~parte 3~

182 26 3
                                    


Eluana riprese il cellulare che aveva spento e lentamente si sollevò in piedi.

Con le sue piccole mani cominciò a digitare qualcosa sulla tastiera.

In quel momento, a qualche chilometro di distanza, sua madre si trovava nel ristorante presso il quale lavorava. Anche quel giorno avrebbe fatto il doppio turno.

Sveglia alle sei di ogni mattina per recarsi al locale, effettuare le pulizie fino alle undici e mezza, poi cambiarsi e indossare la divisa da cameriera per lavorare fino alle quattro del pomeriggio. Una breve pausa di tre ore e ancora il turno serale fino a mezzanotte inoltrata.

Marta era una donna forte e determinata e, prima che tutto cambiasse, era anche stata bella. Tutte le settimane andava puntualmente dalla parrucchiera e la sua chioma corvina era sempre impeccabile. La sua vita era sempre stata perfetta. Pignola e abitudinaria, calcolava tutto e per lei il futuro era chiaro e cristallino.

E invece il futuro era improvvisamente cambiato e lei si era trovata improvvisamente catapultata in una vita di sofferenza e di angoscia. L'amarezza e la delusione per il tradimento del marito l'avevano fatta scivolare verso la depressione, ma lei aveva reagito immergendosi nel lavoro. In questo modo non aveva il tempo di pensare a niente, tanto meno alla sua vita precipitata nel caos. La fatica a volte era così snervante da annientare tutte le energie, ma lei non si arrendeva alla stanchezza anche se adesso, qualche mattina, avrebbe tanto desiderato dormire di più.

Andava avanti giorno dopo giorno e si aggrappava alla speranza che tutto avrebbe preso una piega migliore e che prima o poi sarebbe arrivata la svolta positiva anche per lei e per sua figlia.

Si trattava soltanto di stringere i denti ancora per un po'. A Eluana non sarebbe mai mancato niente, lei avrebbe pensato a tutte le sue necessità, agli studi, ai vestiti, alla sua vita futura.

Eluana? Già, Eluana. Ma che fine aveva fatto? Solitamente le mandava un messaggio per avvertirla che stava per entrare a scuola ma quella mattina Marta non aveva ricevuto nulla così aveva provato a telefonarle. Non aveva ottenuto riposta, anzi, era caduta la linea.

A quest'ora ormai Eluana doveva essere già entrata in classe. Meglio lasciar perdere, l'avrebbe sentita più tardi.

Erano le otto e cinque e Marta stava lavando i pavimenti del ristorante quando sentì il suo telefonino vibrare nella tasca destra del grembiule da lavoro. Appoggiando al muro lo spazzolone, cominciò ad armeggiare con i guanti di gomma umidi. Finalmente riuscì a sfilarsene uno e la sua mano afferrò il cellulare.

Sul display compariva la notifica di un messaggio, Marta la aprì e i suoi occhi videro il formarsi di quelle parole agghiaccianti: "Mamma, questa volta lo faccio".

Marta aggrottò la fronte per quella frase apparentemente senza senso, poi, come in un lampo, la sua mente fece un'associazione sconvolgente.

Due settimane prima, mentre sistemava alcune t-shirt appena stirate nel comò in camera di Eluana, aveva intravisto la copertina rossa di un piccolo taccuino. Non aveva resistito alla curiosità e l'aveva sfogliato. Si trattava del diario segreto di Eluana. No, non avrebbe dovuto, ma la tentazione era stata troppo grande: si era seduta sul bordo del letto, dimenticandosi di quello che stava facendo, e aveva cominciato a leggerlo avidamente.

Dopo tutto quello che era successo, Marta era consapevole del trauma che Eluana aveva subìto ma sapeva anche che sua figlia era un tipo introverso e mai si sarebbe spinta a sfogarsi e a parlare dei suoi malesseri proprio con la mamma. Si sarebbe tenuta dentro tutto il dolore e si sarebbe fatta dilaniare dalla sofferenza, piuttosto che chiederle aiuto.

Quello era il momento giusto per capire un po' di più sua figlia e forse per aiutarla. Sapeva perfettamente che Eluana non l'avrebbe mai potuta perdonare per essere lì a violare la sua intimità, ma lei voleva solo comprendere. E poi non l'avrebbe mai saputo. Marta era sola in casa, Eluana era a scuola e sarebbe arrivata molto più tardi. Aveva tutto il tempo a sua disposizione.

Nelle prime pagine Marta aveva trovato molti disegni di personaggi di fantasia, probabilmente ricopiati da qualche rivista. I personaggi parlavano, come nei fumetti, ma le loro frasi erano tutte simili: "Oggi mi sento sola", "Vorrei sprofondare nel mio cuscino e non sentire più niente", "Andate tutti al diavolo!", "Vorrei non essere mai esistita".

Le pagine successive, invece, erano piene della scrittura piccola e fitta di Eluana.

Marta leggeva le parole di sua figlia e a ogni frase era come ricevere pugnalate dritte al cuore. Eluana aveva scritto molto della loro vita familiare e tutto era descritto nei minimi particolari. A volte frasi del tipo "MI ODIO, ODIO TUTTI, VOGLIO MORIRE" erano scritte con caratteri maiuscoli, sottolineate più volte ed evidenziate, marcate prepotentemente di nero, tanto che in alcuni punti la pagina risultava perfino bucata.

I fogli rattrappiti e rovinati scricchiolavano sotto le sue dita e Marta si era accorta di quanto Eluana ci avesse pianto sopra mentre scriveva.

Quelle pagine esprimevano tutta la rabbia e le delusioni di Eluana, sia in famiglia che a scuola. Eluana descriveva gli scherni da parte dei suoi compagni di classe e di cui lei non sapeva nulla, gli amori mai corrisposti, l'amarezza e la nostalgia per i bei tempi andati in fumo. Sognava di ritornare bambina e di sentire il calore di una mamma adesso assente, di un papà tenero e tutto suo che ora non c'era più. Sognava di essere amata e ben voluta, apprezzata. Fino ad allora non aveva avuto amicizie importanti per via del suo carattere chiuso e ombroso, nessuno l'aveva mai capita fino in fondo, nemmeno sua madre.

Marta era rimasta impietrita di fronte a quella rivelazione: non aveva capito niente di sua figlia e di ciò che stava passando. Non era mai stata una donna perfetta, una moglie perfetta, una mamma perfetta come pensava.

Seduta sul bordo del letto, Marta si era sentita davvero confusa. La sua vita era davvero andata in frantumi totalmente, ma adesso doveva provare per lo meno a raccoglierne i pezzi. Non poteva di certo lasciare il lavoro. Avrebbe trovato un'altra soluzione per stare vicino a Eluana e per aiutarla. Doveva prendere tempo, aveva pensato quel giorno, ma intanto quel tempo era trascorso ed erano passate due settimane.

Prigioniera Dei Sogni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora