~parte 15~

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Ritornata a casa dall'ospedale, Marta passò le prime ore del pomeriggio a dare una sistemata alla casa. Accese la lavatrice, lavò i pavimenti e stirò la montagna di indumenti accatastati da tempo nella cesta in vimini.

Ora riusciva a notare le cose con più chiarezza. L'appartamento non era più in ottime condizioni, ci sarebbe voluta una ristrutturazione o quantomeno una passata di bianco alle pareti ingiallite. Pensò che a Eluana sarebbe piaciuto pasticciare con i colori, era sempre stata una ragazza creativa. Quando fosse uscita dall'ospedale lo avrebbero fatto insieme.

Il telefono squillò e Marta si riprese dai suoi pensieri.

Da quando era successa la tragedia, improvvisamente Eluana sembrava essere diventata importante per tutti. Compagni di scuola, professori, parenti, amiche e insegnanti chiamavano per informarsi sul suo stato di salute. Avevano chiamato anche alcuni giornalisti, sperando di riuscire a intervistare madre o figlia per assicurarsi un trafiletto in prima pagina.

«Pronto?» la voce di Marta era rauca e bassa.

Silenzio dall'altra parte.

«Pronto, chi parla?»

Stanca di essere importunata Marta stava per riattaccare.

«Signora, scusi il disturbo, sono Alex.»

Il volto di Marta si illuminò.

«Ciao Alex, come stai?»

«Direi bene, grazie. Signora, le volevo chiedere...»

«Alex, senti, possiamo darci del tu? Chiamami Marta.»

«Mmm, va bene...» la voce di Alex tentennò, «mi stavo preparando per andare a trovare Eluana e mi chiedevo se volessi venire con me.»

«Ma certo, sei un angelo! Grazie per questa piccola premura, l'apprezzo molto.»

«Si figuri... cioè, figurati! Ci vediamo tra mezz'ora, dimmi solo l'indirizzo.»

Marta gli indicò la strada e lo salutò.

Quando riattaccò il cordless si diresse in camera da letto e mentre si vestiva pensò fra sé e sé che non era vero che i giovani d'oggi sono tutti uguali, maleducati e svogliati. Alex era diverso. Il telefono squillò di nuovo, ma Marta decise di ignorarlo. Prese il giubbotto e la borsa, si chiuse la porta alle spalle e si avviò per le scale, mentre scattava la segreteria.

«Buongiorno Signora Londi, la preghiamo di recarsi immediatamente in ospedale, la questione è urgente. Ci richiami al più presto, sua figlia è scomparsa.»

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