Capitolo 3- Speranza

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A soul afraid of breaking

Capitolo 3 - Speranza

Può l'odore della pergamena

riaccendere i desideri?

Delle semplici macchie di inchiostro

restituire un battito al cuore?

Possono degli occhi che hanno assistito a

troppa violenza imparare a scorgere la speranza?

Draco Lucius Malfoy dimenticava troppo spesso che nonostante fosse un mago, era un essere umano e pertanto dotato di cuore. Di ciò si rammentò nel momento in cui una missiva dall'Inghilterra gli fu consegnata, mentre faceva colazione.

Per poco il succo di zucca non gli andò di traverso quando lesse il mittente.

Senza nemmeno badare agli occhi curiosi che lo osservavano, si alzò velocemente e si allontanò dal frastuono della Sala Comune.

Percorse i corridoi che portavano a uno dei pochi luoghi dove gli piaceva passare il tempo, trattenendo quasi il respiro, mentre il petto veniva scosso da quel battito alterato e galoppante.

Quando poi scorse la porta dalla quale si accedeva alla Biblioteca, Draco riprese improvvisamente a respirare e cercò di tranquillizzarsi; non poteva fare scorgere la sua agitazione, nessuno aveva il diritto di vederlo in uno stato che non fosse di intoccabile e inscalfibile freddezza e distacco, perché a nessuno poteva concedere di scovare -ammesso che li avesse- i suoi punti deboli.

Passò tra i vari scaffali colmi di libri, un leggero odore di polvere e di antico, misto al profumo della pergamena gli sfiorò le narici e si ritrovò ad annaspare, chiedendosi se fosse ammattito del tutto e se in quel momento gli effetti delle diverse Cruciatus con cui il Signore Oscuro era solito colpirlo, si stessero manifestando.

Sì, perché aveva visto una chioma indomabile, una gonna più lunga delle altre, e un aroma di vaniglia lo aveva sfiorato; l'immagine della Granger gli era apparsa davanti agli occhi, con i capelli tirati su, le dita inevitabilmente sporche di inchiostro e i metri di pergamena che era solita scrivere quando le veniva assegnato uno svolgimento. Un ricordo doloroso che lo fece boccheggiare e risvegliò le sue ferite.

Dannazione! Non poteva permettersi di indugiare fra quelle memorie! Perché doveva risultare così arduo lasciare che venissero annientate dal nero dell'oblio? Insomma, si impegnava a fondo, come aveva sempre fatto... aveva tentato di odiarla a lungo, ora stava cercando di scordarla, eppure tutti i suoi tentativi sembravano vani.

L'orologio che rintoccava le otto lo avvisò di doversi recarsi a lezione, così si decise ad aprire la lettera che teneva fra le mani, della quale si era quasi dimenticato.

Quando ne lesse il contenuto fu colpito, come se uno schiantesimo si fosse abbattuto su di lui; sì, perché sebbene nessuno avesse lo pronunciato, per qualche istante gli parve di aver perso i sensi.

Sarebbe tornato a casa, partenza il giorno antecedente la Vigilia e ritorno la mattina dopo il Natale, come premio per il suo comportamento impeccabile e per i risultati raggiunti.

In un contrasto di emozioni e con col cuore combattuto, ripose la missiva in una tasca e si affrettò a raggiungere l'aula dove si teneva la lezione di Pozioni, ma invece che ascoltare il professore, si perse.

Ripensò ai mesi trascorsi, all'atteggiamento bizzarro e derisorio dei suoi compagni, maschi, che avevano continuato imperterriti, mentre le ragazze, da quelle del primo a quelle dell'ultimo anno, non avevano fatto altro che tentare di aiutarlo, di rendersi disponibili e non solo per quel che riguardava il suo ambientamento a scuola.

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