Tranquillità apparente.
Il giorno dopo, Pucca si alzò molto presto e di buon umore.
La sera prima, nonostante il piccolo problemino al cinema con i biglietti, si era davvero divertita insieme ai suoi amici ed aveva avuto modo anche di parlare con Garu; cosa che non le era mai capitato anni prima.
Certo, tendeva a trascorrere tutto il suo tempo libero con lui, tra inseguimenti vari, ma non si erano mai trovati loro due soli a parlare con tranquillità; e la cosa le era piaciuto molto.
Aveva scoperto di avere molte cose in comune con lui, e si era trovata, per la prima volta in vita sua, in sintonia con il coreano.
- Pucca, stai uscendo? - le chiese zio Raviolo, osservando la nipotina già vestita e pronta per uscire.
- Sì, zio - confermò la giovane, stringendosi in un cappottino color panna - Pensavo di andare a fare un giretto; magari al parchetto che ho intravisto l'altro giorno -
- Allora divertiti, e fai attenzione - le raccomandò Raviolo, poco prima di salutarla con un sorriso vedendola uscire fuori.
- Pensate che dovremmo parlarle? - chiese Raviolo, rivolto agli altri due fratelli appena entrati nella sala.
- Non lo so, sinceramente - rispose Linguini, scuotendo lievemente il capo - Forse è ancora troppo presto. E' da poco tornata a casa ed ora sembra così felice e spensierata; non mi sembra il caso di darle preoccupazioni inutili -
- Hideo però non è una preoccupazione inutile - intervenne duro Ho - Non possiamo fare lo stesso errore di Liang, fratelli. Abbiamo già sbagliato non dicendo niente e non intervenendo la prima volta; non possiamo sbagliare ancora - spiegò Ho, mentre gli altri si ritrovarono ad annuire d'accordo.
- Ho ha ragione. Dobbiamo fare qualcosa... Se chiamassimo Liang? - chiese Raviolo.
Linguini scosse la testa - E' una pessima idea. Liang ci ha provato anni fa e sappiamo tutti com'è andata a finire. Hideo non è quel tipo di persona che ascolta i consigli altrui e delle persone care. Dobbiamo trovare un altro modo... Nel frattempo però aspettiamo prima di dire qualcosa a Pucca. Lo so, noi tutti odiamo avere dei segreti con lei, soprattutto se sono così grandi, ma è davvero per il suo bene. Siamo d'accordo? -
- Va bene -
Il parchetto, in cui si era recata Pucca, non era molto lontano dal ristorante di suo padre. Non era molto grande, ma in compenso era carino e tranquillo. Il colore che primeggiava su tutto era il verde delle foglie e dell'erba alta. Vi era anche un piccolo laghetto artificiale, dove alcuni bambini seduti a riva si divertivano a lanciare pezzetti di pane alle paperelle.
A Pucca piacque subito; sia per l'aria tranquilla e serena sia per la bellezza e la cura del parchetto stesso.
Decise di sedersi su una panchina in legno, non poco lontana da lei, e tirò fuori dalla borsetta in pelle marrone il suo telefonino, che aveva da poco preso a suonare allegro.
- Pronto? -
" Ciao, sorellina cara! Come va? " la voce squillante ed allegra di sua sorella maggiore la fece sorridere.
- Ciao, Hinata! Io tutto bene, te? - le chiese.
" Alla super grande! " esclamò Hinata, confondendola un poco.
Sua sorella era solita usare quell'espressione solo quando succedeva qualcosa che la emozionasse tantissimo e la facesse sentire al settimo cielo dalla felicità.
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A new Pucca || Pucca
Fiksi PenggemarPucca ha lasciato il piccolo villaggio Sooga da 6 lunghi anni e ora, che è una giovane ragazza di 16 anni, ha deciso di ritornare a casa. Ma tante cose durante la sua assenza sono cambiate. Loro sono cambiati e lei per prima è cambiata. Il fuoco ch...