Nicholas Flamel

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Capitolo 8

NICOLAS FLAMEL


Giovedì all'ora di pranzo, giunto in sala grande, Harry decise di passare accanto al tavolo dei corvonero per chiedere a Hermione quando avrebbero dovuto incontrarsi quel pomeriggio.
Harry continuava pensare che la ricerca su Flamel fosse una perdita di tempo, ma non aveva avuto il coraggio di sottrarsi al volere di Hermione.
Mentre s'affacciava al tavolo dei corvonero, vide Louise immersa nella lettura di qualche strano libro. Doveva ammetterlo, era ancora arrabbiato con lei, ma qualcosa dentro di lui gli disse di fermarsi. E poi notò che Hermione non era ancora arrivata in sala grande, e lo constatò guardando tutta la tavolata.
"Ciao Harry!" salutò Louise, che aveva da sempre avuto la capacità di vedere cosa succedeva intorno a lei oltre le pagine dei libri.
"Ciao Louise!" salutò di rimando Harry, cercando di non apparire contrariato come il solito. "Perché non ti siedi un momento? Frank non è ancora tornato dalla lezione di incantesimi, il professor Vitious gli sta spiegando gli errori del suo tema di Incantesimi." gli propose lei.
Non vedendo altra scelta, il giovane fece come suggerito. Ora ebbe modo di studiare meglio l'oggetto che la ragazza aveva fra le mani: era un grosso libro dall'aria piuttosto vecchia, con una larga copertina rigida di colore rosso e le pagine ingiallite.; non riusciva però a leggerne il titolo. "Di cosa tratta?" domandò, incuriosito.
La giovane strega esibì un mezzo sorriso saccente e soddisfatto, di quelli mostrava quando sapeva di aver trovato una cosa introvabile di cui gli altri non sarebbero mai venuti a conoscenza.
"Oh, beh, è un libro interessantissimo, ovviamente" spiegò col suo tono da sapientona.
"Parla di come si forma l'elisir di lunga vita!"
Improvvisamente, qualcosa suonò nella testa di Harry come un campanello, mettendolo in allerta. L'elisir di lunga vita... dove aveva sentito quel nome?
"Che cosa?" domandò, con il tono di qualcuno che si sveglia solo in quel momento.
Louise sospirò, spazientita. "Oh, Harry, la pietra filosofale! È un mito famosissimo! Possibile che tu non ne abbia mai sentito parlare?"
Harry fissò gli occhi azzurro acqua marina di Louise, e lei arrossì un poco, ma il ragazzo non la stava guardando davvero: piuttosto, aveva capito come doveva agire.
"Louise....non è che me lo potresti prestare? E', sai, per una ricerca..." tentennò Harry.
"Oh, ma quante ricerche ti danno i professori? Sono giorni che non combini nient'altro!" sbottò Louise, e i suoi occhi s'abbassarono in modo nostalgico sul libro sulle sue ginocchia.
"No, beh, ehm..." balbettò Harry, pensando a qualche altra scusa da usare, anche se per sua disgrazia non glie ne veniva in mente neanche una. "Cioè, io...."
"Oh, ma che importa?" fece Louise senza starlo a sentire e, un po' rossa in viso, gli porse il grosso libro.
"Prendilo, su!" lo esortò.
"Sei sicura?" indugiò l'altro .
Louise per tutta risposta gli lanciò un'occhiata determinata.
"Certo. Noi siamo amici" rispose, seria.
Poi il suo sguardo si spostò oltre Harry, e sembrò rabbuiarsi velocemente.
Anche Harry sentì dei passi camminare veloci dietro di lui, e si voltò per vedere chi fosse.
Non che dovesse chiederselo, ovviamente: era Hermione, che molto probabilmente aveva assistito alla scena; sbagliava, o riusciva a intravedere nel suo viso un sorrisetto soddisfatto?
Harry non poté fare a meno di ricambiarlo allo stesso modo, facendo attenzione a non farsi vedere da Louise.
"Di sicuro a lei non lo presto" osservò questa, acida, anche lei troppo occupata a guardare malevolmente la sua rivale scolastica per occuparsi dei sorrisi latenti di Harry.
Al ragazzo sfuggì una risatina; era incredibile quanto due persone così simili si stessero così antipatiche e doveva ammettere di trovare la situazione piuttosto divertente.
"Non credo che ne abbia bisogno" constatò, mentre Hermione lo guardava allegra nell'attimo in cui Louise si era voltata dall'altra parte.


*

D'accordo" sentenziò Hermione, chiudendo il grosso librone che Harry le aveva portato.
"Nicolas Flamel esiste, è l'inventore della pietra filosofale. Ora credo ai tuoi sogni premonitori". Tuttavia sembrava un po' delusa. "Purtroppo, non c'è scritto da nessuna parte come distruggere la pietra, o entrarne in possesso...."
"Forse per liberarsene devi solo pestarla con i piedi finché non si disintegra!" suggerì Neville, ottenendo in risposta solo un'occhiataccia da parte di Hermione.
Lei, Harry e Neville si trovavano di nuovo in biblioteca, dove dovevano sussurrare tutto il tempo. Ad ogni modo, oltre che a essere il regno di Hermione, era stato scelto dai tre perché pensavano fosse più sicuro da orecchie indiscrete.
"Avevi dubbi?" la stuzzicò ancora Neville e guardando Harry ammirato. Dal modo in cui leggeva nei suoi occhi, Harry non poté fare a meno di chiedersi se Neville sapesse molto di più di quanto osasse ammettere.
"Ricapitolando" disse Hermione, risvegliando Harry dai suoi pensieri e dandole completa attenzione, mentre la ragazza prendeva carta, piuma e inchiostro, "mi piacerebbe scrivere quello che hai visto nelle tue....visioni. Cos'hai sognato, Harry, in ordine?"
"Una pianta squamosa, una scacchiera, uno specchio, un volto strano" elencò, mentre sentiva degli insoliti brividi strisciare lungo la spina dorsale nel pronunciare l'ultima cosa che aveva visto.
"Un volto strano...che potrebbe essere Raptor o Piton....." suggerì Hermione, mentre finiva di appuntare.
"No," rispose Harry e sentì che gli si erano gelate tutte le ossa mentre ne parlava, "assolutamente. Era come se fosse impiantato dietro il cranio di qualcuno...."
"Ma certo!" se ne uscì Neville urlando, facendo saltare il ragazzo sul posto; molti ragazzi nei tavoli a fianco gli rivolsero uno sguardo interrogativo, e Neville si beccò un'altra occhiataccia da Hermione.
"Harry, ma non ci arrivi?" riprese Neville, abbassando il tono della voce.
"Arrivare a cosa?" chiese Harry, cercando l'appoggio di Hermione che però sembrava confusa quanto lui.
"Harry" fece Neville, e avvicinò il volto ai due, in modo che anche Hermione, seduta davanti a loro, potesse sentirli, "secondo te, perché Raptor si mette il turbante?"
Harry ci ragionò un secondo, e capì cosa intendeva Neville.
"Ma è ovvio. Ieri l'abbiamo sentito parlare da solo, e non poteva essere Piton, quindi..."
"...era Tu-Sai-Chi dietro la testa di Raptor?" completò Hermione, scettica. "Semplicemente assurdo."
"No, non lo è" osservò Harry, ripensando a quello cui avevano assistito il pomeriggio precedente. "Neville ha ragione. Tu non l'hai sentito, Hermione. Non hai sentito la voce serpentesca che parlava con Raptor....Era ovvio che doveva esserci un'altra persona, in quella stanza!"
Hermione strinse le labbra e guardò da lui a Neville valutando l'ipotesi, ma non disse nulla per controbattere.
"Bene, allora abbiamo la prova che Raptor lavora per Tu-Sai-Chi. Ma Piton?" ricordò lei.
Harry si fermò a pensare qualche secondo, scambiandosi occhiate con Neville, che però non osò esprimersi.
"Piton o aiuta o è contro Raptor" disse alla fine Harry, non riuscendo a capire neanche lui che ruolo avesse il professore in quella faccenda. "Non penso che a noi interessi, comunque".
"Sì," assentì Neville, "è di Raptor di cui dobbiamo preoccuparci."
Hermione annuì; nei suoi occhi Harry lesse una certa sicurezza, forse un piano.
"Quando agirà?" domandò la ragazza.
"Stasera" rispose Harry, fissando Hermione.

IL PRESCELTO (1a storia della saga Cicatrice)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora