Ebbene si, mi sbagliavo, il bagno caldo non servì a nulla. Cioè..é solo acqua, cosa può fare...
Forse Niall aveva ragione, forse stavo davvero andando in panico per nulla, per un bacio, uno qualsiasi, dovrei essere abituato ai baci no ?
Eppure ancora non riuscivo a crederci di averglielo detto.
Era strano.
Molto strano.
Di solito, resistevo, combattevo contro me stesso per non piangere, ma ora..non lo so cosa mi è preso in quel momento.
E Louis invece ? Avrei sicuramente dovuto dargli delle spiegazioni.
L'ha visto.
Mi ha visto.
Ha visto che piangevo. Penso sarebbe stato inutile negare.
Ma non potevo mostrarmi debole.
Io non ero debole, per niente.
Forse era solo un momento di debolezza..
In ogni caso il mio rapporto con Niall, anche dopo l'accaduto non doveva cambiare. Ero freddo. Con tutti. E lui faceva parte di quel "tutti".
Non é per due lacrime versate che dovevo cambiare atteggiamento. Nonostante mi avesse ascoltato e consolato.Uscii dal quel maledetto e inutile bagno, mi vestii e mi stesi sul letto cercando di nuovo inutilmente di dormire. Verso le 23:00, sentii la porta aprirsi, pensavo fosse Niall, ma quando poi sentii un telefono squillare e la voce di Louis rispondere, mi convinsi che non era lui. Chiusi gli occhi facendo finta di dormire, se ero sveglio mi avrebbe fatto milioni di domande perciò decisi di fingere.
Riattaccò al telefono, doveva essere sua madre poiché alla fine della chiamata disse «Si Mà ho capito»
Riuscivo comunque a guardare Louis con gli occhi leggermente aperti che mi fissava e poi si sedette sul mio letto guardandomi. Devo dire la verità era leggermente imbarazzante quando ti guardava così. Ero a pancia in giù e lui mi mise una mano sulla schiena. Diversamente a cosa pensavo disse: «ora spero solo che dormi davvero e se non è così mi frego, ma ho bisogno di parlare, ora. Non so se hai mai fatto caso che non smetto di guardarti, non perché ho una cotta» ridacchiò «non smetto di farlo perché ti stimo. Già, ti stimo, ci conosciamo da circa due settimane ma ti stimo. Ti stimo perché vorrei essere come te. Freddo, duro, insensibile e menefreghista...ma non ci riesco. Ci provo, ti giuro che provo a esserlo, ma non fa per me. E oggi, quando ti ho visto piangere, ho avuto paura, ma davvero tanta, per questo ho sbattuto la porta, sono corso in ascensore, l'ho bloccato, e sono rimasto lì, a piangere, come un deficente. E sai perché ? Perché tu mi hai fatto paura.
Perché se crolli tu io crollo mille volte non essendo te.
Perché so che sei forte, e se tu piangi e sei forte, io che sono debole che cosa dovrei fare ? Uccidermi ? Che cosa?! Pensavo che le persone forti non piangevano, ma mi sbagliavo, come sempre. Ho sbagliato tutto, in vent'anni ho sbagliato tutto»
Avevo un voglia di alzarmi e dirgli che non può aver sbagliato tutto, che in tutti casi non sarebbe stato solo ma stetti zitto lasciandolo finire
«Bene, adesso non ho la minima idea di perché ti ho detto questa cosa, ma ogni tanto mi serve non parlare da solo, a seconda di se dormi o no.»
Si alzò dal letto prendendo la bottiglietta d'acqua sul comodino, stava per aprire totalmente la porta quando fiondai su di essa richiudendola. Mi guardò con gli occhi spalancati ma prima che parlasse lo presi per un braccio e lo feci sedere sul letto
«Ora ti fotti. Perché ho sentito tutto. E tu ora mi spieghi.»
Mi guardò e dopo mezzo minuto disse: «potevi dirmelo é. Che eri sveglio. Non avrei detto niente»
«Louis»
«Dimmi»
«Smettila.»
«Okay. Vabbene, te lo dico»
Feci un respiro di sollievo
«Solo dopo che mi avrai detto perché sei freddo»
Lo guadai con rabbia
Poi mi alzai
«Io non ti dico niente, l'hai detto anche te no ? Che sono menefreghista, che me ne frego di tutto, bene allora me ne vado, perché non dovrebbe interessarmi» uscii dalla stanza sbattendo la porta, mi fermai a metà corridoio bloccandomi, rimasi 10 secondi a pensare
«Fanculo al menefreghismo» corsi verso la camera e aprii la porta trovandolo in un angolo della stanza raggomitolato «Louis» si girò di scatto e si alzò velocemente «Che cazzo stai facendo» dissi guardandolo strano
Non penso che riusciva a parlare, mi guardava con quegli occhi di ghiaccio che parlavano da sé, lo guardavo aspettando una risposta e sapendo che in quel momento l'unica cosa che avrebbe voluto fare era piangere.
Mi abbracciò come se non contasse più nulla, all'inizio ero sbalordito non sapendo bene cosa fare, poi mi lasciai andare facendomi guidare dall'istinto: lo strinsi in modo da non farlo sentire solo. Penso anche lui rimase a bocca aperta quando lo strinsi.
Cioè, io che abbracciavo, stiamo scherzando ?
Ma penso che questo, avendomi detto che aveva avuto paura quando avevo pianto, beh penso che questo , che questo abbraccio gli facesse ancora più paura.
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Cuore di ghiaccio
FanfictionZayn Malik, un ragazzo di appena 19 anni viene costretto ad entrare in un college per i suoi successivi studi. E mai avrebbe potuto immaginare che "in quello stupido college" avrà a che fare con un sentimento che va oltre il sesso, oltre il divertim...