CAPITOLO VIII

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Due forti mani bussano alla porta, insistenti, spezzando bruscamente il silenzio che si era diffuso nella mia casa.

È notte.

Sento di nuovo bussare alla porta e, lentamente, vado ad aprire.

Mi ritrovo davanti agli occhi due ragazzi con più o meno la mia età.

Uno ha dei capelli biondi platino, quasi bianchi, e gli occhi blu, molto scuri. È alto e snello, e porta con se una piacevole sensazione di freschezza.

L'altro, invece, ha i capelli castani chiaro e gli occhi incredibilmente verdi. È di poco più basso del primo, ma è decisamente più muscoloso, anche se non mi intimorisce: il suo sguardo è così rassicurante.

Se ricordo bene, il primo, guardando i suoi occhi e i suoi capelli, deve essere un elemento del vento, e il secondo uno della terra.

"Salve, siamo qui per prelevare Elizabeth Firestone."

Aspetta, prelevare? Non sono mica un oggetto.

Hanno parlato all'unisono, quasi annoiati. Non deve essere la prima volta che "prelevano" qualcuno....

"Sì, sono io."

Sento mia madre comparire alle mie spalle, la sento piangere, e anche io vorrei piangere, ma non ci riesco.

Forse perchè sono troppo debole, o perchè spero ancora segretamente che questo sia solo un sogno. Ma non è un sogno, è la realtà, e io devo accettare questa nuova realtà.

"Sono pronta."
"Perfetto. Ti diamo qualche minuto per salutare i tuoi conoscenti, noi ti aspettiamo fuori. Ma fai in fretta, il tempo scorre e tra poco il tunnel si chiuderà."

Escono silenziosamente dalla porta, lasciandoci sole.

Dopo un po', mi giro coraggiosamente verso mia "madre", che sta disperatamente cercando di trattenere le lacrime.

"Allora... Sei pronta?"
"Sì"

Si avvicina e mi abbraccia, stringendomi il più possibile a lei.

"Mi mancherai tesoro..."
"Anche tu ma'"

Mi sciolgo lentamente, molto lentamente, dal suo abbraccio, prendo la valigia e mi dirigo verso la porta, rigirandomi però poco prima di uscire e guardando per l'ultima volta la donna che, nonostante non fossi sua figlia, mi ha accudito come se lo fossi.

La guardo e so che, per quanto possa essere bella e emozionante la vita che sto per vivere, non rivedrò mai uno sguardo così amorevole, così rassicurante, eppure così triste.

Mi rigiro e esco dalla porta, dove mi attende impaziente il mio futuro.

._._._._._._._._._._._._._._.

"Cos'è quello?"

Appena sono uscita dalla porta mi sono trovata davanti una specie di enorme buco nero.

"Un tunnel, lo usiamo per trasportarci dall'istituto a... Beh, al resto del Mondo."
"Wow..."

Entriamo nel tunnel e l'oscurità ci avvolge.

"Ci vorrà un po'"
"Dove stiamo andando? Cioè, insomma, dov'è questa scuola?"
"Questo, per il momento, non possiamo dirtelo. Gli alunni lo scoprono solo all'ultimo anno."
"Perché?"
"Beh, per evitare che scappiate per tornare dalle vostre famiglie. I cinque anni di apprendimento per noi elementi sono obbligatori."
"Perchè?"
"Perché vi insegnano a controllare il vostro potere. Se non lo controllaste, una volta diventati più forti, noi elementi potremmo anche distruggere una città con un semplice gesto della mano e, come dovresti capire, noi vogliamo evitare tutto questo. Ma i tuoi genitori non ti hanno spiegato niente?"
"In realtà io non ho i genitori. Mio padre è morto prima che io nascessi e mia madre è stata risucchiata dalle tenebre quando avevo circa un anno quindi..."
"Mi spiace..."
"Tranquillo, non potevi saperlo."

L'elemento del vento, tra i due, è decisamente il più socievole. Per ora, è stato solo lui ha parlare, mentre l'altro non dà segno di interesse nei miei confronti. Si comporta come se io non fossi lì con loro.

"A proposito, io sono Lucas."
"E io sono Elizabeth"

Anche se so che conosce già il mio nome, mi sembra scortese non rispondergli.

"Ma chiamami Beth."

Odio quando mi chiamano Elizabeth, non so perchè ma mi fa sentire vecchia.

"Ok, Beth"

Mi sorride e io, per la prima volta in questi ultimi giorni, ricambio il sorriso.

"Ehi, voi due. Ora che vi siete conosciuti, potete stare un po' in silenzio? Stiamo per uscire dal tunnel"

Tunnel? Aspetta, ma quando ero in coma anche io ero in un tunnel, che è effettivamente un modo di cambiare qualcosa, e io, effettivamente, dopo essere stata nel tunnel del coma, ho cambiato vita, proprio come ora sto cambiando luogo, ora tutto ha un senso...

E proprio come nel coma, dopo un po' una luce ci acceca, e io mi ritrovo sdraiata per terra in una stanza vuota e completamente bianca.

"Benvenuta all'unica e bellissima scuola degli elementi, dove passerai i prossimi cinque anni."

Chiudo gli occhi e perdo i sensi.

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