decimo capitolo

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[D'ora in poi, capitolo per capitolo, vi saranno solo passaggi presi dall'agenda del ragazzo, quindi, sentiremo di nuovo parlare Cait in prima persona più avanti]

"Quello che non capisco è come la gente possa passare così tanto tempo a farsi i cazzi degli altri quando potrebbe impiegarlo per studiare e levarsi dalle palle.

Ma a quanto pare gli scoop e i pettegolezzi sono più importanti di qualsiasi capitolo da imparare a memoria per il giorno dopo, più importanti di qualsiasi tesi su scrittori dell'ottocento e, ve lo posso assicurare, ci sarebbero intere giornate da perderci, visto l'ingente numero di elaborati che ci hanno affidato in questo trimestre.

Ma a quanto pare trovano molto più utile sperperare aneddoti pure falsi su malcapitati a caso.

Sono sempre le stesse quattro galline che una volta creata una capannella di curiosi, si izzano senza motivo verso le ragazze che le infastidiscono.

Sta di fatto che quella mattina, la malcapitata fu proprio Cait Jacy Mason e, per qualche strana cospirazione astrale, mentre in un corridoio dell'ateneo si stava per compiere l'ennesima vendetta da parte di quelle arpie, io passavo di la.

Lo scenario di routine non mi aveva nemmeno lontanamente infastidito o incuriosito:

C'erano i soliti dieci idioti intorno, la bionda con i capelli di paglia al centro e le sue amichette ai lati, come di consueto.

Ma quando da quel groviglio di persone ne è emersa una ragazza in lacrime, mi sono fermato di scatto.

Non era una a caso, era proprio Cait.

La ragazza a cui non avevo mai rivolto gentilmente nemmeno un accenno di parola ma che, per qualche strana mania, mi incuriosiva più di ogni altra.

Andai verso di lei ancora prima che potessi convincermi di non farlo e quando era quasi a meno di un metro da me, gli occhi ridotti a due fessure e i capelli appiccicati alle guance, l'aggirai e continuai a passo spedito verso la capannella di gente.

Avevano in mano una foto che ritraeva una ragazza che palesemente non era Cait, avvinghiata ad un estraneo sopra la tavoletta del water.

Gli sghignazzi della gente mi fischiavano nelle orecchie e mi sentivo ribollire il sangue nelle vene.

Senza alcun motivo. Non me ne fotteva mai niente, ogni giorno vedevo le stesse persone ridere e starnazzare di innocenti e la cosa non mi sfiorava minimamente, non che ora mi interessi sia chiaro, ma stranamente il mio limite di sopportazione si è ridotto fino a quasi sparire del tutto.

"Cooper, la sai l'ultima? La santarellina di cui tanto ti interessi in questi tempi è solita darla in bagno ai secchioni dell'ultimo anno"

Fa all'improvviso Anastacia, picchettando le unghia da strega sulla fronte lucida e impregnata da solo dio sa cosa.

Si guarda intorno e sistematicamente la gente intorno a lei comincia a ridere nuovamente.

Accartoccio la foto e le punto lo sguardo contro.

"Non me ne fotte proprio un cazzo di quella, e se pensavi di mettere in scena questa buffonata nei suoi confronti solo per urtare la mia sensibilità e vendicarti perché non ho voluto scopare con te, mi spiace dirti che hai fallito miseramente"

Smette improvvisamente di starnazzare e spalanca la bocca attonita.

La gente continua a ridere e lei sbatte i tacchi per terra come una mocciosa.

Le do una spallata e la supero, buttando per aria il malloppo di copie impilate sul banchetto.

Ora ho capito tutto, la vittima di questa sceneggiata è stata Cait per il semplice fatto che Anastacia si voleva vendicare di me.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 28, 2016 ⏰

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