Capitolo 16: L'isola di Lioccot

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Guardai l'aereoporto e strinsi il manico della mia valigia.
L'estate finalmente era arrivata, ero stata promossa non so con quale fortuna, e adesso la squadra era pronta.
Pronta per affrontare le vere sfide dei mondiali.
Pronta per l'isola di Lioccot.
Vidi in lontananza la squadra e mi girai verso i miei genitori.
- Divertiti Kiara... è una gran esperienza, goditela fino in fondo- disse mia madre, sorridendomi.
- Sì, ma attenta a quello che fai eh!- esclamò mio padre, con la sua finta aria autoritaria.
Senza dire nulla, li abbracciai.
- Torneró presto...- promisi, dandogli un bacio sulla guancia ciascuno e salutandoli.
Mi avviai verso la squadra, che mi salutarono calorosamente dopo settimane di assenza.
- Chissà com'è l'isola! Molti dicono che sia un paradiso!- esclamò Fede, entusiasta.
Il viaggio in aereo fù tranquillo e mi rilassai molto a vedere le nuvole fuori dal finestrino mentre Jude, accanto a me, mi teneva la mano e l'accarezzava di tanto in tanto.
Appena scesi eravamo quasi tutti a bocca aperta: era un posto meraviglioso.
La fontana centrale era un enorme mappamondo circondato dai vari stemmi delle squadre in gara.
Arrivammo alla nostra zona poco dopo e ne rimasi piú che colpita.
L'area giapponese, per me che vivevo in Giappone da soli due anni, era un posto da favola.
I giardini erano ampi e ben curati e la costruzione principale, dove c'erano i dormitori e la mensa, era in pieno stile della nostra nazionalità e il legno scuro le dava un'aria elegante e armoniosa.
Le stanze erano singole, il che mi fece tirare un sospiro di sollievo.
Dividere la stanza non mi piaceva, e poi la notte potevo sgattaiolare più facilmente da Jude per dormire insieme.
Dormire, non pensate male, pervertiti che non siete altro...
Mi sistemai nella mia stanza e poi uscii per vedere un po' i dintorni.
Proprio dietro il campo che ci avevano assegnato c'era una spiaggia immensa e la luce del tramonto colorava il mare di quella sfumatura arancio che riusciva sempre ad affascinarmi.
Camminai un po' sulla sabbia e respirai l'odore che tanto mi era mancato.
In Giappone dovevo fare chilometri per vedere quella distesa d'acqua salata.
Ero così rilassata che non notai nemmeno il rumore di passi sulla sabbia che piano si avvicinavano.
Qualcuno mi avvolse da dietro con le braccia, stringendomi a se.
Non c'era nemmeno bisogno di girarmi a guardarlo per capire chi fosse.
- Jude, non dovresti essere agli allenamenti?- chiesi, continuando a guardare il mare.
- E tu non dovresti essere in panchina a guardarmi?-
Ridacchiai piano, divertita.
- Non sei mica Mister Universo, Sharp. Mica sto in panchina ad "ammirarti" come credi tu eh-
- Sicura di quello che dici, White? Lo vedo, che ogni volta mi mangi con gli occhi-
Arrossii, e ringraziai chissà chi che lui era dietro di me e non poteva vedere la mia faccia color peperone.
- Che sei egogentrico- sbottai alla fine.
- Dico solo la verità, non è egocentrismo-
- L'importante è che ne sei sicuro tu-
Mi girai appena per vederlo sorridere e scolse il suo abbraccio, dandomi però un bacio sulla guancia.
- Torniamo dagli altri, meglio non fare tardi almeno i primi giorni-
- Va bene!-

- Kiara, sicura di volerlo fare?-
- Sì, David. Ho preso la mia decisione.-
- Ma... non é rischioso?-
- Pff, nulla puó contro di me!-
- Sisì, vuoi smetterla di fare la scema e ci dici il numero?-
- Uff, va bene Caleb... mmh... 3!-
Mark iniziò a contare e puntó il dito contro Silvia.
- Sì! Primo turno di piatti a lei!-
Iniziai a saltellare per la stanza, contenta di non dover lavare e avere la serata libera, per una volta.
Silvia non ne fù molto contenta ma mi lasciò stare e senza dire nulla si alzò le maniche e se ne andó a lavare.
Uscii fuori per prendere una boccata d'aria e iniziai a passeggiare per il giardino.
Mi sedetti su un muretto, ammirando le stelle sopra la mia testa, finchè non vidi David avvicinarsi e sedersi accanto a me.
- Sono belle le stelle stasera...- commentai, tenendo lo sguardo alto.
- Già... Kiara... ho bisogno di un consiglio-
- Certo, dimmi pure!-
Ci fù un attimo di silenzio, forse si stava preparando psicologicamente...
Ma cosa aveva di così tanto sconvolgente da dirmi?
- Ecco... mi piace una ragazza. Solo che non so come comportarmi... cosa piace a voi ragazze?-
Mi girai di scatto verso di lui, a bocca aperta.
- Aspetta, con calma... ti piace una ragazza.-
Lui annuì.
- A stai chiedendo a ME dei consigli.-
Lo fece di nuovo.
- Oh, beh... la cosa giusta da fare è comportarsi normalmente, ma starle comunque accanto... sii te stesso, ma fai in modo che piano piano lei possa avvicinarsi a te!-
- Mmh... capito! Anche se, sono sicuro che Jude non ne sarà molto felice...-
- Eh? Perchè?-
- Perchè ho la sua ragazza come migliore amica... e sua sorella come cotta.-

ANGOLO AUTRICE
E se vi dico che ho deciso di finire la storia verso il capitolo 30 e che quindi siamo ancora a metà?

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