Capitolo 6- Incontro

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A soul afraid of breaking

Capitolo 6 - Incontro

L'incontro tra le nostre anime

è in realtà uno scontro,

una contaminazione,

nero che si fonde col bianco,

grigio che si riflette nel caramello,

buono che abbraccia il male,

bene che cancella il dolore,

luce che fagocita le tenebre.

Ma l'oscurità che alberga dentro di me

si lascerà sconfiggere dal bagliore che brilla in te?

La voce di lei gli giunse come la melodia di una sirena.

Draco Malfoy percepì distintamente la maschera che aveva indossato per anni riempirsi di crepe, ma non ebbe il tempo di rifletterci, distratto dalla pedina bianca che pareva cercare un appiglio come se stesse tentando di rimanere saldamente aggrappata alla realtà che, forse, stava scivolando via dalla presa ferrea delle sue dita.

La pedina bianca rimase in silenzio per un frangente che alla pedina nera parve interminabile, lasso di tempo durante il quale una serie di immagini e paure si rincorsero nelle menti di entrambi, spingendoli a estraniarsi e poi, come se non se ne fosse nemmeno reso conto, il primo a parlare fu proprio lui.

«Dopo tanti anni finalmente ti zittisco, Granger?» un sopracciglio alzato che non sfuggì allo sguardo attento di Hermione così come non mancò di notare che la vena canzonatoria nella voce di Malfoy non aveva assunto sfumature derisorie.

Possibile che fosse il suo modo discutibile di rompere il ghiaccio? E perché lei non riusciva a parlare? Aveva sentito il cuore esplodere nel momento in cui si era voltata e se lo era ritrovato davanti e per diversi minuti aveva temuto che lui si fosse presentato per prendersi gioco di lei, per ricordarle che era solo una sporca nata babbana oltre che una stupida illusa, invece lui l'aveva stupita perché... beh, aveva avuto un modo tutto suo di tenderle una mano.

Draco Lucius Malfoy aveva passato l'intera giornata a domandarsi come e se affrontare il discorso, cosa dirle, quali parole utilizzare per infrangere quel silenzio imbarazzante che immaginava si sarebbe creato fra loro; poi si era trovato addirittura a scherzare, utilizzando però una frase dal significato fraintendibile che avrebbe potuto rivelarsi scomoda. Cosa sarebbe successo se lei non avesse compreso, se si fosse nascosta dietro la necessità di volervi scorgere l'ennesima offesa per trovare una via di salvezza, un escamotage per scappare da quella situazione in cui si erano infilati volontariamente e consapevolmente?

«Malfoy» un sussurro quasi timido lasciò le labbra di Hermione che senza realizzarlo compì un passo in avanti, riducendo seppur impercettibilmente la distanza fra loro.

«Granger, credo di ricordare ancora il mio cognome» beh, se aveva intenzione di continuare così avrebbe potuto tranquillamente non presentarsi; che senso avevano quelle battute piccate e pungenti? Perché non riusciva a esternare ciò che nutriva? A dirle che anche solo rivederla l'aveva scalfito, aveva smosso quel cuore di ghiaccio che stava lentamente cedendo il passo all'ardemonio?

Per quale motivo gli avevano insegnato a fingere che i sentimenti non esistevano, per quale astrusa ragione aveva combattuto a lungo contro quanto sentiva e ora, nel momento preciso in cui poteva avvicinarsi a quel desiderio che a lungo gli era bruciato nelle vene, non pareva esserne capace? Doveva solo lasciarsi alle spalle anni di insegnamenti, scovare un modo per aprirle il cuore e rischiare. Ma lui non era mai stato in grado di farlo, esporsi e mostrare una debolezza per un Malfoy era proibito; non poteva offrire a nessuno l'arma per ferirlo e ridurlo a una mera nullità. Eppure lei gli era entrata nell'animo, lo aveva sconvolto e ora lo guardava, aspettava un suo segno, perché in fondo lei aveva accennato a più di una mossa su quella scacchiera su cui era cominciata la partita di quell'amore.

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