<<Spogliati>> dissi mentre stavo comodamente seduta su un'ampia poltrona di velluto rosso in un angolo della stanza ombrosa del mio castello di tenebra,
<<wo wo wo.. So che probabilmente non hai mai visto un ragazzo nudo in secoli di esistenza, ma non sei il mio tipo, troppo poco.. Beh .. Umana>>
<<risparmiami il tuo sarcasmo ti prego>> risposi liquidandolo con un semplice gesto della mano <<spogliati ed entra nella vasca>>
<<devo togliere anche questi?>> chiese con voce calda giocherellando con l'elastico scuro dei boxer,
<<certo che no, nessuno vuole vedere il tesoro della corona>>,
<<sicura?>> continuò sorridendo maliziosamente ricevendo però solo un'occhiataccia da parte mia.
Togliendosi la maglia bianca che nascondeva sotto l'armatura mi regalò una perfetta visione dei suoi muscoli scolpiti, l'ampio petto sembrava un'opera in marmo pregiato, sotto la pelle candida delle braccia possenti si intravedeva un fitto reticolo di vene bluastre dove ormai il sangue aveva smesso di circolare e giaceva stagnante, ma nonostante questo non smetteva di essere tremendamente affascinante.
<<da bravo, adesso entra nella vasca>>
<<si mammina>> rispose imitando la voce di un bambino mentre poggiava il piede destro all'interno della vasca. Essendo morto non poteva sentire freddo, ma evidentemente il suo corpo continuava a reagire agli stimoli come quando era forte e pieno di vita, per questo, quando si sedette sul fondo di quella culla di ferro, le sue spalle si ricoprirono di pelle d'oca facendolo sembrare più vulnerabile e indifeso. Era così bello dentro quella vasca, la nudità lo rendeva fragile e vulnerabile, vederlo in quella situazione mi riscaldò il cuore: era così umano da farmi girare la testa.
<<Allora? Cosa devo fare adesso?>> la voce del ragazzo interruppe le mie fantasie facendomi precipitare nuovamente sulla poltrona soffice,
<<come ti chiami? Non te l'avevo ancora chiesto>>
<<Alexander>> rispose lui sorpreso <<Alexander di York>>,
<<che bel nome.. Alexander>> ripetei tra me e me mentre sul suo volto si apriva un sorriso sincero,
<<beh grazie. Invece tu? Come posso chiamarti?>>
<<il mio nome è Sofia>>,
<<sapienza e conoscenza giusto?>> chiese il ragazzo,
<<come?>> dissi io non capendo la domanda,
<<il tuo nome .. Vuol dire questo no?>>
<<ah si si, il creatore lo scelse per me quando mi regalò il dono della vista>>,
<<il dono della vista?>> ripeté incuriosito,
<<si: io posso vedere il passato, il presente ed il futuro di chiunque io desideri>> risposi fiera delle mie capacità,
<<ecco come facevi a sapere della Scozia.. Quindi conosci tutta la mia storia? È per questo che mi hai scelto?>> chiese lui leggermente sorpreso non ricevendo però alcuna risposta.
<<Allora>> dissi avvicinandomi alla vasca ed appoggiando le mani ornate di pietre preziose sui bordi freddi <<adesso verserò il contenuto di quest'urna nella vasca. Dobbiamo ricreare il momento della nascita, tornerai alle tue forme umane, scenderai sulla terra e mi aiuterai a ridare vita al caos>>,
<<quindi dovrei diventare una specie di burattino ed andare in giro per il mondo ad appiccare incendi, scatenare epidemie e uccidere innocenti? No grazie>> affermò chiaramente innervosito.
<<Non ti stavo chiedendo il permesso>> dissi con un sorriso amaro sulle labbra. Dalla punta delle mie dita nacquero scintille nere che precipitarono ai lati della vasca creando un coperchio di vetro che bloccò il ragazzo proprio mentre si stava alzando per scappare.
<<Sofia! Sofia!>> lo sentivo urlare mentre batteva violentemente i pugni sulla copertura trasparente che lo teneva prigioniero provocandosi così dei piccoli tagli che iniziarono quasi subito a rigargli le mani di sangue, <<Sofia liberami! Non ti servirò mai!>> strillava così forte da farmi venire il mal di testa;
<<silenzio stupido umano>> gridai agitando le dita verso di lui rubandogli la voce. Una polverina chiara uscì dalla sua bocca, attraversò il vetro ed entrò nel medaglione che portavo al collo facendolo brillare di luce propria <<te la restituirò quando le tue chiacchiere mi saranno utili. Tranquillo, non sentirai nulla>> dissi dandogli le spalle mentre perdeva i sensi lasciando cadere pesantemente la testa nell'acqua dove era immerso.
<<Allora, allora, vediamo>> cominciò così il mio monologo che accompagnava quel rito della vita. Sulla mensola di legno appesa sul muro alla mia sinistra si rincorrevano boccette di vetro alte e basse, strette e larghe, con colli lunghi e affusolati, contenenti liquidi chiari e scuri, polveri e paste. Dopo aver riaperto il coperchio della vasca presi tra le mani una piccola saliera e dissi <<sale per rinforzare le ossa>>, poi afferrai un piattino di porcellana chiara e ripresi a parlare <<un po' di pepe per ridare vita alla mente, polvere di stelle per restituire l'originaria bellezza>>. Mentre i granelli colorati si scioglievano nell'acqua che circondava Alexander presi un piccolo ciondolo d'oro e, stringendolo tra le mani, dissi <<un pizzico d'orgoglio in più, una spolverata di vanità e presunzione, ed infine cancelliamo la pietà, la bontà, la purezza e l'amore dal cuore>>. Mi bloccai all'istante sentendo quelle parole uscire dalla mia stessa bocca. Stavo iniziando a provare attrazione per quell'umano, dopotutto non era così male. Se avessi cancellato tutto l'amore dal suo cuore non avrei mai potuto sapere se anche lui provava qualcosa per me. Allora presi una decisione: <<lascerò una spolverata di affetto e fedeltà sufficiente per amare solamente una persona>>. Il medaglione si illumino di una luce tetra quando lo infilai al collo del ragazzo che di destò immediatamente sentendo quell'oggetto freddo a contatto con la sua pelle morbida.
All'improvviso ci fu un'esplosione di calore. Cascate di scintille sgorgarono dai bordi della vasca. Mi inginocchiai a pochi passi dalla culla di ferro e mi feci scudo con le braccia, rimasi rannicchiata a terra per una manciata di minuti fino a quando non venni sorpresa dal rumore di alcuni passi.
<<Eccomi mia signora, per servirti>> Alexander era in piedi accanto alla vasca, i suoi capelli erano accuratamente pettinati, gli occhi di un nero profondo e senza scampo erano fissi sulla mia figura raggomitolata scompostamente sul pavimento freddo della sala. Quando finalmente riuscii ad alzarmi lui si prostrò ai miei piedi. Rimase in equilibrio sulle ginocchia con la testa china ed il pugno destro stretto al petto. Il mio medaglione risplendeva sul suo petto; indossava degli abiti rigidi e scuri, dei pantaloni abbastanza aderenti erano sorretti da una cintura dorata sulla cui fibbia si intrecciavano le spire di due serpenti con le fauci spalancate, la giacca sbottonata lasciava intravedere una maglia scura che, a contrasto con la carnagione, rendeva ancora più statuario il suo volto, era perfetto: spietato e irresistibile.
<<Cosa posso fare per voi?>>
<ho solamente una richiesta>> dissi fiera del mio lavoro,
<<sarò felice di soddisfarvi>> rispose Alexander con voce calma e profonda,
<<devi distruggere mia sorella>>
<<consideratelo fatto mia regina>> disse portandosi il pugno chiuso al petto in una rapida mossa, <<aspetta>> gridai vedendolo allontanarsi, <<stasera ci sarà una festa in tuo onore>> continuai con voce calda avvicinandomi a lui ed attirandolo a me tenendolo delicatamente per il colletto della giacca <<sarei felice se tu ci fossi>>. Riuscii a sentire il suo respiro caldo accelerare mentre i suoi occhi iniziavano a brillare di una strana luce e le labbra si aprivano in un sorriso malizioso.
<<Sarò felice di soddisfare ogni vostro desiderio>> concluse con voce sensuale per poi voltarsi ed allontanarsi da me.

STAI LEGGENDO
Quando La Morte Racconta
RomanceIn un mondo dove odio e amore sono parti complementari, due sorelle lotteranno per per i loro sogni, che siano di pace o di distruzione. Amore, rinunce, sofferenze e guerre sono la linfa dei nostri giorni.