Capitolo 21: Fiducia

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- E...gli ho detto di lasciarmi-
-...COSA?!-
David sembrava aver appena avuto un infarto.
- Non l'ha fatto... ma era molto arrabbiato...-
- Ma cosa avevi per la testa?! Che stavi pensando per arrivare a tanto?!-
- Lui... è perfetto... è sprecato con una ragazza sfigata e maldestra come me...-
- Non dire cavolate, Kiara. Parli così solo perchè hai poca fiducia in te stessa-
Sospirai, abbassando lo sguardo.
Era la verità, non potevo mica ribattere.
- Per questo, c'è solo una persona che puó aiutarti!- esclamó David.
- Chi?- chiesi, guardandolo dubbiosa.
- Il capitano Mark, ovviamente-

Ed eccolo lí, con il suo copertone, a fare allenamenti completamente fuori dal comune.
Lo guardavamo da lontano e più volte lui riusciva a fermare quel copertone, più si poteva notare in lui una luce crescente che risplendeva nei suoi occhi.
La luce della passione.
Quella luce che solo chi crede fermamente nelle proprie possibilità possedeva.
Era una cosa rara, una cosa che tu non potevi ottenere da nessuna parte.
Dovevi averla dentro, e il capitano ne era così pieno che riusciva a trasmettere la sua determinazione agli altri.
Questa, era la vera forza dell'Inazuma.
Non l'abilità dei calciatori, non l'intelligenza e le strategie di gioco, non le tecniche speciali.
"La Dea della Vittoria sorride sempre a chi crede nelle proprie possibilità" aveva detto una volta.

- Kiara! Spostati verso destra!- mi disse Xavier, per poi passarmi la palla.
La presi facilmente, seguendo il suo consiglio.
Non credevo che giocare con i ragazzi fosse così divertente.
Sì, avevo giocato contro la Royal, ma in quel momento loro sapevano che avevo bisogno di distrarmi.
Jude e io ci evitavamo silenziosamente, quasi senza farlo apposta.
In quel momento lui era in panchina e mi osservava, come se i ruoli si fossero invertiti.
Solo che io, a differenza sua, non sapevo minimamente giocare.
Perdevo palla molto spesso, inciampavo e cadevo, per poi rialzarmi.
Qualche volta tiravo anche in porta, senza però mai segnare.
Non ero forte nè fisicamente, nè mentalmente.
E ne ero pienamente consapevole.
Fino a che, non ci fù la svolta.
Rubai la palla a Shawn con la mia vecchia tecnica, l'Illusione Suprema.
Tutti si fermarono un attimo a guardarmi, confusi.
- Che succede?- chiesi, fermandomi.
- Guardati dietro!- esclamò Nathan e io mi girai appena.
Una strana aura nera stava uscendo dalla mia schiena, sembrava come svilupparsi in alto ed era molto debole.
- Forse sta sviluppando una nuova tecnica speciale!- ipotizzó Jordan, prendendo la palla e passandomela.
- Prova a concentrarti, forse ne uscirà qualcosa di nuovo!-
- Ehm... va bene... ci provo-
Ci provai davvero, senza risultato.
Jude si alzò dalla panchina e appena iniziò a camminare verso di me l'aura scura che mi circondava sparì.
- Kiara... ho bisogno di parlarti-
- Sì... come vuoi-

Ci ritrovammo nella sua stanza, io seduta sul letto, lui sulla sedia davanti a me.
- So che sei molto insicura... e io non ho fatto nulla per aiutarti. Non voglio che tutto quello che abbiamo vissuto insieme sia distrutto da piccoli ostacoli- mi disse, cercando di tenere quell'aria seria che aveva quando tutto era iniziato.
- Non voglio nemmeno io... so che non lo dimostro, ma io ci tengo davvero tanto a te... non voglio perderti- risposi, tenendo però lo sguardo basso.
All'improvviso sentii le sue braccia avvolgermi in una calda stretta che non potei non ricambiare.
- Credevo... che volessi lasciarmi davvero- disse lui, stringendomi ancora di più in quel piacevole abbraccio.
- No, non lo pensare nemmeno! Io... ti amo-
-...cosa?-
- Jude, io ti amo-
Non glielo avevo mai detto.
Quelle due parole racchiudevano tutto, tutto quello che provavo per lui e che per molto tempo non ero riuscita a dirgli.
- Anche io ti amo, Kiara-
Mi ritrovai stesa sul suo letto, lui che mi stringeva tra le sue braccia.
Mi sussurrava parole dolci e quel calore che mi avvolgeva era la cosa più bella al mondo.

- Concentrati!- esclamò David, impaziente.
- Se non stai zitto non riesco a concentrarmi!-
Quella strana aura scura era tornata il giorno dopo e tutti erano curiosi di capire cosa cavolo era.
Sembrava molto più accentuata e più mi concentravo, più diventava ampia.
- Ci vuole ancora tanto, mocciosa?-
- Caleb, tu anche sta zitto!-
- Uff, e va bene-
Non sapevo bene cosa fosse, quindi ero un po' incerta.
Non sembrava una tecnica speciale, e quella cosa mi venne confermata quando sentii uno strano calore invadermi il petto.
Era un calore piacevole, come quando ricevevo un abbraccio da Jude.
L'aura si intensificò di colpo e prese una forma ben definita senza che me accorgessi.
Dietro di me era comparsa un ragazza, i capelli di un viola tendente al rossiccio, gli occhi rosso fuoco, indossava un mantello che gli copriva tutto il corpo e aveva due possenti ali da pipistrello.
Avevo appena evocato il primo Avatar nella storia della Inazuma.
Eris, Principessa dell'Incubo.
E dalla sua evocazione in poi, mi liberai del mio più grande ostacolo: la poca fiducia che riuscivo a riservare agli altri e a me stessa.

ANGOLO AUTRICE
Ho scritto così tante cavolate in questo capitolo che mi faccio schifo da sola.
Siete pienamente autorizzati a tirarmi pomodori ammuffiti, sedie e pianoforti in testa u.u

Kiara VS Occhialini Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora