And the day is clear,
my voice is just a whisper
louder than the screams you hear;
it's like the sun came out.
Gabrielle Aplin, Start of TimeSollevo lentamente le palpebre, cercando di abituarmi a poco a poco alla debole luce che filtra attraverso la finestra.
Provo a mettermi a sedere con estrema calma dal momento che sento le tempie pulsare in maniera insopportabile, e mi guardo intorno, ancora leggermente spaesata.
Mi trovo nella stessa camera in cui ricordo di essermi addormentata ieri notte, ma mi accorgo quasi subito di qualcosa di diverso.
Sono sola.
Nessuno occupa l'altro cuscino, come invece mi aspettavo.
Ci poggio una mano sopra, la federa che lo ricopre è già fredda.
Sento alcune voci provenire dal piano di sotto per cui, forzando la mia volontà, decido di alzarmi, sbilanciandomi non appena metto un piede sul pavimento di legno.
Mi infilo i pantaloni che indossavo ieri sera, realizzando con un brivido che sono ancora umidi.
Esco dalla camera in punta di piedi, per poi scendere le due rampe di scale.
«I miei mi uccideranno.»
Alex è seduto sulla poltrona del salotto, la testa fra le mani.
Non capisco con chi stia parlando fino a che non sento due sospiri provenire dalla parte opposta della stanza.
«Che teste di cazzo.» Anto ed Ellie sono seduti l'uno accanto all'altra sul divano, e si guardano intorno scuotendo il capo, l'aria decisamente affranta.
Li imito, comprendendo subito a cosa si riferiscano le parole di Anto.
La casa è un disastro: alcune sedie sono state capovolte, si nota chiaramente che i mobili non si trovino nella loro solita disposizione, il pavimento è ricoperto di bottiglie, popcorn, sigarette e quant'altro.
Dischiudo la bocca, pensando a che razza di gente debba essersi imbucata alla festa per ridurre il salotto in questo modo. Non oso immaginare in quali condizioni possa trovarsi il giardino sul retro.
Un moto di compassione mi spinge a sollevare lo sguardo su Alex, che non riesce a fare altro che rimanere in silenzio. Nemmeno lui stava troppo bene ieri sera. La sua testa pulserà almeno quanto la mia, e questo certamente non lo deve aiutare.
«Ro!» Bec si accorge improvvisamente della mia presenza e, senza darmi il tempo di dire niente, si alza, correndomi incontro e stringendomi in un abbraccio stritolatore. «Oh mio Dio, Ro.» la sua voce si fa più acuta. «Siamo stati così in pensiero per te.»
Le sue braccia allentano la presa, facendo in modo di potermi guardare negli occhi, quasi ad assicurarsi del tutto che io stia bene.
Mi limito a guardarla di rimando e, mentre anche Alex ed Anto si alzano per venirmi incontro, le immagini di ieri sera mi ritornano rapide alla mente.
Le mani di quel ragazzo che cercano di insinuarsi sotto la mia maglietta, il mio respiro che si accorcia sempre di più mentre mi allontano da lui, la sua figura che si avvicina a me per poi spingermi indietro.
L'acqua ghiacciata.
Due braccia che si avvolgono intorno a me e mi riportano in superficie.
L'unica cosa che riesco a ricordare da quel momento in poi è lo sguardo penetrante di Genn che mi fissa ansioso, riuscendo comunque ad infondermi un senso di pacata tranquillità.
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Stubborn Youth // Genn Butch
FanficGenn... Butch. Nell'ultimo anno e mezzo Alex me l'avrà nominato soltanto qualche migliaio di volte. Il tanto rinomato Genn Butch.. Sarebbe lui?