Capitolo 15

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"Potremmo dire a tua madre che dirmi a casa mia!"
Mi propose Maddison entusiasta. Stavamo cercando un modo di andare alla festa di Halloween, senza essere scoperte da mia madre. Mi morsi il labbro pensierosa. Non avevo nemmeno voglia di andarci. Fortunatamente a scuola nessuno faceva più caso a me, come aveva già predetto Cameron.
"Sì, potrebbe andare."
Risposi osservando le luci della città. Una forte pioggia bagnava il vetro della mia finestra, offuscandomi la visuale.
"Vai a dirglielo però!"
Alzai gli occhi al cielo e mi alzai dalla mia posizione comoda. Trovai mia mamma in cucina, intenta a preparare la cena.
"Mamma, Maddison mi ha chiesto se posso dormire da lei venerdì."
Lei ci pensò su.
"Beh, non vedo perché no."
Mi sorrise ed io ricambiai.
"Perfetto."
Tornai di nuovo in camera mia.
"Ci vediamo domani allora."
La salutai lasciandomi cadere sul letto. Lei ricambiò ed attaccò. Mi convinsi che lo facevo solo per lei. Ricordandomi come era andata l'ultima festa sbuffai.
* * *
La settimana passò in fretta e venerdì pomeriggio mi trovai a casa di Maddy con un vestito da vampiro. Batté le mani osservando il mio costume.
"Ti farò diventare una vampira mooooolto tenebrosa!"
Mise enfasi sulla "o" per rendere l'idea. Lei si sarebbe vestita da dea greca, non che mi sembrasse un vestito adatto per Halloween, ma non commentai. Mi fece sedere sulla sua sedia girevole davanti allo specchio e si mise all'opera, cominciando con i capelli. Adoravo quella sensazione quando mi toccavano la testa. Chiusi gli occhi e mi godetti quel massaggio.
"Puoi aprire gli occhi!"
Esclamò entusiasta dopo vari minuti battendo di nuovo le mani. Sorrisi al mio riflesso nello specchio i miei capelli biondi erano in parte intrecciati, il resto era sciolto in morbidi boccoli che mi ricadevano sulle spalle.
"Grazie, è molto bello."
Lei ridacchiò contenta.
"Ora il trucco."
Annuii e chiusi gli occhi. Trafficava delicatamente sul mio viso, senza darmi fastidio. Quando ebbe finito sbattei le palpebre per abituarmi alla luce. Non mi riconobbi. Ero molto pallida, quasi bianca. Sembravo più magra e sui miei occhi c'era dell'ombretto nero.
"Wow!"
Esclamai senza parole. La mia amica sorrise soddisfatta e si asciugò, teatralmente, una finta lacrima. Lasciai lo spazio a lei, che aveva insistito per fare da sola. Indossai il lungo vestito nero, attenta a non rovinare il trucco e la pettinatura. Era stretto sul corpetto e la gonna scendeva ampia. Mi misi le mie Dr Marteens e il mantello bianco. Sistemai l'enorme cappuccio sulla testa ed indossai i guanti neri, a rete, che arrivavano al gomito. Ridacchiai divertita osservandomi allo specchio dietro alla sedia di Maddison. Sembravo un vero vampiro. La mia amica scattò in piedi sgranando gli occhi.
"Che orrore!"
Urlò indicando i miei piedi. Alzai di poco la gonna osservando gli anfibi. 'Cosa c'è di male?' Pensai alzando lo sguardo su Maddy. Si allontanò dalla sedia indignata e aprì il suo enorme armadio. Mi squadrò da testa a piedi e cominciò a scavare nella sua roba.
"Eccole!"
Esclamò alzando in aria un paio di scarpe rosso scarlatto e tenendole come se valessero più di un diamante. Si avvicinò a me e mi fece sedere sul letto. Mi tolse le Dr Marteens e mi infilò le scarpe che avevano il tacco, che dire che era alto era un eufemismo! Le osservai bene. Sul cinturino c'erano dei piccoli cristalli a forma di ovale, che luccicavano appena muovevo i piedi. Sorrisi a Maddison.
"Sono davvero belle, però..."
Non mi lasciò terminare la frase.
"Niente però."
"Ma..."
Provai ad insistere, ma venni interrotta.
"E niente ma."
Mi puntò un dito contro, minacciosa. Sbuffai e mi alzai in piedi, cominciando a girovagare per la stanza. I miei piedi traballavano su quei trampoli. Avrei passato la serata seduta.
"Per fortuna abbiamo lo stesso numero!"
Squittì la mia amica finendo di prepararsi. 'Per me è una sfortuna.' Quando finì di prepararsi fece una giravolta.
"Sei bellissima."
La elogiai, al che lei sorrise soddisfatta. I capelli le ricadevano in morbide onde castane sulle spalle. Un cerchietto dorato era posato sulla testa. Il vestito era bianco e leggero, con un cinturino dorato in vita. Anche le scarpe erano di quel colore. Cinque minuti dopo Nash suonò il clacson e ci affrettammo a raggiungere la sua auto. Sgranò gli occhi alla vista di Maddison.
"Wow! Sei bellissima."
La ragazza ridacchiò al complimento arrossendo. Le diedi uno spintone scherzoso e, dopo essere entrate, la macchina partì. Il ragazzo era vestito di bianco e nero, ma non capii che travestimento dovesse essere. Pochi minuti dopo fummo nel parcheggio della scuola e i due si avviarono a braccetto verso la palestra, con me dietro. La musica si sentiva già da lontano e appena entrammo le luci viola, blu e rosse ci accecarono. Dal soffitto pendevano ragnatele, ragni pipistrelli e decorazioni varie. Alla destra su lunghi tavoli c'erano salatini, dolcetti e varie bevande. Nash e Maddison sparirono subito tra la folla e mi affrettai a raggiungerli. Quando li trovai stavano salutando il solito gruppetto. Mi avvicinai a loro facendo un cenno con la mano. Notai che anche Cameron era vestito da vampiro. Portava dei pantaloni neri strappati una camicia altrettanto nera col colletto alto e due canini finti, sporchi di sangue. Matthew era vestito da cowboy e Savannah da sposa fantasma. Beh, come potete immaginare il suo vestito bianco era corto, molto corto. Notai che il gruppetto passava lo sguardo da me al moro, facendomi innervosire.
"Ma vi siete messi d'accordo?"
Squittì Savannah con un sorrisetto sul volto.
"No."
Dicemmo all'unisono io e Cameron. Gli altri si misero a ridere. Alzai gli occhi al cielo e mi allontanai da loro. I ragazzi e le ragazze ballavano scatenati in mezzo alla palestra, mentre altri preferivano starsene per conto loro su un divanetto. Mi avvicinai ai tavoli e presi un muffin al cioccolato con tanto di glassa rossa. Uscii poi per prendere una boccata d'aria. Rabbrividii per il forte cambiamento di temperatura e mi strinsi nelle spalle. Andai a sedermi su un muretto e chiusi gli occhi. Un leggero venticello muoveva le fronde degli alberi e attutiva la musica. Dei passi risuonarono sulla ghiaia, facendomi aprire gli occhi. Il "vampiro" si sedette accanto a me.
"Abbiamo proprio degli amici idioti."
Borbottò stringendo i pugni. Annuii e mi coprii col mantello.
"Io non ci volevo nemmeno venire a questa festa."
Mormorai sospirando e alzando lo sguardo verso il celo.
"Ah no?"
Domandò curioso voltandosi verso di me. Non mi mossi, ma sentii i suoi occhi su di me, mi studiavano, mi osservavano.
"Se vado ad una festa è perché Maddison mi obbliga. Per carità, le voglio bene, ma ogni volta succede qualcosa."
Lui rise divertito.
"Ti piacciono le stelle, vero?"
Questa volta mi girai verso di lui. Alzò un sopracciglio, stupito.
"C-come lo sai?"
Balbettò guardandosi intorno, come per paura che qualcuno lo potesse sentire. Sorrisi alzando le spalle.
"Beh, il telescopio e i libri in camera tua."
Corrucciò lo sguardo domandandosi, probabilmente, quando fossi stata in camera sua.
"Oh!"
Esclamò capendo.
"Nessuno lo deve sapere."
Si affrettò a dire fulminandomi con lo sguardo.
"Perché?"
Domandai non capendo cosa ci fosse di male nell'avere una passione.
"Perché no e basta!"
Saltò giù dal muretto, si era arrabbiato. Sbuffai e lo seguii in palestra. Andò a prendersi da bere e decisi di imitarlo. Dopo vari minuti in un silenzio imbarazzante, Cameron decise di spezzarlo. Si schiarì la gola.
"Ti va di ballare?"
Strabuzzai gli occhi incredula, ma annuii. Ci divertimmo molto, non avevo mai riso così tanto con lui.
"Cam, mi fanno male i piedi devo sedermi."
Mi tappai la bocca quando mi accorsi come lo avevo chiamato.
'Maledetta me' Inizialmente sembrò sorpreso ma poi scoppiò a ridere.
"Chiamami pure Cam, però io ti posso chiamare Liss."
Annuii ridendo con lui. Mi avviai fuori pista ma nel mentre si stortò il piede (tutta colpa dei trampoli) ed inciampai. Prima che cadessi a terra due braccia ferree mi tennero.
"Sicura che puoi andare da sola?"
Mi sussurrò Cam all'orecchio. Arrossii e scossi la testa. Così mi porse il braccio, a cui mi aggrappai e mi accompagnò ad un divanetto. Mi lasciai cadere con poca grazia, tanto che la ragazza affianco a me, mi guardò male. Il moro si mise a ridere e scosse la testa.
"Hai l'eleganza di un elefante."
Mi derise, guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia.
* * *
Fuori faceva abbastanza freddo e perciò mi strinsi nelle spalle. I miei amici sembravano aver dimenticato che poche ore prima mi prendevano in giro per il costume. Maddy era ubriaca e Nash, non molto meno ubriaco, la sosteneva mentre la portava alla macchina. Aveva già vomitato un paio di volte durante il percorso e lui, da gentiluomo, le aveva tenuto i capelli. Savannah e Matt non erano ubriachi, ma nemmeno sobri. Così toccava a me e Cam fare i tassisti. Io presi la macchina di Nash, e dopo essermi fatta dare le indicazioni da Cameron, lo portai a casa. Quando arrivai parcheggiai davanti al viale di un enorme villa bianca. Mi girai verso il ragazzo per sapere se fosse davvero questa, ma scoprii che dormiva, così come Maddison appoggiata beatamente sulla sua spalla. La spostai delicatamente e cominciai a scuotere leggermente Nash. Dopo qualche istante si svegliò e riuscii a tirarlo fuori. Lo portai davanti alla porta di casa e feci per suonare il campanello quando lui mi fermò. Fece tintinnare le chiavi nella sua mano e aprì la porta.
"Ce la fai da solo?"
Sperai in una risposta positiva.
"Sì certo, o vuoi aiutarmi?"
La sua voce era roca, ma nonostante ciò percepii il tono malizioso. Gli diedi un pugno leggero sul braccio.
"Pensa a Maddison idiota!"
Quella frase sembrò risvegliarlo, perché annuì ed entrò in casa facendomi un cenno con la mano e sussurrando un
"Ci vediamo."
Osservai la macchina davanti al viale. Come facevamo io e Maddy a tornare a casa? Di chiamare un taxi non se ne parlava, perché, oltre al fatto che non avevo soldi, non volevo ritrovarmi in macchina con un uomo sconosciuto con chissà quali intenzioni. Avrei potuto portare Maddy e poi ritornare, ma sarebbe stato lontano per me camminare tutta questa strada a piedi e poi non sapevo nemmeno dove mi trovavo. Il trillo del telefono mi fece sobbalzare. 'Chi mi chiama a quest'ora?' Brutti pensieri mi passarono per la testa e con mano tremante presi il telefono dalla borsa.
"Pronto?"
Inizialmente dall'altro capo del telefono si sentirono solo rumori strani.
"Hey Lissa, volevo chiederti se sei ancora davanti alla casa di Nash."
Sospirai di sollievo sentendo la voce di Cam.
"Ehm, sì, non so come tornare a casa."
Spiegai guardandomi intorno e incamminandomi verso la macchina, dove la mia amica dormiva.
"Sarò da te tra pochi minuti."
E senza che potessi rispondere attaccò. Tirai fuori Maddison che protestò pestando i piedi.
"Voglio dormire!"
Si lamentò facendo il broncio.
"Sì, tra poco potrai dormire."
La appoggiai sul marciapiede dove si accoccolò. Tolsi la chiave dalla macchina e mi diedi della stupida, perché chiunque avrebbe potuto rubarla. La misi nella bucalettere  dei Grier, dove sicuramente l'avrebbero trovata. Come promesso Cam arrivò dopo poco tempo. Mi aiutò a caricare Maddy nei sedili posteriori e dopo che ci sedemmo mise in moto. Dopo pochi minuti arrivammo a casa della mia amica. Suonammo al campanello e ci aprì suo padre, che la prese subito in braccio e alzò gli occhi al cielo.
"È un caso perso."
Disse prima di ringraziarci e augurarci una buona notte. In macchina quasi mi addormentai e quando si fermò drizzai la schiena e, dopo aver aperto gli occhi, mi guardai attorno stordita.
"Siamo arrivati."
Cameron sbadigliò e uscì dalla macchina. Lo seguii in silenzio.
'Non mi accompagnerà mica!'
Pensai stupidamente, perché la verità era che lo volevo. Quando entrammo in ascensore il ragazzo si girò verso di me.
"A che piano abiti?"
"52."
Sbadigliai coprendomi la bocca con la mano e le porte si chiusero. Improvvisamente ero completamente sveglia. Non seppi se fu per la stanchezza o la claustrofobia, ma mi sembrò che le pareti si stessero restringendo. Cominciai a sudare e a tremare, avrei voluto rannicchiarmi e chiudere gli occhi.
"Tutto bene?"
Cameron sembrava veramente preoccupato. Mi morsi il labbro e deglutii. L'ascensore mi sembrava sempre più piccolo e questo mi fece arretrare verso il moro. Scossi la testa e strizzai gli occhi. Annaspai alla ricerca di aria e lui capì. Fortunatamente le porte si aprirono e corsi fuori. Nel mentre però inciampai e caddi a terra, producendo un tonfo sordo per tutto il pianerottolo. Cameron mi aiutò ad alzarmi mentre i battiti cominciavano a regolarsi, così come anche il respiro.
"Stai bene?"
Domandò con tono preoccupato e una ruga sulla fronte. Annuii.
"Sembrava che saresti morta da un momento all'altro."
Sospirò.
"Eri più bianca di una stella."
Mi canzonò. Sorrisi a quella battuta squallida.
"Intendi luminosa?"
Lo stuzzicai avvicinandomi alla porta di casa.
"No."
Rispose.
"Ma il tuo sorriso lo è."
Arrossii e fui contenta che non mi potesse vedere. Da quando mi faceva complimenti? Anzi, da quando Cameron Dallas faceva complimenti a qualcuno? Mi fermai davanti alla porta e mi girai per salutarlo.
"Beh, buona notte."
Dissi imbarazzata. Senza che me ne potessi rendere conto mi ritrovai abbracciata a lui e titubante ricambiai.
"Buona notte stella dal sorriso luminoso."
Mi sussurrò all'orecchio prima di allontanarsi e camminare verso l'ascensore. Entrai in casa e mi tastai il viso con le mani fredde, sperando che servisse a togliere il calore. Solo quando arrivai in camera mi accorsi che non sarei dovuta essere lì. Sbuffai e mi lasciai cadere sul letto togliendomi le scarpe dai piedi doloranti. Avrei poi inventato una scusa il giorno dopo.
* * *
"Sei incorreggibile!"
Mia madre era rossa in volto e più arrabbiata che mai. Il fatto che non fossi capace di mentire era a mio sfavore e mia madre aveva subito capito che ero andata ad una festa. Abbassai il capo e sospirai.
"Maddison ci teneva molto."
Cercai di farla ragionare.
"Non succederà più."
Le promisi con la speranza nel petto.
"Ti divieto di passare il tempo con lei!"
Cercai di obbiettare ma non me ne lasciò il tempo.
"In camera! Ora!"
Indicò con l'indice le scale ed io a testa bassa mi avviai in camera. Probabilmente i vicini,  sentendo le urla di mia madre, si saranno chiesti cosa fosse successo. Osservai il telefono sul comodino e decisi di inviare un messaggio a Maddy. Entrai nella nostra chat e feci per lasciar correre le lunghe dita sulla tastiera quando esitai. Sbuffai e lo rimisi sul comodino. Le avrei raccontato tutto l'indomani, non avrei smesso di frequentarla.
'Chi è mia madre per darmi ordini?'
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       *spazio autrice*
Eccomi qui dopo una lunghissima assenza!🙋
Spero che mi perdonate.😅
Vi avviso già che capiterà di nuovo.😁
Un altra cosa...
Ho cambiato la copertina!
Alloraaaa...
Il nostro Cam mostra affetto all protagonista.
Per la prima volta (se non erro) sono riusciti a divertirsi senza litigare!
Un applauso ai due rimbambiti che invece di fare scenate potrebbero passare direttamente al bacio.😂(che tra l'altro c'è già stato, solo che lui non si ricorda)
Okay, sperate in tanti bei momenti Camissa, così si chiama la ship. (grazie Isa😊😂)
Alla prossima
Lara

Before Him (in sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora