~Helen 23/12

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Caro Jake,

Okay. Sono appena tornata soddisfatta dal centro commerciale. Ho preso: un vestito rosso lungo per la cena a casa tua, delle scarpe col tacco(non altissimo eh!) nere e il regalo per i tuoi, ovvero una grande cornice in argento opaco. È molto bella secondo me, grande tanto da poter contenere un poster, e di un colore che si abbina perfettamente con il resto della casa. Potrei essere un'arredatrice di successo!

Tanto per ricordarti che gli interni di casa nostra li sceglierò io, e solo io.
Muahahaha.
Risata malefica.

Il vestito non è né troppo lungo, ma neanche troppo corto. Arriva appena sopra il ginocchio, senza spacco ai lati e con un'apertura dietro che scopre in parte la schiena. Tessuto semplice, poca scollatura. Ci sta. Penso che lo porterò anche alla festa di capodanno così lo vedrai! Le scarpe sono molto semplici, un tacco 12, chiuse davanti.
Spero di piacere anche ai tuoi!

Era da quando sei partito che non facevo un po' di sano e liberatorio shopping.
Un giorno senza shopping è un giorno sprecato. Ricordalo, uomo, ricordatelo sempre. Cosa c'è di più bello, in fondo, di sperperare denaro in bellissimi capi d'abbigliamento? Centinaia, migliaia, sempre di più. Vuoi rendere felice una donna? Portala in un centro commerciale, senza limiti economici, un negozio alla volta.
Waaaaa.
Ok. Basta. Mi ricompongo.

Andiamo a fare shopping quando torni?
Sì.
Grazie!

Hai detto che la tecnologia sta rovinando la nostra generazione, e in parte hai ragione, perché mi rendo sempre più conto di quanto siamo schiavi dei Social Network. Insomma, un giorno senza una foto postata su Instagram? Con tutti i suoi filtri e hashtag? Pazzia. Follia. Impossibile.
Dall'altro lato è però grazie all'evoluzione della comunicazione che possiamo scriverci ogni sera, tu in Italia ed io in America. Permette di chiamare e vedersi in tempo reale, e sotto questo aspetto, la nostra generazione non può che ritenersi fortunata.
Certo è che dovremmo limitare, limare le nostre tendenze "sociali", o finiremo per parlare con gli specchi, non più con le persone.

Ma ho speranza in noi. Questa lettera e questo discorso me ne danno la più limpida prova. Se si parla, se si discute di un problema, non può che restare un paletto fisso nelle nostre menti, un ideale: non lasciarci dominare dalla tecnologia.
E mi piace moltissimo parlarne con te. Insomma, sono discorsi che ci nobilitano, mi rendo conto che non parliamo solo di cavolate, ma ci poniamo dei problemi reali e ci diamo le soluzioni. O almeno ci proviamo.

Grazie per questo: per tirare sempre fuori il meglio di me, facendo così emergere il mio vero Io.

Adesso pingo io una questione: come sarà il nostro primo Natale divisi?
A pensarci, sale la più profonda malinconia. Sarò lì, seduta, i tuoi parenti tutti attorno, ma senza Jake. È odioso. Però so che stando con la tua famiglia, mi verrà trasmessa una parte della tua essenza. Quella sensazione di calore che ti abbraccia da dietro in punta dei piedi in una fredda serata d'inverno. La neve fuori, noi dentro.

Ho un'idea.
Che ne dici di chiamarci su Skype a Natale? Così è come se lo passassimo insieme. Basta mettersi d'accordo per quanto riguarda l'ora. Ci tengo veramente moltissimo . Ho bisogno di vederti, perché le sensazioni non bastano, gli occhi devono vederti. Devono vedere il mio amore. Devono vedere te. Ancora.

Mia madre mi chiama per la cena, sta sera è un po' stressata. Che acida. Ti chiedo scusa per la breve lettera, ma sono molto di corsa oggi, non ho un attimo di respiro. Non vedo l'ora di vederti a Natale.
Conto le ore, ancora poco.

Ti amo Jake, ti amo da morire.
Mi manchi troppo.

Tua, Helen.

Carta, penna e cuore.  #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora