capitolo 6

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Questa mattina presto i miei genitori partirono, per fortuna sarebbero tornati per le vacanze di Natale ma seri comunque rimasta sola in quella casa grande e silenziosa.
Questo pomeriggio sarei dovuta partire per la Francia insieme a Marta, se tutto andava bene. Se sarebbe venuta con me le avrei detto addio.
<<Buongiorno, Alex>>, mi salutò Miriam dandomi un bacio sulla guancia mentre stavo prendendo i miei libri dall'armadietto. Dopo quello che era successo con Ben l'intera scuola aveva scoperto che Miriam ed io stavamo insieme, quindi la cosa era ufficiale.
<<Ehm, Miriam, dovrei dirti una cosa>>, le dissi titubante.
<<Dimmi pure>>, mi esordì.
<<Prima che ci mettessimo insieme, per il mio compleanno mi sono stati regalati dei biglietti per il MotoGP che io amo... insomma, io e questa persona eravamo d'accordo di andarci insieme, per te va bene?>>, le chiese aspettando una sua reazione negativa.
<<Questa persona, è Marta per caso?>>, mi chiese con un'espressione seria sul volto che non le avevo mai visto.
<<Sì, ma se non vuoi non ci vado>>.
<<No, va bene, va', mi fido di te>>.
<<Sicura?>>.
<<Sì>>, mi disse regalandomi un sorriso.
Prima che iniziassero le lezioni riuscii a intercettare Marta che fermai afferrandola per un braccio. Quel mio gesto improvviso la fece sussultare. <<Alex, sei impazzita, mi hai fatto prendere un colpo!>>.
<<Scusa... comunque, ti volevo chiedere se vuoi ancora partire con me>>, le chiesi guardandola dritta negli occhi aspettando una sua risposta.
<<Non ci vai con la tua ragazza?>>, mi chiese accigliata.
<<No, e poi avevamo detto che ci andavamo insieme, se non ricordo male>>.
<<Alla tua ragazza non dispiace?>>. Perché pronunciava tua ragazza con quel tono acido?
<<Mi ha detto che posso andare. Allora, vieni o no?>>, tagliai corto.
<<Va bene>>, mi guardò per qualche istante e poi disse, <<Ci vediamo a casa tua>>, si voltò facendo svolazzare i suoi splendidi capelli dirigendosi in classe.
Non so, forse era una mia impressione, ma quando si era voltata mi era parso di scorgere un sorriso da parte sua.

Preparai e disfai un sacco di volte la valigia per il nervosismo e perché non sapevo che metterci, fino a quando non passò Wilson che vide la confusione che avevo creato in camere e venne a darmi una mano. Dopo un po' Marta arrivò e partimmo.
Sull'aereo eravamo sedute vicine, mi sentivo a disaggio, avevo la tentazione di sfiorarla ma non osavo farlo, mi limitai solo a guardare fuori dal finestrino. Amavo prendere l'aereo solo per poter vedere le cose dall'alto e soprattutto le candide e soffici nuvole che sembrano fatte di zucchero filato.
Sentì un peso sulla spalla e dell'aria calda che mi solleticava il collo, mi voltai e vidi che Marta si era addormentata. Sembrava così stanca, come se non dormisse da giorni, che le stava succedendo?
Strinsi i pugni dalla rabia. Sapevo che mi stava nascondendo qualcosa di importante, ma cosa?! Oltre ad essere stanca, era anche deperita. Oggi a scuola quando l'ho afferrata per un braccio, ho notato che era più magra. Sarà perché non mangia più dolci? Forse è depressa? Volevo prendere a pugni ogni cosa perché non sapevo niente, era inutile che ci rimuginavo.
Quando arrivammo scoprii con mio malgrado che Marta era sempre la solita, come dire... distratta! Si era dimenticata di prenotare in un albergo. Per via del MotoGP tutte le stanze d'albergo erano prenotate ma per mia fortuna trovammo una suite libera, e visto che potevo permettermela la presi prima che lo facesse qualcun altro.
Quando fummo scortati in camera scoprii che c'era un solo letto, anche se era matrimoniale.
<<Ci dormo io sul divano!>>, esclamai quando il fattorino se ne fu andato. Lei non disse nulla si limitò ad annuire con un lieve cenno del capo, sembrava assente.
E no, ora ero proprio stufa del suo comportamento! Andai come una furia da lei e la scossi. <<Marta, che cos'hai, perché fai così?>>. Ero arrabbiata. Non mi degnò di uno sguardo.
Mi staccai da lei: <<Vado a fare un giro>>, le dissi per poi andarmene via sbattendo la porta.
Dovevo allontanarmi da lei prima che facessi una follia. Se scoprivo che in questa vicenda vi era coinvolto Ben lo avrei fatto sparire una volta per sempre dalla faccia della terra.
Andai al bar dell'hotel a non far un bel niente, volevo solo starmene sola.
<<Desidera ordinare?>>. Chi è?! Ah, era il cameriere.
<<Una tazza di tè e una fetta di torta al cioccolato bella grande da potar via, se non le dispiace>>. Speravo di tirarla un po' su con la sua torta preferita.
Ora che ci facevo caso e mi guardavo intorno, il bar era vuoto. Dov'erano tutti?
<<Ecco a lei>>, mi disse il cameriere portandomi la mia ordinazione.
<<Dove sono tutti?>>, gli chiesi.
<<Sono tutti alla pista per le prove>>, mi informò. Mancavano ore alla gara ed erano già tutti lì.
Sicuramente avrebbe vinto il mio idolo, come sempre d'altronde, era difficile che perdesse.
Finito il tè tornai in camera per farmi perdonare, speravo tanto che lo facesse.
Aprii la porta ed entrai titubante. Era lì sdraiata sul letto a scrutare il soffitto, quando lo faceva voleva dire che era preoccupata, ma per cosa?
Si voltò a guadarmi: <<Lo so che cerchi di corrompermi portandomi quella torta>>.
Mi recai da lei con aria furba: <<E dimmi, funziona?>>.
Si mise seduta e mi guardò con aria raggiante, erano giorni che non la vedevo così. <<Sì, funziona>>. Prese la torta e iniziò a gustarla.
Ero incantata, be', oserei dire imbambolata ad osservarla e per mia sfortuna se ne accorse. Perché ero così deficiente?
<<Ne vuoi un po'?>>, mi chiese. Era la fine del mondo per caso? No, perché se è così, si salvi chi può! Marta che mi chiedeva se volevo un po' della sua torta, e da quando? Lei non offriva mai il suoi dolci, in caso li rubava da sotto il naso, cioè il mio.
<<Ehm, no, grazie>>, ero... non lo so neanch'io. Non sapevo descrivere il mio stato d'animo? Era una cosa nuova per me.
<<Che c'è?>>, mi chiese.
<<Niente, è solo che, tu non offri mai i tuoi dolci, neanche sotto tortura>>.
<<Ti ho vista con quella faccia da ebete e ho pensato che volessi un po' di torta. Scusa tanto se ho voluto essere gentile>>.
<<Sei strana ragazza!>>, le dissi con il cervello scollegato.
<<Io sarei quella strana, e tu allora?>>. Ok, si era un tantino infuriata.
<<Io sono strana, ma se mia nonna è più moderna di te, e parlo della mia bisnonna>>. Adoravo sempre stuzzicarla era più forte di me.
Mi guardò con uno sguardo assassino e poi fece qualcosa che un golosone come lei non avrebbe mai fatto. Mi spiaccicò la torta in faccia. Però, è buona!, pensai.
<<Ti senti meglio ora?>>, le chiesi con sarcasmo mentre mi ripulivo con le mani la faccia sporca di torta al cioccolato.
<<Sì, molto>>, mi disse ridendo e scappando in bagno.
<<Marta, gentilmente, mi dai una mano?>>.
<<E secondo te che ci faccio in bagno?>>. Mi prendeva per deficiente per caso?
<<Devo ridere per caso?>>.
<<Sì! Vieni che ti do una pulita>>. Con titubanza andai da lei.
Forse era meglio che non ci andavo, perché mi annaffiò con il tubo della vasca. <<Grazie>>, le dissi con un punta di acidità.
<<Prego mia cara, e poi mi dovevo vendicare per l'altra volta>>, mi disse facendomi l'occhiolino.
<<Non so se ridere o ucciderti>>.
<<Ridi per una volta musona>>. Optai per l'altra, cioè ucciderla.
Mi avvicinai a lei lentamente con un ghigno che presagiva guai in arrivo, si salvi chi può.
<<Che vuoi fare?>>, mi chiese non sapendo se ridere o no.
<<Niente di che, non ti preoccupare>>. Con un movimento fulmineo la presi di peso e la feci entrare nella vasca che sembrava una piscina olimpionica e chissà perché era piena d'acqua. Mistero.
Avvicinai il mio viso al suo: <<Mia cara, non bisogna giocare contro di me perché vinco sempre io>>, le dissi compiaciuta.
<<Ah, sì?>>, mi disse tenendomi per un braccio.
<<Sì>>, mi avvicinai ancor di più a lei.
Mamma, papà, mi potevate fare meno deficiente? Come una stupida avevo abboccato al suo amo. Mi aveva tirata a se ed ero caduta dentro l'acqua.
<<Ok, questa volta hai vinto tu>>.

L'amore Di Un AmicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora