capitolo 5

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Aprii gli occhi e fui investita da una luce bianca accecante. Era questa la famosa luce bianca che si vedeva prima di morire? Probabile. Se era così, allora era veramente giunta la mia fine. Se avevo ripianti? Sì, fin troppi devo dire. Avrei dovuto dare una lezione a Ben che si sarebbe ricordato fino alla fine dei suoi giorni e non l'avevo fatto, gran rimpianto... be', sarei potuta ritornare come fantasma e tormentarlo fino alla pazzia, che risate che mi sarei fatta. Un altro mio rimpianto era di non aver passato più tempo insieme ai miei genitori, anche se erano un po' fuori di testa gli volevo un gran bene. Ce n'era un altro che era il più importante di tutti che riguardava Marta. Non avevo lottato per il suo amore, ma dopotutto lei mi considerava un'amica e basta.
<<Oh, amore, sei sveglia!>>. Chi era che mi stritolava? Soffoco! <<Amore della mamma, sono qui>>. Ecco chi era.
<<Mamma, cosi mi soffochi>>, biascicai. Avevo la bocca impastata.
<<Scusami tanto tesoro, è che...>>, scoppiò a piangere come una fontana, che dico, un idrante.
<<Tua madre stava cercando di dirti, che eravamo preoccupati per te>>, disse mio padre, ma da dove era sbucato?! <<Ehm, fuori c'è qualcuno che è preoccupato per te e vuole vederti, vi lascio soli>>.
Nell'istante in cui i miei genitori uscirono lei entrò. In tutti i nostri anni di amicizia non l'avevo mai visto in quello stato, era strana. Aveva gli occhi arrosati con delle occhiaie piuttosto marcate, i capelli erano un disastro come se fosse stata in mezzo a una tromba d'aria, che dico, un ciclone e i suoi vestiti erano stropicciati. Che fine aveva fatto la mia perfetta e impeccabile Marta?
<<Alex! ero tanto preoccupata!>>, mi disse in preda alla disperazione correndo ad abbracciarmi.
<<Marta, così mi stritoli>>, provai una fitta alle costole, probabilmente erano rotte.
<<Scusami tanto, mi ero dimenticata delle fratture>>, non l'avevo mai vista così preoccupata.
<<Che saranno mai un paio di fratture>>, cercai di ironizzare per tirarla un po' su.
La sua espressione da preoccupata cambiò in super arrabbiata. <<Che saranno mai un paio di fratture! Alex, ti sei quasi fatta ammazzare! Che ti è passato per la testa?!>>.
Abbassai lo sguardo: <<Volevo morire>>.
<<Alex, che ti salta in testa?!>>.
<<Marta, io non ce la faccio più a sopportare tutto questo!>>. Ero arrabbiata, perché non riusciva a capire?
<<Cos'è che non riesci più a sopportare?>>, mi chiese con voce flebile.
<<Tutto. Vedere te e Ben insieme mi fa male. Non fraintendermi, accetto il fatto che tu stia con un ragazzo, ma lui non lo accetto perché ti sta solo usando e tu non te ne rendi conto>>.
<<Alex, non credere alle voci che circolano su di lui, perché non sono vere, tu non lo conosci bene come me>>.
<<E chi ti dice che non ti stia mentendo?>>, sbottai.
Rimase lì muta a fissarmi con intensità.
<<È finita>>, le dissi.
<<Cos'è finita?>>, mi chiese allarmata.
<<Noi due! Come posso esserti amica se ti amo!>>.
<<Alex...>>.
<<Io non ce la faccio più!>>, mi alzai dal letto a fatica.
Cercò di aiutarmi, in quel momento l'afferrai stringendola a me. Percepivo il suo calore, il suo respiro accelerato e il suo nervosismo. Forse era dovuto al fatto che le nostre labbra erano a due centimetri di distanza. <<Non riesco più a frenare l'impulso di baciarti, di sfiorarti, di desiderarti ardentemente. Una così non può esserti amica, sarebbe come chiedere la luna>>.
<<Credimi, non ne vale la pena amarmi>>, mi sussurrò.
Non riuscivo a capire il significato delle sue parole, la sua espressione era indecifrabile. Quando stavo per chiederle il perché qualcuno irruppe nella stanza. Miriam, che scocciatrice, sempre in mezzo ai piedi stava.
<<Tu, che ci fai qui?>>, si rivolse a Marta con uno sguardo da omicida. Che mi ero persa?
<<Era quello che mi stavo chiedendo anch'io, però riferito a te>>. Nell'aria c'era una gran tensione, come se qualcuno avesse fatto infuriare Zeus.
<<Che succede ragazze?>>, chiese mia madre entrando nella stanza. Tempismo perfetto mamma.
<<Niente signora>>, disse Miriam senza sapere di aver scatenato la terza guerra mondiale. Per chi non lo sapesse, tipo Miriam, quando qualcuno dava della signora a mia madre, lei dava di matto perché credeva che le dessero della vecchia.
Intervenni prima che mia madre le staccasse la testa. <<Mamma, non mi hai portato niente da mangiare?>>.
<<Vado subito a prenderti qualcosa tesoro>>, mi disse continuando a fissare con ostilità Miriam. Che stesse tramando qualcosa per ucciderla?
<<Vengo con lei>>, disse Marta correndole dietro. Uscirono per poi lasciarmi sola con Miriam.
Perché Marta faceva così? E poi che voleva dirmi prima? Quella ragazza era un mistero per me. Potevo fare solo supposizioni. Non so come, ma quando guardai Miriam mi venne una folle idea.
<<Miriam, io ti piaccio?>>, le chiesi diretta.
Arrossi visibilmente. <<Ehm... s-sì>>, mi disse imbarazzata.
<<Vuoi essere la mia ragazza?>>.
<<Sì!>>, mi si gettò tra le braccia stringendomi di gioia. Forse ero stata crudele con lei, ma mi avrebbe aiutato a capire cosa provava veramente per me Marta.
Quando mia madre tornò con qualcosa da mangiare mi disse che Marta se n'era dovuta andare perché aveva qualcosa da fare. Secondo me era solo fuggita.
Prima che mia madre commettesse un omicidio, suggerii a Miriam di tornarsene a casa, lei anche se di mala voglia fece come le dissi.
Poco dopo ricevetti una visita inaspettata.
<<Ben, che ci fai qui e quei fiori?>>.
<<Ehm, volevo chiederti scusa, per tutto, mi sono comportato male con te>>. Che si era fumato?
<<Stai bene per caso?>>.
Si avvicinò al mio letto per poi sedarvici. Istintivamente mi scansai.
<<Questi fiori sono per te>>.
<<Non è che c'è qualche ape o qualcosa di strano?>>, gli chiesi riluttante.
<<No, puoi fidarti>>.
<<Posali sul comodino, se non ti dispiace>>, non mi fidavo della sua parola e di lui. Allungò un braccio e li posò sul comodino. Mi dovevo ricordare di bruciarli dopo.
<<A che devo queste tue scuse?>>, gli chiesi con non molta convinzione.
<<Vedi, in questi anni mi sono comportato in un certo modo per attirare la tua attenzione, volevo farmi notare da te, ma forse ho esagerato, probabilmente devo tutto questo al mio caratteraccio>>. Non credevo possibile che fosse in grado di fare un discorso così lungo, e io che pensavo che gli mancassero quasi tutti i neuroni.
<<Non ti seguo>>.
<<Alex, io ti amo>>. In quel momento credetti di vomitare e dopo di svenire. Ok, c'erano un mucchio di probabilità. Mi prendeva in giro. Ero morta e questa era la mia punizione. Ero in coma e questo era il mio incubo, be' chi più ne ha più ne metta, il fatto è... è tutto vero o è un incubo? Non è che sono uscita pazza? No, perché se è così rinchiudetemi in una di quelle celle imbottite e mettetemi la camicia di forza e infine buttate la chiave.
<<Ben, sicuro di stare bene?>>, gli chiesi preoccupata, be' non più di tanto, in fondo stiamo pur sempre parlando di Ben.
<<Mai stato meglio. Ti chiedo ancora perdono, anche se non sembra, io sono una frana totale con le ragazze>>. Lui una frana con le ragazze? Sì, nei miei sogni.
<<E tu pensi che io ti creda? Ti ricordo che stai con la ragazza più popolare e bella della scuola>>, gli rammentai. Chissà, forse aveva sbattuto quella testa piena di segatura quando l'avevo scaraventato a terra, era possibile.
<<Veramente, ho chiesto a Marta se voleva fingere di essere la mia ragazza solo per farti ingelosire>>, mi confessò imbarazzato. Ok, uno dei due era fuori di testa, ma chi?
<<Tu e Marta avete organizzato tutto solo per farmi ingelosire?!>>.
<<Sì, ma al campo ho capito di aver ottenuto l'effetto contrario perché tu ami lei, ma non mi darò per vinto, in un modo o nell'altro riuscirò a conquistarti>>. Lo guardai sconcertata, era fuso o cosa?
Si alzò dal letto: <<Ora vado>>. Era ora! <<Ci vediamo a scuola, ciao>>.
Questa è stata decisamente la mia giornata più assurda in assoluto, più di quella volta che vidi quel tizio pomiciare con la sua auto.
Con mia insistenza e disappunto dei miei, specialmente di mia madre, decisi di tornare a casa perché ero stufa di quell'odoraccio di disinfettante che c'era in ospedale, mi sentivo ubriaca di quella roba. Il medico mi raccomandò di restare a letto per qualche giorno e poi sarei potuta ritornare a scuola.
Quei giorni sinceramente mi sembrarono un'eternità, mia madre mi assillava tutto il tempo e mio padre che cercava di aiutarmi togliendomela di torno. Dovevate vedere la scena perché era esilarante. Marta non si fece sentire per tutto il tempo, forse ce l'aveva ancora con me. Miriam era peggio del solito, era arrivata al punto di andare in segreteria per scoprire dove abitassi e venirmi a trovare tutti i giorni e andarsene via a un'ora sconsiderato. Ben era venuto un paio di volte, per mia fortuna Wilson non l'aveva fatto entrare inventando qualche scusa. Santo Wilson.
Gli eventi di quel giorno mi frullavano continuamente nella testa. Pensavo a ciò che mia aveva detto Marta. <<Alex, credimi, non ne vale la pena amarmi>>, che avrà voluto dirmi con quelle parole? Non riuscivo a capacitarmene, speravo solo che il mio piano avrebbe funzionato a chiarire un po' le cose, almeno speravo. Poi c'era anche la questione di Ben. Era vero ciò che mi aveva detto o era una delle sue trovate geniali per farmi infuriare? E se fosse tutto vero? Be', se era così, lui mi amava e aveva convito Marta a fingersi la sua ragazza, e lei come aveva potuto farmi una cosa del genere? Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da lei. Perché l'aveva fatto?

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