difficile dargli un'età precisa, a guardarlo bene a Zelem ricordava gli uomini che accompagnavano qualche volta Yana a tagliare la legna nei boschi: alto e robusto, portava una camicia a quadri verde e blu, indossava una salopette nera e sporca di terra e ai piedi gli stivali di gomma erano pieni di fango rinsecchito insieme alla paglia. La cosa che fece più timore a Zelem furono gli occhi dell'individuo.

Erano di un colore molto particolare: le iridi erano di un giallo brillante, contrastate dall'arancione attorno alle pupille.

A primo impatto Zelem ne rimase stupita, conosceva poche persone, ma era sicura che nessuno al villaggio aveva simili occhi.

Dapprima evitò di guardarli, non era sicura se fosse per timore o per imbarazzo, ma poi ne fu attratta, come se al posto degli occhi quell'uomo avesse due pietre preziose; evitò comunque di osservarli troppo a lungo.

Gli stessi occhi la aiutarono a scendere dal cavallo e le diedero il benvenuto a palazzo.

Salutati lo stalliere, passarono per il giardino, aiutarono gli addetti con le cure delle piante a trasportare alcuni pesanti vasi contenenti dei bellissimi fiori color magenta, che servivano da decorazione all'entrata del castello.

Anche Zelem voleva aiutare, ma era chiaro che non sarebbe riuscita a sollevare neanche la metà di quei vasi, così andò a sbirciare il lavoro dei giardinieri.

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