•Jake 1/12

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Cara principessa,

Ho deciso di scrivere qualcosa di diverso dai soliti messaggi al cellulare che finiscono inesorabilmente per essere cancellati, o dimenticati tra le migliaia di chat che scandiscono la nostra routine. Ti scrivo quindi questa lettera, e te ne scriverò una ogni quanto posso, in modo tale che, col tempo, le mie parole rimangano impresse in questa carta, sperando che restino anche indelebili nel tuo cuore immenso.

Mi sembra una bella idea, non trovi?

Dovevo trovare un modo per far passare il tempo. Vedi, Roma è una città stupenda, una città che sto scoprendo giorno dopo giorno, come si scopre un bosco, o un posto nascosto. Una persona non può venire a Roma col pensiero di trovarsi davanti una semplice metropoli. Insomma, Roma è la città eterna. La civiltà è nata da Roma, le grandi nazioni, i grandi imperi. Qui si interseca l'antico ed il moderno. Le sue luci notturne, il chiarore della sua Luna e le dirompenti stelle che sembrano baciarla in fronte la rendono un luogo mistico, talmente romantico che persino la persona più solitaria al mondo potrebbe cogliere il significato della parola amore.

Il problema?

Tutto questo per me non ha alcun significato se TU non sei qui con me. È come se mi mancasse un pezzo. Una parte di me è rimasta nella mia casa in America. Per questo cruccio non riesco a cogliere a pieno i messaggi che questa città vuole trasmettermi. Io ho come messo in pausa. Non che non abbia voglia di ricevere quello che Roma mi vuole dare, sia chiaro. Ho solamente deciso di vivere passivamente questo luogo. Ho deciso di volerlo capire al meglio in futuro, quando un giorno ci saremo tu ed io su questo balcone, ad ammirar la luna e le sue stelle. Questa notte mi ricorda tanto quel giorno in cui eravamo sul tetto di casa mia, la prima volta che ci andavamo insieme. Ricordo la tua agitazione, avevi paura di cadere, come e avessi potuto permetterlo! Quella notte c'era la luna piena, lo ricordo benissimo: a te piace la Luna, e quella sera lei era immensa nel firmamento, come se ci stesse venendo in contro. E come darle torto: persino lei voleva vedere da vicino il nostro amore.

È stata la prima volta che ti dissi "ti amo".

Ricordo i tuoi vestiti: i jeans strappati, le calze, quel maglione nero che si mischiava con l'oscurità della notte e con i tuoi capelli scuri, tutto riacceso dalla luce dei tuoi verdi occhi. Sono stato fortunato, di solito i tuoi occhi erano più scuri, quasi sul marrone caffè, ma quella sera, quella sera erano verdi come il mare, smeraldi pregiati nei quali io non potei fare altro che perdermi.

«Ti amo».

Ti dissi.

«Anch'io».

Mi rispondesti tu.

Fu tutto così semplice, eppure talmente forte da farmi provare un'emozione mai provata prima. Rapisti il mio cuore e te lo portasti via. Il furto più bello mai subito.

Penso che nessun altra persona al mondo possa farmi provare ciò che provai quella sera fresca di primavera. I pini che emettevano un fruscio simile a quello di un torrente, il fiato di vento che mi spingeva verso di te, come per darmi una forza in più. Tutto così perfetto. D'altronde, "l'amore muove il mondo e tutte le sue stelle" diceva un tizio. So che a leggere tutto questo sorriderai. Il che mi ricorderà che ho vinto, ancora. Il tuo sorriso, la tua felicità, le tue labbra: sono queste le mie mete. Lo sono diventate dal primo giorno, durante quella serata tra la musica e la gente. Te lo ricordi? Come non potresti. Era il ballo della scuola, ti chiesi di ballare. I giorni che precedettero la mia proposta furono ornati da indecisioni e timidezze, di paure: non riuscivo a valutare l'idea di un tuo rifiuto. Così mi feci forza, e te lo chiesi. Al ballo eri semplicemente uno splendore. Quel vestito bianco lo ricorderò per tutta la vita. Il contrasto col nero dei tuoi capelli era favoloso, e veniva ripreso dal verde dei tuoi occhi. Stavamo ballando un lento quando ti presi per mano e ti portai nel campo da football. Quasi uno scontatissimo cliché, che si rivelò invece apprezzato. Ricordo le tue braccia intorno a me: uniti. Per la prima volta. Quel giorno nacque il "noi". Nascemmo sotto un cielo stellato, lo stesso cielo che ora mi ricorda che non sei qui con me.

Mi ricorda che in fin dei conti posso visitare qualsiasi luogo del mondo, possedere qualsiasi bene, ma senza la mia Helen, io, non sono altro che un guscio vuoto. Una sagoma senza ombra, perché quella che possiedo, ora, non può stare separata dalla tua. Mi completi, come il cielo completa l'oceano all'orizzonte, lì dove nessuno può arrivare. Solo noi. Solo io e te.

Ora non posso fare altro che rifugiarmi nella mia stanza, aspettando che la notte lasci spazio ad un nuovo giorno, ad una nuova pagina della mia vita. Spero che le mie parole abbiano fatto scaturire in te le stesse emozioni che hanno colmato parzialmente il vuoto che mi trovo ad arginare in me. Non vedo l'ora di rivederti, solo un altro mese, e potrò riabbracciare la mia piccola scimmietta.

Dio quanto TI AMO!

Buonanotte Helen, buonanotte principessa.


Tuo, per sempre, Jake.

Carta, penna e cuore.  #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora