CAPITOLO IV

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Botanica... Due ore bellissime.
Quando sono entrata, tutta la classe si è girata verso di me, fissandomi incuriositi, e io mi sono diretta a testa bassa verso la professoressa: non amo stare al centro dell'attenzione.

La prof. mi ha guardata con comprensione, come se sapesse come mi sentivo al momento, mi ha presa da parte e dopo averla informata sulla mia identità, mi ha fatto raggiungere la classe, senza neanche farmi presentare, il che mi ha fatto capire che avrei probabilmente adorato le ore di biologia.

Dopo questo, ha continuato la sua lezione, anche se tutte le attenzioni degli alunni erano rivolte verso di me.

Mentre ascoltavo la lezione, ho iniziato a studiare il luogo in cui mi trovavo: era tutto completamente pieno di piante,  e tra il verde delle fogli spiccavano gli svariati colori dei petali dei fiori.

Regnava una pace totale. Stranamente, l'unico rumore che si sentiva era la calma e allo stesso tempo interessante voce della prof. che spiegava le varie tipologie di piante che crescono nel deserto.

Insomma, sono state delle ore molto interessanti, ma ora sono ad aritmetica, e sto praticamente dormendo.

Dopo le ore di biologia, ho seguito la mia nuova classe verso l'edificio ad est, dove i professori solitamente tengono le loro lezioni.

Appena ho varcato la porta dell'aula, una signora bassa e robusta sulla sessantina mi ha fermato.

"E tu devi essere la signorina Young"
"Sì piacere professoressa...?"
"White, professoressa White."

Le stringo la mano e faccio per andare a sedermi, ma lei mi ferma, dicendomi che prima che io vada deve presentarmi ai miei nuovi compagni.

E quando ha iniziato a parlare di me alla classe, senza tralasciare i due anni di coma (è incredibile quanto la gente sappia di me), ho capito che l'avrei odiata.

Poi ha iniziato a parlare di numeri e di altre cose che non capirò mai, e ha continuato fino ad adesso, vale a dire per circa due ore.

Se le due ore di biologia sono state fantastiche, queste due ore di aritmetica sono orribili.

"Ehi"

Sento una voce dietro di me e mi volto per scoprire chi ha parlato.

A parlare è stata una ragazza bionda e con degli occhi di un blu incredibilmente intenso.

"Ehi..."
"È bello incontrare gente come me, e pensare che i miei avevano detto che non avrei incontrato nessuno..."
"Aspetta, come te?"
"Sì, lo so che non siamo dello stesso elemento, ma siamo comunque coetanei..."

Cosa? Deve avermi scambiata per un altra. Forse sta parlando  di degli specie di club che hanno creato in questa scuola...

Eppure, nonostante sono sicura di non sapere di cosa parla, quello che ha detto ha svegliato in me una strana sensazione, e per la prima volta mi sono sentita veramente a mio agio.

Dopo questo mi sono rigirata avanti e ho continuato a cercare di ascoltare le parole della prof., ripromettendomi di parlare di questa discussione con mia madre.

._._._._._._._._._._._._._._._.

Driiiiiin

Finalmente è suonata la campanella dell'ultima ora, e insieme agli altri mi alzo, dirigendomi verso l'uscita.

Come è andata? Beh, è stata una giornata interessante, no me ne posso certo lamentare.

Certo, non ho parlato con nessuno a parte che con quella strana ragazza, e per tutte le ore gli altri mi hanno fissata curiosi e interessati, ma mi sto iniziando ad ambientare.
Ho già imparato gli orari a memoria e conosciuto la maggior parte dei professori.

Appena esco noto la macchina di mia madre parcheggiata poco distante, mi ci dirigo e, dopo averla raggiunta, mi siedo nel posto del passeggero.

"Allora tesoro, come è andato il primo giorno di scuola?"
"Non male, anche se non ho parlato con nessuno. Le lezioni sono state interessanti, specialmente quella di biologia"
"Perché non hai parlato con nessuno? Ti trovi forse male con i tuoi nuovi compagni?"
"No, mamma. Tranquilla. I miei compagni sembrano simpatici, ma semplicemente non me la sentivo di fare amicizia. Infondo è stato il mio primo giorno di scuola dopo due anni, e la mia unica preoccupazione è stata imparare la piantina a memoria e cercare di capirci qualche cosa."
"Capisco..."

Faccio una breve pausa.

"Sai mamma, oggi ho incontrato una ragazza strana..."
"Strana? In che senso?"

Mia madre mi risponde interessata, continuando però a tenere lo sguardo fisso sulla strada per evitare un incedente.

"Beh, non ho capito bene cosa intendesse, ma ha iniziato a dire che è bello incontrare gente come lei, poi ha parlato di certi "elementi" o qualche cosa del genere... Tu ne sai qualche cosa?"

Mia madre sbianca all'istante, e prima di rispondermi aspetta qualche cosa... Strano, molto strano, non mi ha mai nascosto niente fino ad adesso, o almeno credo...

"Non so, forse è una pazza. Per sicurezza, non parlarci più, ok?"

Ed ecco la conferma che mi sta mentendo.

Decido che per il momento non parlerò più di questo argomento, ma prima o poi scoprirò cosa mi nasconde.

Il viaggio prosegue in silenzio, fino a quando non ci fermiamo davanti a casa.

"Senti tesoro, io devo andare a sistemare delle cose... Torno tra un oretta, ok?"
"Ok ma'"

Scendo dall'auto e, dopo avermi salutata, mia madre preme il piede sull'accelleratore, sparendo dopo poco dalla mia vista.

Entro in casa decisa a iniziare i compiti che i professori, nonostante sia il mio primo giorno, mi hanno già assegnato per domani, ma dopo poco mi rendo conto di non trovare i libri di testo.

Li cerco per tutta la casa, senza ottenere però un buon risultato, e mentre stavo per arrendermi mi ricordo di un baule in camera di mia madre: devono essere lì.

Apro il baule e dentro ci trovo i libri insieme a un po' di vecchie cianfrusaglie: un vecchio vestito, un gioco in scatola ormai praticamente distrutto e... una scatola? Non ricordo di averla mai vista.

Incuriosita la sollevo, spolverando con la manica lo strato di polvere che con il tempo si è formato.

Una volta tolta la polvere, scopro che la scatola è precisamente intagliata con motivi molto belli. Sul coperchio c'è uno specie di stemma con una fiamma, una goccia, quella che sembra una folata di vento e un albero.

Non so cosa vogliano dire questi segni, ma la scatola sembra molto antica e io ho l'intenzione di aprirla.

Tolgo quindi il coperchio, aprendola, e scopro che al suo interno c'è un bellissimo bracciale d'oro con incastonata una pietra rossa. All'interno della pietra, anche se so che è impossibile, mi sembra quasi di vedere delle fiamme danzare.

Senza pensarci due volte mi metto il bracciale al polso, e una strana forza mi attraversa il corpo, risvegliando in me in energia che non sapevo di avere.

E per la seconda volta nella giornata e nella mia vita mi sono sentita finalmente a mio agio. Per la seconda volta mi sono sentita a casa.

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