14.

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Anna.
«Sandy che posso fare?» dico alla mia amica americana. «Glie lo devi dire, per forza» dice, sistemandosi i capelli. «Ho paura..»
«Anna, sono passate tre settimane, lui deve sapere.» dice.
«Lui non vuole.» dico abbassando lo sguardo.
«Diglielo può cambiare idea, no?» mi prende la mano. Si alza, facendo alzare anche a me. «Andiamo da lui!» urla. Io rido, è davvero pazza!
Comincia a correre. Oh no! Non voglio correre! Ma sono costretta a farlo.
«Sandy, ferma!» le urlo. Ma lei non si ferma, ride. "Cos'ha da ridere?" Penso.
La gente ci guarda male, ma a noi non frega molto. Continuano a correre. Non so perché, ma sto ripensando alla mia vita. Da quando ho sognato Francesco ad ora. Sono due anni da quell'incontro, ma è ancora impresso nella mia mente.
Quando lui se ne è andato ed io sono stata di merda per sei mesi. Ho vissuto con Matteo, lui è stata la mia roccia. Odio parlare al passato, perché quei ricordi sono ancora impresso nella mia mente, sono ancora vivi. Forse li faccio vivere solo io. Chissà come starà Matteo, ho paura a scrivergli. Okay, ho paura di tutto.

«Anna, siamo arrivate. Apri» mi dice la mia amica, svegliandomi dai pensieri.

Vado verso la porta e la apro. Entro in casa, seguita dalla mia amica. Non faccio nessun rumore e neanche lei.

«Sarà in camera, no?» dice. Mh.. credo che abbia ragione. Vado verso la camera. Sento dei rumori. Sento due voci, una maschile e una femminile..

Apro un po' la porta e vedo Francesco con una, mentre lo fanno. Socchiudo la porta e vado da Sandy.
«Non gli lo hai detto! Vai da lui a diglielo! Subito» mi rimprovera, ma so che lo fa per gioco.
«Sandy, usciamo.» dico triste. Lei non e niente, mi segue è basta.
«Anna, che succede?» mi cchiede loro preoccupata.
«Ho visto Francesco farlo con un'altra!» dico. Ormai le lacrime stanno riga do il mio viso. Sandy mi abbraccia. Stiamo per tanto tempo così. Poi scioglie l'abbraccio e mi prende la mano, di nuovo. Inizia a correre, io la seguo.

«Anna, sta calma!» dice Sandy, dopo che si è fermata.
«Come posso stare calma? Sono incinta, ed il bambino è di viti! Lui mi ha tradito!» urlo me tre piango. Mi accascio a terra, prendo le gambe e le metto vicino al petto, nascondendo la testa fra esse. Dopo un po' sento Sandy abbracciarmi.
«Andrà tutto bene, ci sono io qui.» mi sussurra.
«Sandy.. grazie» dico fra i singhiozzi.
«Vuoi chiamare Sara?» mi chiede. Io annuisco. «Però parlaci tu, io non ce la faccio..» dico. Le annuisce, le porgo il telefono.

«Sara? Sono Sandy, un'amica di Anna. Lei sta male.. Francesco l'ha tradita, e come gia sai lei è incinta, il figlio è di viti..» dice Sandy in italiano. Si, lei parla in italiano. Glie l'ho fatto imparare io.

«Mh.. secondo te è la soluzione giusta? Lo ha già fatto... Non può sempre scappare. Si... hai ragione... ma il figlio? Glie lo deve dire a Francesco, non se ne può andare così, da un giorno all'altro... mh.. E se Francesco non vuole? Si, ma.. Okay, oggi. A domani. Ciao Sara.» dice Sandy attaccando il telefono.

Mi fa alzare, non dice niente, la sua espressione è preoccupata.
Mi prende la mano e camminiamo verso casa. Io non ci voglio ritornare là, ma non ho il coraggio di dirglielo.

«Dici tutto a Francesco. Dopo partiamo» mi dice. Cosa? Partiamo? «Dove?» chiedo. «Italia, dai tuoi amici» dice. Dopo. E Si rivedrò tutti? Rivedrò Matteo!

Siamo arrivati. Non apro con le chiavi, questa volta suono il campanello. Francesco apre la porta, mi sorride e cerca di baciarmi, ma lo scanso.

«Che succede?» mi chiede preoccupato.
«Prima ti ho visto mentre lo facevi con quella» dico tutto d'un fiato. Lui rimane zitto. Abbassa lo sguardo e sussurra «Scusa»
Tra noi c'è il silenzio. Sandy è andata a fare la mia valigia.
«Sono incinta» dico. Lui alza la testa di scatto. «No!» esclama. «È tuo» continuo. «Non lo voglio» dice secco. «Io si.» «No tu abortisci!» urla. «No! È mio figlio!» urlo anche io. «È anche mio figlio!» dice. «No, non è tuo figlio se lo vuoi ammazzare. Nessun padre lo farebbe.»
Rimane zitto, intanto arriva Sandy con la valigia. «Dove vai?» chiede lui. «Via» rispondo. «Vai via! Scappa! Tanto ho Rechel!»
Detto questo io e Sandy usciamo da casa, questa volta per sempre.

Credo Nel Destino || Francesco Viti ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora