Parte 11

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-Non so da dove cominciare...vieni ad aiutarmi Jace!-urló Clary dall'altra parte della biblioteca.

Alec era tornato da poco all'Istituto e aveva riferito ciò che si era detto nel Consiglio. Tutti erano molto allarmati ed erano rimasti stupiti dal racconto del ragazzo. Ormai erano passati tanti anni dalla guerra, dalla reale morte di Sebastian, anche da una qualsiasi minaccia da parte del mondo demoniaco. Naturalmente i demoni circolavano ancora. Capitava che qualche Drevak o Eidolon si presentavano a creare un po di scompiglio, ma nulla che loro non potessero gestire. Sono centinaia di anni che si occupano di loro insomma, non sono affatto un problema. L'attività demoniaca non muore mai. Così come qualche nascosto che di tanto in tanto infrangeva gli Accordi. Per il resto, nulla di preoccupante. E adesso questo stava creando preoccupazione nel mondo delle ombre. Gli attacchi erano sempre più frequenti e le vittime sempre di più. E questo non andava affatto bene.

Tutti all'Istituto erano indaffarati a cercare indizi. Dalle discussioni si era arrivati alla conclusione che Sebastian avrebbe trovato quei progetti in biblioteca. Ma come si ci trovassero era un mistero. Non si ere mai parlato del fatto che Mortmain fosse mai entrato nell'Istituto di New York. A Londra si, ma il resto no. A meno che...

-Forse ho trovato qualcosa!-dichiarò trionfante Jace.

Clary che era ormai seduta a terra stanca di cercare e non trovare nulla si alzò di scatto e raggiunse il suo ragazzo.
Jace aveva in mano dei fogli con su scritte cose incomprensibili e disegni vagamente familiari.
Li sfogliata e li osservava attentamente. A volte soffermandosi di più su una pagina e corrugando la fronte. Clary invece non riusciva a decifrare un bel niente. Ad un tratto la testa del biondo scattò in alto e i suoi occhi si illuminarono. Quella visione era quasi inquietante.

-Credo di aver capito cosa è successo..vieni con me.-disse alzandosi e prendendo la ragazza per mano che si stava lasciando trascinare chissà dove...

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...in armeria, svelato il mistero.

-Quindi...cosa stai cercando di dirci?-esordì Simon che non aveva ancora capito cosa avesse scoperto di così eclatante il biondo dato che la spiegazione era stata abbastanza incomprensibile e affrettata.

-Che Sebastian ha recuperato i progetti di Mortmain a Londra applicando delle modifiche. In pratica ha sviluppato degli incantesimi che gli hanno permesso di dare agli automi le sembianze di persone ,creature del mondo delle Ombre in questo caso, realmente esistite.-spiegò Alec.

-Esatto, e oltre a prenderne le sembianze ne prendono anche le loro capacità e la loro "magia".-concluse Jace guardando soddisfatto il suo parabatai.

-Ma se i progetti di Mortmain si trovavano a Londra lui come ha fatto a recuperarli? E soprattutto come fanno a trovarsi qui?-chiese ovvia Isabelle che non riusciva a venirne a capo.
-Beh probabilmente quando ha "reclutato" gli ottenebrati è passato anche da li e quindi...ma non ho idea di come possano trovarsi qui, è molto strano.-rispose il fratello.

-Bene, ora resta il problema di quei cosi in città a piede libero. Dovremmo fermarli o sbaglio?-
-No Simon, strano a dirsi ma stavolta  non sbagli. Sorprendente.-disse sarcastico Jace, come sempre.
Simon gli fece la linguaccia uscendo dalla stanza seguendo gli altri che avevano recuperato già un gran numero di armi pronti alla battaglia.

Solo Clary rimase immobile dov'era. Era stata in silenzio per tutta la discussione con lo sguardo basso. Jace si preoccupò e la raggiunse sedendosi accanto a lei.
-Ehi Clary che succede?-chiese accarezzandogli delicatamente la guancia e invitandola a guardarlo.

Lei alzò la testa con gli occhi tristi.
-Nulla, è che...-
-Sebastian?-
-Jonathan.-lo corresse seria.
-Giusto, Jonathan.-
-È che non riesco a credere che lui sia stato davvero così...ho visto i suoi occhi. Verdi. Ho visto la sua umanità celata dietro quello sguardo...l'ho visto morire Jace, ho visto morire mio fratello e io non ho potuto fare niente...e ho visto anche la sua disumanità e non ho fatto nulla per fermarlo, avrei potuto evitarlo e invece...-parlò Clary tirando su col naso e riabbassando la testa che prontamente Jace rialzò poggiando le mani sulle sue guance.

-Ehi ehi amore, guardami.-disse.
-Cosa stai dicendo? Tu non hai nessuna colpa okay? Era tuo fratello, lo hai visto morire ma non è stata colpa tua. È normale che tu ti senta triste per questo ma non ne sei responsabile. È stata colpa di Valentine che lo ha trasformato in un mostro. Ha fatto cose spregevoli e non vedo come non abbia potuto fare anche una cosa del genere. So che era tuo fratello, ma non dimenticare che quella che hai conosciuto era la parte disumana di lui. Era il ragazzo dagli occhi verdi il tuo vero fratello, "Sebastian" non c'entra nulla con te. Tu non hai colpe su quello che ha fatto, e non dire che non abbia fatto nulla per fermarlo perché non è così. Sei stata disposta a sacrificare la tua stessa vita e questo non è poco.
Ora non c'è più. Non c'è Sebastian, e  non c'è neanche Jonathan ma pensa che tu hai avuto la possibilità di conoscerlo anche solo per un momento. Hai avuto la possibilità di guardare i suoi occhi e vedere il buono che c'era in lui, perché tu riesci a vedere del buono in tutti e scommetto che lo hai fatto anche con Sebastian. È questo ciò che ti rende una persona meravigliosa. Ed è per questo che ti amo immensamente tanto Clary. Non dimenticarlo, mai.-

Jace la guardava negli occhi. Verde nell'oro, oro nel verde. Due corpi un solo cuore. La conosceva talmente bene che riusciva a leggere ciò che i suoi occhi dicevano.
E in quel momento i suoi occhi stavano esprimendo la gratitudine, in mezzo alle lacrime, per l'amore che una sola persona era riuscito a dargli in tutti quegli anni. Era grata di avere Jace al suo fianco, in quel momento e sempre. Perché sapeva che qualsiasi cosa fosse successo lui era sempre li pronto a sostenerla e a confortarla e a far uscire solo il buono della sua anima. Solo ciò che la rendeva speciale con tutti i suoi difetti. E lo amava, lo amava così tanto da provare una sorta di piacevole dolore nel petto ogni volta che anche solo lo guardava. Gli prometteva sempre che sarebbe andato tutto bene, non rompeva mai quella promessa. Lui era al suo fianco, sempre, nel bene e nel male. Era il suo Jace, il suo angelo, la sua roccia.

Così non disse nulla, ma li fiondò sulle sue labbra baciandolo dolcemente accarezzandogli i capelli mentre lui la stringeva forte, sperando di trasmettergli tutte quelle emozioni che stava provando e che solo lui gli faceva provare, e sperando che rimanessero impresse su di lui. Per sempre.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 22, 2016 ⏰

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