CAPITOLO 4

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"It's too cold outside for angels to fly."

-THE A TEAM, ED SHEERAN


IZZY'SPOV:
Quattro anni fa:
I giorni scorrono lentamente qui in ospedale, vedo sempre le stesse persone, gli stessi infermieri, gli stessi pazienti.
Ma perché sono finita qui? Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo? Non sono pazza o "mentalmente instabile"!
E' normale desiderare di morire? E' normale desiderare di fuggire da questo mondo di merda e da questa gente insulsa?
Vorrei trovare un posto dove nessuno possa giudicarmi. Vorrei solo stare in pace. Mi piacerebbe davvero tanto confessare questi miei pensieri agli psichiatri, vorrei davvero farmi aiutare. Non ci riesco però, ogni volta che provo a parlare, a dare sfogo alle mie emozioni mi blocco, le parole rimangono sulla punta della lingua.
Ho voglia di vomitarle tutte come con il cibo ma non ce la faccio.
Dio, perché le cose sono così difficili?
Una cosa positiva però è successa. Ho conosciuto Genn.
Io e lui ci somigliamo molto, abbiamo gli stessi problemi, proviamo le stesse emozioni. Siamo entrambi incazzati con il mondo intero.
Ho trovato in lui una compagnia molto piacevole, ci completiamo.
Spesso, ci sediamo davanti alla finestra, a volte restiamo semplicemente in silenzio, senza imbarazzo, comunichiamo con la mente. Ci sono giorni invece in cui parliamo di tutto, delle nostre vite prima di essere rinchiusi qui, delle giornate monotone che siamo costretti a passare, di quanto ci faccia schifo la vita.
Io gli parlo di Alice e lui mi parla di Alex.
Tuttavia, spesso, Genn è talmente sfuggente da sembrare una saponetta. Più cerchi di prenderlo, più scivola via.
Si chiude in se stesso e smette di parlare.
Eppure ci sono momenti in cui è così logorroico che mi stupisco di come gli abitanti di Somma Vesuviana abbiano potuto considerarlo timido e asociale.
Mi piace Genn, sento che è speciale, non ho mai incontrato nessuno come lui.
Vorrei che pensasse la stessa cosa di me ma temo sia impossibile, insomma io sono solo io.
Una persona grigia in un mondo grigio. Non sono mai stata né sarò mai importante per nessuno.
Non c'è niente di nuovo.
Mi addormento con questi pensieri, contenta del fatto che non passerò un'altra notte insonne.
Spero che le cose cambino un giorno.
Lo spero davvero.
...
Mi sveglio con una strana sensazione, è tutto troppo tranquillo.
C'è un silenzio assordante e tutta questa calma è opprimente.
Mi alzo con riluttanza e senza nemmeno togliermi il pigiama esco dalla mia stanza e mi dirigo verso la nostra finestra. Genn non c'è. Vado a cercarlo nella sua camera ma non lo trovo nemmeno li. E' troppo presto per le visite mediche, non so veramente dove possa essere.
Continuo a girovagare senza meta per tutto l'istituto. Che noia, si preannuncia già una giornata di merda.
Sto per rassegnarmi e tornare nella mia stanza quando sento dei lamenti sconnessi provenire dal piano inferiore. Sembra la voce di Genn.
A mano a mano che scendo le scale i lamenti si fanno sempre più forti trasformandosi in urla. Mi sto spaventando, la mia camminata si tramuta presto in una corsa.
Terrorizzata, inizio ad aprire porte a caso finchè vedo una scena raccapricciante.
Genn sta urlando disperato, come se lo stessero torturando, non sembra più lui, i suoi occhi sono rossi, il suo viso è pallido. Penso di non aver mai visto una persona così sudata.
Due infermieri lo stanno tenendo per le braccia cercando inutilmente di sedarlo.
Genn non fa che dimenarsi, urlare e scalciare.
Continua a strillare cose senza senso, è irriconoscibile.
Non so cosa fare, sono paralizzata dalla paura.
All'improvviso riesce a liberarsi e si scaglia su di me.
Cadiamo a terra, sento il suo peso premere sul mio corpo.
-G-genn, che stai facendo? S-sono io, sono Izzy!- provo a biascicare.
Mi guarda male, come se volesse uccidermi e aggancia le sue mani alla mia gola.
Le lacrime scorrono lentamente lungo il mio viso, non riesco a respirare.
Genn stringe sempre di più, mi sta soffocando.
Sto forse morendo?
Vedo tutto nero, non sento più niente...

ALEX'S POV:
Oggi:
Io e Alice ci baciamo spesso, mi fa sentire bene, è così carina ed è molto dolce.
Credo che tenga veramente a me, lo capisco grazie ai suoi gesti, le sue attenzioni, le sue parole.
Io non la merito, non merito una ragazza così perfetta.
Nemmeno lei mi merita, non dovrebbe stare con un ragazzo che la usa.
Le voglio davvero bene ma non la amo.
Non riesco ad amarla anche se sarebbe la cosa più giusta da fare.
Mi sento così sbagliato, quello che faccio è sbagliato, quello che provo è sbagliato!
In questi anni sono diventato bravo a reprimere i miei sentimenti, ho paura che ora che Genn sta per tornare, tutto il mio impegno venga messo a repentaglio.
Osservo Alice mentre una brezza leggera accarezza piano il suo vestito e scuote leggermente i suoi riccioli biondi.
E' così bella, ma non c'è niente da fare.
Non è lui.
Non sarà mai lui.
...
Oggi è il gran giorno, Genn torna qui a Somma.
Sono in iperventilazione, sono sveglio dalle 03:00 e non riesco a prendere sonno.
Sto tremando ininterrottamente, Dio, sembro una ragazzina.
Mi faccio schifo da solo.
Suona la sveglia.
Mi alzo immediatamente, mi lavo, mi vesto e senza nemmeno fare colazione, esco di casa.
Alex, non fare lo stupido, cerca di respirare.
Mi dirigo verso il nostro parco, verso la nostra altalena.
Mi siedo e cerco di calmarmi.
Per passare il tempo mi accendo una sigaretta, aspiro e chiudo gli occhi mentre il fumo si diffonde nei miei polmoni, mi annebbia la mente e brucia un altro po' della vita che non mi merito.
Basta con queste stronzate.
Mi alzo e passeggio verso il centro.
Genn dovrebbe arrivare a momenti, a quanto ho sentito lui e i suoi saranno verso le 09:00 e sono le 08:45.
Spero che i genitori di Genn mi permettano di incontrarlo.
Sarebbe il colmo provare tutta questa agitazione e non poter nemmeno vederlo.
I minuti passano e io sono sempre più agitato.
Sono le 09:10.
Ma quanto cazzo arriva.
09:15.
Voglio morire.
Sono le 09:20 quando vedo finalmente la macchina di sua madre svoltare.
Parcheggia nel vialetto di casa di Genn.
Le portiere si aprono e sento che potrei svenire da un momento all'altro.
Scende dalla macchina e finalmente lo vedo.
Sembra così piccolo, non è cambiato per niente, ha ancora gli stessi capelli arruffati che tanto piacevano alle ragazze.
Oddio, ho le lacrime agli occhi, no Alex, cazzo, no no no no no, non piangere.
Si volta verso di me e mi guarda.
I suoi occhi chiari si impiantano nei miei più scuri.
Non riesco a trattenermi, mi porto una mano davanti alla bocca e mi sfugge un singhiozzo mentre comincio a piangere come un bambino.
Finalmente il momento che ho sognato per anni è arrivato.

GENN'S POV:
Quattro anni fa:
Io e Izzy abbiamo legato moltissimo, lei è così bella, dolce ma è davvero incasinata, proprio come me.
Con lei non servono troppe parole. Mi piace davvero tanto, finalmente ho un motivo per alzarmi dal letto e aprire la porta della mia camera.
Mi perdo nei suoi occhi e ho sempre la tentazione di baciarla, accarezzare i capelli e sfiorare la sua pelle bianca come la luna. Sì, lei è come la luna, non una stella tra miliardi di altre, ma la luna. La mia.
Mi addormento pensando a lei. Ad un noi che non esisterà mai.

...

La mattina mi sveglio con la voglia di vederla, scendo dal letto, mi cambio ed esco a fare una passeggiata. Mentre cammino sento la voce dell'infermiera provenire dalla camera vuota nell'angolo.
-La paziente Morange Isabelle verrà dimessa a breve, potrete venire a prendere vostra figlia tra due giorni.-
All'improvviso sento l'aria mancare, comincio ad urlare sempre più forte, finché due infermieri entrano nella stanza, cercano di calmarmi, stanno per iniettarmi una dose di sedativo, quando arriva Izzy che irrompe nella stanza. Non vedo più nulla, tranne lei. La odio. La detesto. Perché mi ha fatto questo?
Mi avvento su di lei, cadiamo a terra, ma non mi importa.
Stringo le mani intorno al suo collo, è così fragile, ha le lacrime agli occhi e non capisce cosa stia succedendo, ma io riesco solo a pensare al male che mi ha fatto.
Izzy chiude gli occhi e smette di opporre resistenza.
Allontano immediatamente le mani dal suo collo e la osservo, le ho lasciato dei segni rossi, e le ciglia sfiorano le guance.
Realizzo quello che ho appena fatto.
-Izzy...- sussurro con un filo di voce-
Comincio a piangere, gli infermieri accorrono e stendono Izzy sul letto e le inumidiscono il viso con un panno bagnato.
Apre lentamente gli occhi, si guarda intorno e quando mi vede si immobilizzazioni.
Poi si alza ignorando gli infermieri che le dicono di stendersi.
Si avvicina a me, ora è a pochi centimetri dal mio viso, poi mi sussurra all'orecchio.
-Sappiamo entrambi che quello non sei tu-
Ha capito.
Mi capisce sempre.
Sa che non ero in me.
Poi mi abbraccia fortissimo e prendendo la mia mano mi porta fuori dalla camera sotto lo sguardo allibito degli infermieri.

...

-Genn, devi dirmi che cosa ti è successo-
Indugio un attimo.
-Ho sentito l'infermiera parlare della tua partenza...-
-Oh Genn...-
Lei mi guarda con gli occhi lucidi.
-Te l'avrei detto oggi...-
-No Izzy, tranquilla, capisco, sono davvero felice per te perc...-
Ad un tratto mi zittisce con un bacio.
Non me lo sarei mai aspettato.
Le nostre labbra cominciano a muoversi dolcemente, io la tengo per i fianchi mentre lei mi accarezza i capelli.
Lentamente scendo verso il suo collo e bacio la pelle segnata dalla presa delle mie mani.
Poi Izzy scoppia a piangere e mi sussurra:
-Sarei rimasta in questo schifo di posto per sempre, con te-

Spazio autrici:
Ciao a tutti, ecco il capitolo! Scusate il ritardo ma sono stati giorni di fuoco.
Speriamo che non vi siate tagliati le vene nel leggerlo.
Vi ricordiamo di passare sui nostri profili iwantatomlinsonshug e Lefizzya.
Bacini.

Feel locked in a jail || Urban StrangersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora