CAPITOLO XII

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Sento delle urla provenire dall'altra parte della porta, sento dei colpi, i rumori di una battaglia che sta probabilmente infuriando nell'Istituto e io, chiusa in questa camera, mi sento al sicuro, ma allo stesso tempo inutile, un peso.

Probabilmente tutte le persone presenti si stanno dando da fare per proteggerci da... beh, da qualcosa, tutti tranne me, qui, sdraiata sul mio letto. tutto quello che posso fare è chiudere gli occhi e pregare tutte le divinità che ci sono o che ci potrebbero essere che nessuno rimanga ferito, che tutto si completi con un lieto fine.

"Tranquilla Beth, stiamo vincendo."

Distinguo chiaramente nella mia mente la voce di Gabriel, e sorrido, senza neanche un motivo. Mi giustifico mentalmente dicendo che è perchè ho finalmente notizie della battaglia, ma so benissimo che non è per questo motivo. Lo so, sono malata, ma anche solo la voce di Gabriel mi rende terribilmente felice.

"Sono felice di renderti felice."

Devo imparare a non pensare a queste cose...

"Ma cosa sta succedendo? Perchè si sentono rumori di una battaglia? Contro chi state combattendo?"
"Niente di importante... ogni tanto, più o meno una volta al mese, i Ribelli ci attaccano, ma è sempre molto facile respingerli."
"A, ok... Aspetta, chi sono i Ribelli?"
"Elementi che credono che non sia importante proteggere gli umani, che a noi non cambierebbe niente se gli elementi naturali combattessero tra loro, se si creasse discordia nel Mondo. quindi si ribellano agli angeli, e vengono esiliati da Elements e gli è stato proibito usare i tunnel. inizialmente non ci creavano nessun problema, ma un paio di anni fa hanno capito che l'unione fa la forza, e si sono uniti in gruppi, iniziando ad attaccare la città e l'Istituto. Come ti ho già detto, per ora non ci causano molti problemi, ma stanno diventando sempre più forti e numerosi..."

Seguono dei minuti di silenzio. Sento i rumori della battaglia piano piano trasformarsi in urla di vittoria e in sospiri di sollievo.

"Beth, li abbiamo cacciati, ma tu aspetta ancora un po' ad uscire, potrebbero esserci Ribelli ancora in giro."
"Ma io voglio aiutare, fare qualcosa..."
"No, assolutamente. Sei nuova, sarebbe troppo pericoloso..."
"Ma..."
"Niente ma, resta nella tua camera!"
"Ok..."

Passano secondi, minuti, e Gabriel non si è fatto ancora sentire. Sto iniziando a sentirmi sola, anche perché non si sente più nessun rumore.

Forse è già finito tutto, forse si sono semplicemente dimenticati di me...

Sento il ticchettio di un orologio, o probabilmente lo immagino, visto che in questa stanza non c'è nessuno orologio...

Il ticchettio delle lancette si fa sempre più persistente, e il mio bracciale inizia a brillare, irradiando una accecante luce rossa.

A un certo punto, il ticchettio si ferma: sembra quasi che il tempo si sia fermato.

Nella stanza si diffonde il più assoluto silenzio, che viene però bruscamente spezzato da una voce.

"Beth, dove sei?"

Per qualche istante riconosco in queste parole la voce di mia madre, ma questo è impossibile, lei non può essere qui.

"Beth, rispondi alla tua mamma."

Impossibile, mia madre è a casa, al sicuro.

Sento però bussare alla porta.

"Forza, aprimi. Pensavo di averti insegnato l'educazione..."
"Mamma, sei veramente tu?"

Mi precipito alla porta e, ancora prima di poter aprirla, sento mia madre urlare.

Spalanco di scatto la porta, e vedo una mia madre, seduta per terra, terrorizzata e impotente davanti a un ragazzo, un Elemento, del Vento, che mi dà le spalle. Lui ha in mano un coltello.

"Fermo, fermo! È mia madre! Fermati!"

Il ragazzo, sentendomi, si gira verso di me, visibilmente stupito, e io, con ancora più stupore, lo riconosco.

"Lucas? Cosa stai facendo con quel coltello? Lascia in pace mia madre!"
"Beth... Questa non è tua madre"
"Be, sì lo so. La mia vera madre è morta, ma è stata lei a crescermi, quindi..."
"No, non hai capito, lei non è tua madre. Dopo ti spiego..."

Si rigira, e fa per abbassare la lama contro mia madre, che urla terrorizzata, coprendosi la faccia.

Io, con un agilità che non credevo di possedere, mi lancio contro di lui, aggrappandomi alle sue spalle e cercando di prendergli di mano il coltello, urlando.

Lucas per lo stupore si agita e cerca di farmi perdere la presa, ma io non mi arrendo.

Ad un certo punto non sento più la terra sotto i miei piedi, abbasso lo sguardo e, dalla sorpresa, rischio di perdere la presa: Lucas si è alzato in aria, e ora stiamo fluttuando nel cielo, circa tre metri sopra il pavimento.

Mi aggrappo ancora di più a Lucas, e smetto di agitarmi come una pazza.

"Fammi scendere!"
"Ora ti faccio scendere, se mi prometti che la smetterai di agitarti come una pazza."
"Sì, sì. Tutto ciò che vuoi, ma fammi scendere!"

Con mio grande sollievo, iniziamo a scendere, avvicinandosi sempre di più al pavimento.

Riesco velocemente a toccare terra con i piedi. Lucas si guarda intorno, visibilmente arrabbiato e deluso.

"Perché mi hai ostacolato? Ora mi è scappato!"
"Cosa? Pensavi veramente che ti avrei lasciato pugnalare mia madre? Sei pazzo!"
"Quella non era tua madre!"
"Sì, invece! Cosa credi che sia, scema? L'ho vista con i miei stessi occhi!"
"Sì, sei scema. Non ti hanno già avvisato di non credere alle apparenze? Di solito è una delle prime cose che ti dicono."
"Sì, e questo che cosa c'entra?"
"Quella non era tua madre, come ti ho già detto molte volte, ma un Ribelle che ha il potere di prendere le sembianze di chi preferisce. Insomma, come poteva tua madre essere qui?!"

Mi rendo improvvisamente conto di quanto sono stata stupida: Lucas ha ragione.
Arrossisco dall'imbarazzo e chino la testa. Penso che non troverò mai più il coraggio di guardarlo in faccia.

"A tua discolpa, possiamo dire che non ti hanno ancora allenata... Mi spiace di averti urlato contro, ma c'è lo avevo già in pugno e tu... Lasciamo perdere, ok?"
"Ok"

Tengo ancora lo sguardo fisso a terra.

"Beth, ti abbiamo trovata. Tutto ok?"
"Sarah, Kate! Sì, tutto ok."

Sarah si gira verso Lucas e lo osserva interessata.

"E lui chi è?"
"Lui è Lucas. Lucas, queste sono Sarah e Kate."

Lucas tende la mano alle mie due amiche, che la ricambiano, entrambe con un sorriso abbastanza inquietante stampato in faccia.

Lucas si gira verso di me.

"Allora... Ci vediamo in giro?"
"Certo. Ciao."
"Ciao."

Lucas si alza in volo, e con una velocità impressionante apre un tunnel e si fionda al suo interno.

"Allora, che ne dite di farmi vedere l'ala degli Elementi dell'Acqua?"

Sarah e Kate si guardano negli occhi.

"Ok... Ma ci staremo per poco. Giusto il tempo di farti dare un'occhiata e poi ce ne andiamo..."
"Sì, sì. Una volta arrivata lì capirai anche tu la nostra fretta."
"Ok andiamo."

Sarah, batte le mani e apre un tunnel.

Ci entro, emozionata e impaziente di capire cosa c'è di tanto terrorizzante nell'ala degli Azzurri.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 24, 2016 ⏰

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