Il Nuovo Creato

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La mattina seguente fui svegliata dalla luce chiara che filtrava dalle pesanti tende della mia camera da letto. Il sorriso che risplendeva sulle mie labbra mentre mi stropicciavo gli occhi scomparve quando notai l'assenza di Alexander al mio fianco. Dove poteva essere andato? Senza neppure guardarmi allo specchio mi vestii velocemente ed uscii dalla stanza reale in fretta e furia. Stavo esaminando le sale ed i corridoi uno ad uno quando mi venne un'idea, così mi precipitai nella Sala del Mondo ed iniziai a cercarlo in quella riproduzione perfetta del pianeta terra. Ad un tratto lo vidi: se ne stava seduto con la schiena appoggiata al tronco di un albero il riva ad un fiumiciattolo che scorreva lento e pacato. -Cosa sta facendo?- pensai allora, <<oh no!>> dissi tra me e me osservando la figura avvolta in una pesante cappa scura inginocchiata a pochi passi da lui intenta a lavare dei panni nell'acqua chiara.
<<Salve>> disse ad un tratto Alexander sorprendendola e facendola sobbalzare,
<<avete bisogno di aiuto?>>
<<come?! No, no faccio da sola>> rispose lei senza neppure girarsi a guardarlo ed allora la riconobbi: era andato da mia sorella.
<<Oh accidenti! Proprio ora che avevo deciso di risparmiarla e di concedergli un po' di pace, lui cosa fa? Decide di svegliarsi presto per andare ad ucciderla!>>.
Allora Alexander si alzò da terra ed estrasse un pugnale dalla cintura, ogni suo movimento era lento e fluido, come una danza; ma quando la ragazza lo sentì vicino si voltò a guardarlo e lui si immobilizzò cercando di nascondere l'arma più velocemente possibile.
<<Non credevo che tu fossi così ...>> iniziò il giovane avvicinandosi ancora di più e porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
<<Scusate.. Ma ci conosciamo?>> rispose Ludovica fissando il suo sguardo confuso su di lui,
<<no, no.. Devo avervi scambiata per qualcun'altra..>>
<<ah, va bene. Io adesso devo andare quindi ..>> iniziò la ragazza allontanandosi ma lui fu più veloce e le si parò davanti' <<io sono Alexander, voi come vi chiamate?>>
<<Ludovica>> rispose lei sorpresa dal quel gesto così rapido.
<<È un bellissimo nome>> rispose lui aprendosi in un sorriso così perfetto da farla arrossire ed abbassare lo sguardo.
<<Beh grazie.. Ma adesso dovrei proprio andare ..>>
<<per favore..>> iniziò lui sorprendendola ancora una volta <<non sono del posto e vorrei visitare il paesino, mi accompagnereste?>>
<<ah, beh perché no.. Tanto anche io devo tornare al villaggio>> concluse iniziandosi ad incamminare per una salita di terra sconnessa.
<<Allora>> riprese dopo poco Ludovica interrompendo il silenzio imbarazzante che si era creato tra i due <<da dove vieni?>>
<<dall'Inghilterra>> rispose Alexander ristabilendo un forte contatto visivo con la ragazza che le fece riabbassare subito lo sguardo, <<anche se non torno a casa da un paio di mesi>>
<<scommetto che vi staranno aspettando, perché non fate ritorno? Cosa vi trattiene?>>
<<in verità nessuno mi aspetta a casa.. >>
<<oh mi dispiace>> si affrettò a dire Ludovica accorgendosi di aver toccato un tasto dolente.
<<Siamo quasi arr..>> disse prima di scivolare perdendo l'equilibrio liberando un leggero urletto. La cesta con i panni che stringeva tra le braccia fino ad un attimo prima adesso era capovolta in una pozza di fango poco distante dai due, mentre Alexander, grazie ai suoi ottimi riflessi, aveva preso al volo Ludovica prima che cadesse ed adesso la stringeva di tra le sue possenti bracci. I volti dei due ragazzi erano separati solamente da pochi centimetri ed i loro respiri si stavano mescolando dando vita a delle nuvolette di vapore caldo che scomparivano dell'aria fredda del bosco. Nonostante stesse cercando di allontanarsi dal suo sguardo, Ludovica non poté fare a meno di soffermarsi a contemplare cotanta perfezione.
-Ma cosa sta facendo?- pensai allora innervosita -dovrebbe ucciderla non farle da zerbino-.
<<Alexander!>> gridai furiosa in direzione del globo fluttuante di fronte a me <<torna subito qui!>>
A quel potente ordine che solo lui poteva udire, si destò dai suoi pensieri, aiutò Ludovica a rimettersi in piedi e si affrettò a dire <<scusatemi adesso devo andare; spero di rivedervi presto mia cara Ludovica>>.
Ancora con lo sguardo confuso della ragazza addosso, si dileguò nella fitta macchia lasciandola da sola in mezzo al bosco.

<<Salve mia Regina, avete avuto un buon risveglio?>> chiese Alexander mordendo sensualmente la mela che stringeva tra le lunghe dita.
<<Un buon risveglio un accidente!>> gridai avvicinandomi pericolosamente a lui che però non sembrò farci molto caso, <<non ti ho creato per fare il casca morto con quella là! Ahh.. Sei davvero assurdo, ma cosa ..>>
<<ehi, ehi, ehi, andiamo, calmati>> disse con voce suadente lasciando la mela e poggiando delicatamente le mani sulla mia vita. A quel contatto un senso di tranquillità si impossessò di me facendomi riacquistare la calma, era incredibile l'influenza che aveva su di me.
<<Sai benissimo di essere l'unica per me, mia adorata Regina. Come potrei preferire qualcun'altra a te?>> quelle parole mi scaldarono il cuore come una fiamma immersa nella notte fredda regala un piacevole tepore all'aria circostante.
<<Andiamo>> disse poi baciandomi delicatamente le labbra,
<<dove?>> chiesi sorpresa,
<<voglio dimostrarti a chi appartiene il mio cuore>> concluse incamminandosi verso la mia stanza mentre io lo seguivo con un sorriso da ebete sulle labbra.

<<Kyle ti dico che è vero! L'ho incontrato nel bosco e, nonostante non gli avessi ancora detto niente, mi ha guardata come se mi conoscesse da sempre!>> iniziò Ludovica turbata mentre il ragazzo la fissava confuso,
<<e tu lo conosci?>> chiese lui con sguardo duro,
<<no che non l'ho conosco te l'ho detto! Non l'avevo mai visto prima>> continuò alzando la voce chiaramente innervosita.
<<Quindi tu mi stai dicendo che eri nel cuore del bosco, da sola con uno sconosciuto. Magari giovane ed attraente>>
<<Kyle ma cosa stai dicendo?>> chiese lei sorpresa,
<<cosa mi dice che tu non gli sia saltata addosso eh? Come posso fidarmi di te, mi hai già mentito una volta!>>
<<cosa?>> chiese ancora una volta Ludovica adesso stupita ed offesa <<come puoi pensare queste cose, dopo tutto quello che ho fatto per stare con te ancora non ti fidi? Stai scherzando spero>>
<<adesso ti faccio vedere quanto sto scherzando>> disse il giovane avvicinandosi pericolosamente a lei afferrandola per la gola per poi sbatterla violentemente al muro. Tra i volti dei due ragazzi c'erano solo pochi centimetri di distanza, ma mentre quello di lei era impaurito e sconcertato quello di Kyle era duro e freddo come la roccia, il suo sguardo tagliente le perforava la pelle costringendola ad abbassare lo sguardo prima di raccogliere tutto il suo coraggio e dire <<Kyle tranquillo. Non sei in te, riusciremo a capire cosa ti sta succedendo ma adesso devi calmarti>>.
Poiché le parole non sembravano placare la sua ira, non le restava che stabilire un contatto più intenso, allora alzò una mano e la poggiò delicatamente sul volto del ragazzo che, non appena ne percepì il calore, si destò da quello che sembrava uno stato di trance e la lasciò andare. Mentre Ludovica scivolava lentamente contro il muro per andare ad accucciarsi a terra cercando di riprendere fiato, Kyle si sedette sul suo letto poco distante e si prese la testa tra le mani come in preda ad un terribile mal di testa. Non appena la ragazza si accorse delle condizioni del ragazzo si avvicinò a lui cercando di abbracciarlo ma fu respinta dalla mano di quest'ultimo che la allontanò bruscamente facendola cadere nuovamente a terra.
<<Non ti avvicinare!>> gridò il giovane continuando a tenere la testa tra le mani, <<non voglio farti del male! Ti prego stammi lontana!>>,
<<Kyle ascoltami>> iniziò cautamente lei con voce calma e dolce, <<capiremo cosa ti succede ma fino ad allora devi permettermi di aiutarti! Per favore>>.
Al suono della voce della sua amata Kyle fece un lieve gesto con la testa permettendole così di avvicinarsi ed accoglierlo tra le sue confortanti braccia.
<<Ti prego perdonami, io davvero non so cosa mi sia preso>> iniziò a dire il ragazzo sinceramente dispiaciuto e mortificato,
<<shh sta tranquillo>> rispose Ludovica accarezzandogli i capelli disordinati, <<non fa niente>>.

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