《Cosa hai provato?》Chiede il Primo Ministro a Draco. Scuote le spalle, borbottando (anche se non lo vedo).《Lì per lì niente. Non mi ricordo. È come addormentarsi, non te ne accorgi. Ricordo solo da quando l'effetto è finito. È come risvegliarsi da un incubo, o come riprendere a respirare pur sapendo di essere sott'acqua senza ossigeno.》《Deve essere stato terribile.》《Neanche troppo. È durato massimo una decina di secondi, che sul momento sono tanti, ma mi sarebbe potuta andare peggio.》Il Primo Ministro è venuto ad Hogwarts per interrogare il preside, Draco, me, addirittura la Signora Grassa. Dopo di lui toccherà a me. A quanto pare il Primo Ministro è realmente interessato a sapere cosa è successo quella sera. Lucius Malfoy è andato direttamente al Ministero della Magia per avvertire di ciò che è accaduto a suo figlio. In maniera poco pacifica, si intende.《Chi pensi sia stato?》Ecco l'ultima domanda.《Non saprei. Ero nella mia stanza, avevo appena finito di fare cena e mi stavo preparando per andare a dormire. Poi ho sentito un rumore e da allora non ricordo nulla, riguardo lei soprattutto. Scommetto che dice in giro che sono andato e l'ho trattata male, ma io non ricordo niente.》Dice con rabbia.《Penso sia stato un infiltrato, se non addirittura lei.》Non si riferisce mai a me con il mio nome.《Sono ancora dell'idea che il preside avrebbe dovuto almeno cercare di capire, ma non ha fatto niente.》Draco si trova in un'altra stanza, ma con un incantesimo preso da un libro, ho fatto in modo di collegare le due stanze, così da sentire come e Draco fosse accanto a me. Non credo neanche sia legale. Sento una sedia che striscia e una porta che si apre. Il Ministro entra, seguito da un paio di Auror che reggono diversi libri e fascicoli.《Non le dispiacerebbe rispondere a qualche domanda vero, signorina Granger?》《Certo che no.》Rispondo. Apre una delle 392927748917382 cartelline piene di fogli che ha e inizia. Mi chiede cosa ha detto Draco, come facevo a capire che incantesimo era, che segni di Magia Oscura c'erano, quali caratteristiche presentava Draco, e altre migliaia di domande. Rispondo a tutte senza abbassare la testa. L'interrogatorio dura circa un'ora, alla fine sono sfinita. Esco decisa a trovare qualcosa da mangiare ma incrocio Draco nel corridoio. Sulla faccia ha dei sospettosi lividi giallastri. Deve aver fatto a botte con qualcuno. 《Perché non volevate dirmi chi era stato? Tu e il tuo amichetto Potter sapere sempre tutto riguardo agli altri ma non sapete mai cosa pensano gli altri di voi. Chi cazzo è stato Mezzosangue, alla fine? Quello stronzo di mio cugino. E io so che te l'ha detto, tu lo sapevi.》Sbotta.《Io..Non sapevo niente. Giuro.》Non mi aspettavo fosse così aggressivo, ma nessuno si aspetta mai niente da lui.《Cosa me ne faccio della tua parola?》Silenzio.《Lo sapevo. Niente. Non me ne faccio niente. Non ci si può fidare di nessuno, quello stronzo di Sebastian sa che io non direi mai chi è stato. Sia chiaro, non credo né a te e neanche al preside. Voi sapevate.》《Puoi credere quello che vuoi
Ma in realtà sei solo un purosangue viziato. Ho detto che non sapevo chi fosse stato, mi ha messo al corrente il preside di questa faccenda. E perché dovrei mentirti sapendo di rimetterci io? Io non sono come te, che mi vendico per scopi personali. E anche se l'avessi saputo, non sarei dovuta essere io a dirtelo. Sarebbe dovuto essere chi ti ha fatto incantesimo. Sempre che tu abbia un minimo di base morale per capirlo. Anche io sono brava a scaricare la colpa su chi conta su di me.》Detto questo, di cui mi pentiró sicuramente, me ne vado, sapendo di aver mentito più a me stessa che a lui.Torno in camera, tanto oggi ho il permesso di saltare le lezioni. Mi siedo sul letto con il mio diario in mano: non lo uso da circa cinque anni perché ritenevo una cosa stupida affidare i propri sentimenti ad un oggetto, mi chiedevo come le persone che avevano un diario potessero affermare di essere calme dopo aver sfogato la rabbia e il rancore attraverso le pagine. In questo momento rabbia e rancore sono le ultime cose che provo, dato che troneggiano orgoglio e tristezza. Però ci provo. Scrivo pagine, pagine, pagine e pagine fino a quando la mia mano non si stacca definitivamente dal mio polso, ho il fiatone. Hanno ragione. Magari non sarà liberatorio come sfogarsi con una persona che può darti consigli, aiutarti a capire, ma al contrario di una persona accetta tutto quello che hai da dire, senza lamentarsi o fare commenti. Non ho una chiave o un lucchetto perché da piccola li avevo persi (questo diario era un regalo di mio nonno per il mio decimo compleanno), per cui lo metto sotto il cuscino e riprendo a dormire.
Oggi è il primo giorno di banco con Draco, che si prospetta come un lunga e dolorosa tortura. Se stesse zitto almeno sarebbe sopportabile, ma continua a parlare, parlare e parlare su quanto siano inutili e scocciatori i mezzosangue, si quanto siano maldestri gli elfi domestici, che secondo lui non sanno fare altro che lamentarsi, o lanciare epiteti poco carini alla McGranitt. Lei però pare non accorgersene, non lo sbatte fuori dalla classe, non lo convoca nel suo ufficio. No. Ma gli assegna tre ricerche per la settimana prossima, le quali bisogna fare con il proprio compagno di coppia. Lo uccido. Usciamo dalla classe che sono viola dalla rabbia, penso che si vedrebbe anche il fumo dalle orecchie se qualcuno mi stesse fissando.《Sai in che razza di guaio mi hai cacciato, infido essere? Se mi bocciano ai M.A.G.O. stai tranquillo che invidierai i tuoi poveri elfi domestici.》Non suona come minaccia quanto vorrei, soprattutto quando scoppia a ridere. Ride in modo strano: chiude gli occhi e arriccia il naso. Mi fa venire da ridere, perciò rido anche io. Mi prende improvvisamente per il polso, mi accompagna all'angolo e si avvicina pericolosamente.《E tu sei, invece, che se non mi fai quelle ricerche diró e tutti il tuo segreto?》Porca. Miseria. Sono messa male. Non può. Sarei espulsa.《Col cavolo. Posso aiutarti al massimo, ma sicuramente non farò tre ricerche per te. Mi insulti per anni, mi sfotti, mi parli alle spalle e pretendi che io ti faccia delle ricerche? Ti facevo più furbo, Malfoy.》Sbuffa odiosamente.《Alle 7.30 in biblioteca, o ti vengo a prendere di peso in dormitorio. Chiaro?》Lo odio.
Non voglio lasciargli la soddisfazione di vedermi arrivare puntuale in biblioteca, perciò aspetto almeno tre minuti e girarmi i pollici e a scrivere sul mio diario. "Scrivere per non dimenticare" è la frase scritta sulla prima pagina bianca, la frase che mio nonno diceva sempre. Sarebbe fiero del fatto che io stia pensando a lui anche dopo quello che è successo. Mio nonno si è trasferito in America a causa di un cancro, per non far soffrire la nonna. Ovviamente lei non glielo ha mai perdonato, continuando a dire che avrebbe preferito vederlo morire lei stessa, che avrebbe preferito sentirsi devastata dal dolore che vivere con l'incostante paura di affrontare un nuovo giorno perché la persona che ami potrebbe essere viva come morta, e non presente. Dopo di questo, la nonna è caduta in depressione. Al momento non so se il nonno sia vivo o se la nonna stia meglio. Ma devo pensare ad altro. Alle 7.32 inizio a scendere le scale con molta calma. Alle 7.33 sono all'ingresso della biblioteca. Mi siedo nella panca di fronte a Malfoy, che mi fissa senza ritegno come se avessi scritto in faccia :"PUZZO".《Da cosa iniziamo?》Chiedo.《Dalle basi della trasfigurazione. Devo spiegare chi l'ha sperimentata, perché l'ha sperimentata, con chi, dove, quando. Tu cerchi i libri, io scrivo.》Borbotta annoiato. Annuisco, anche perché sono interessata all'argomento. Cerco, cerco e trovo un paio di libri interessanti. Inizio a sfogliarli e sono anche scritti in inglese abbastanza recente. Quando però torno al tavolo trovo il libro aperto, la cartella di Draco aperta con l'inchiostro versato, la panca spostata e..oh mio Dio. Sangue. Il libro è pieno di sangue.